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- FARMACI CHE AMMALANO E CASE FARMACEUTICHE CHE CI TRASF...

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Messaggio Da MAURO LORE Ven 21 Mar 2008 - 21:09

... cose che GIA' SAPPIAMO... ma comunque... una rinfrescata alla memoria... aiuta... Wink

... (articolo di presentazione di un libro)...



Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti

Tre decenni fa Henry Gadsen, direttore generale di una delle principali case farmaceutiche al mondo – la Merck – rilasciò una sconcertante dichiarazione alla rivista Fortune: il suo sogno era creare farmaci per le persone sane, così da poter vendere proprio a tutti.
Questo sogno è ora il motore trainante di una delle industrie più redditizie del mondo, quella farmecautica. Farmaci che ammalano è un’analisi provocatoria, sconcertante e approfondita di come le multinazionali farmaceutiche creano e poi sfruttano, per lucro, le malattie.


L'articolo del sabato

Pubblichiamo oggi una scheda introduttiva al libro "Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti", di Ray Moynihan e Alan Cassels, ed. Nuovi Mondi Media.

Ci sono libri che andrebbero assolutamente letti, Farmaci che ammalano e' uno di questi.
Con incredibile chiarezza questo libro svela come la pressione alta sia in realta' una patologia "gonfiata" e la menopausa una naturale fase della vita. Come i cambiamenti d'umore della vita quotidiana si siano trasformati in disordini mentali e la timidezza in un Disturbo Sociale Ansiogeno.


Il libro si puo' acquistare direttamente online su http://www.commercioetico.it .

Trent'anni fa Henry Gadsden, energico direttore generale della Merck, una delle piu' famose case farmaceutiche al mondo rilascio' alcune dichiarazioni estremamente franche. Ormai prossimo al pensionamento, confesso' alla rivista Fortune che per lui il fatto che il potenziale mercato della societa' fosse limitato alla gente malata era sempre stato un cruccio. Gadsden avrebbe voluto che la Merck assomigliasse di piu' alla Wrigley's, la fabbrica di gomme da masticare, e da tempo il suo sogno era produrre farmaci per gente sana. Perche' in tal caso la Merck avrebbe potuto "vendere a tutti". A distanza di tre decenni, il sogno del defunto Henry Gadsden si e' avverato.

Le strategie di marketing delle maggiori case farmaceutiche mondiali oggi prendono massicciamente di mira le persone in perfetta salute. Gli alti e bassi della vita quotidiana sono diventati disturbi mentali, indisposizioni comuni vengono trasformate in malattie spaventose, e sempre piu' persone normali vengono fatte figurare come pazienti.
In un'epoca in cui molti di noi conducono esistenze piu' lunghe, piu' sane e piu' attive rispetto ai nostri antenati, una pubblicita' a tappeto e abili campagne "di sensibilizzazione" stanno trasformando i sani preoccupati in malati preoccupati. Problemi lievi vengono dipinti come patologie gravi, per cui la timidezza diventa sintomo di Fobia Sociale e la tensione premestruale una malattia mentale chiamata Sindrome Pre-Mestruale. Le piu' comuni difficolta' sessuali vengono viste come disfunzioni sessuali, il naturale cambiamento dell'organismo e' una malattia da deficienza ormonale chiamata menopausa, mentre gli impiegati distratti adesso sono affetti da una forma adulta del Disturbo da Deficit di Attenzione. Il semplice fatto di essere "a rischio" di una patologia e' diventato esso stesso una "malattia", per cui donne di mezza eta' sane oggi soffrono di un male latente alle ossa chiamato osteoporosi e uomini di mezza eta' in piena forma hanno un disturbo cronico chiamato ipercolesterolemia.


Nel caso di molti problemi di salute, ci sono persone all'estremita' dello spettro che sono realmente affette da una malattia o ad alto rischio di contrarla, le quali possono trarre grande beneficio da una definizione medica e da una cura farmaceutica potente. Tuttavia per la gente relativamente sana distribuita nel resto dello spettro, una definizione e un farmaco possono comportare notevole disagio, costi enormi e il pericolo molto concreto di effetti collaterali a volte mortali. Questo ampio territorio e' diventato il nuovo vastissimo mercato dei potenziali pazienti - decine di milioni di persone - un obiettivo chiave dei budget promozionali multimiliardari stanziati dall'industria farmaceutica.

Le strategie promozionali utilizzate per vendere le malattie sono tante, ma il fattore che le accomuna e' la promozione della paura. La paura dell'infarto e' stata sfruttata per vendere alle donne l'idea che la menopausa sia una malattia per la quale e' necessaria una terapia ormonale sostitutiva. La paura del suicidio tra i giovani viene usata per vendere ai genitori l'idea che persino una lieve depressione debba venire curata con farmaci potenti. La paura di una morte prematura viene utilizzata per vendere il colesterolo alto come un qualcosa che richieda automaticamente la prescrizione di farmaci. Eppure, per ironia della sorte, a volte le medicine tanto pubblicizzate causano proprio il male che dovrebbero prevenire.

Una ormonoterapia prolungata accresce il rischio di infarti nelle donne, mentre sembra che gli antidepressivi aumentino le probabilita' di pensieri suicidi nei giovani. Almeno uno dei piu' venduti farmaci anticolesterolo e' stato ritirato dal mercato perche' aveva contribuito a causare dei decessi. In uno dei casi piu' orribili, un medicinale venduto come in grado di aiutare a risolvere dei banali problemi intestinali in alcune persone ha indotto costipazioni cosi' gravi da causarne la morte.

"Farmaci che ammalano" smaschera le tecniche promozionali piu' nuove nelle campagne stratificate dell'industria farmaceutica. Tecnica dopo tecnica, disturbo dopo disturbo, emerge uno schema, una formula per cambiare il modo in cui pensiamo alle malattie allo scopo di ampliare il mercato dei medicinali. Le malattie prese in esame qui non sono le uniche a venire ipervendute, tuttavia sono tra gli esempi piu' eclatanti, coinvolgenti e recenti che abbiamo a disposizione. Una volta acquisita dimestichezza con la formula e con i trucchi del mestiere, si inizia a scorgere ovunque in azione la magia nera della promozione delle malattie.

"Farmaci che ammalano" non si ripropone di screditare ulteriormente un'industria farmaceutica gia' molto denigrata o i suoi molti prodotti validi, ne' di diffamare le tante brave persone di saldi principi che lavorano all'interno di queste societa' gigantesche e che, come molti volonterosi ricercatori nel campo medico al di fuori, sono impegnati a trovare ed elaborare nuove terapie efficaci e sicure. L'obiettivo e' invece di svelare il modo in cui la macchina promozionale dell'industria farmaceutica stia trasformando una fetta troppo grande di vita normale in patologia medica, allo scopo di ampliare i mercati dei medicinali.

[size=12]Come ogni indagine scientifica che si rispetti, questa opera di informazione deve essere intesa come parte di una conversazione ininterrotta che bisogna proseguire con amici, familiari e medici, con altri operatori della sanita', con colleghi di lavoro, funzionari sanitari e rappresentanti dei cittadini: una conversazione che mette in discussione la vendita di malattie sponsorizzata dalle case farmaceutiche ed esplora nuovi modi per definire e comprendere i problemi di salute. E' una conversazione che potrebbe trarre notevole beneficio dall'energia e dall'entusiasmo di una collaborazione del tutto nuova tra ricercatori indipendenti e patrocinatori dei diritti dei pazienti, il cui obiettivo principale e' promuovere un dibattito pubblico piu' razionale e informato sulla salute umana, e non vendere la paura allo scopo di vendere farmaci.[/size]
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Messaggio Da andreasetzu Ven 21 Mar 2008 - 22:01

Ciao Mauro; prima di risponderti , ti avevo scritto in privato x un appuntamento! L'hai letto?
Allora io in qualità di Ricercatore Chimico che "purtroppo" lavora in una nota multinazionale so quello che vuol dire quando facciamo riunioni (i famosi team...) x stabilire il target di una nuova molecola! Be tutte le molecole che scandagliamo non servono quasi a niente! Tutti gli studi preliminari vengono fatti in base a criteri particolari.....!!! Se poi il team decide di far partire lo studio clinico, se ne vedono delle belle..........
Ma questo è il mio lavoro e anche se non sono d'accordo su delle scelte che si fanno o faranno su potenziali molecole citotossiche, devono chinare il capo e procedere con gli studi e la ricerca! Pur sapendo che molti animali moriranno e i pazienti selezionati x gli studi andranno incontro a gravi problemi, Loro pensano solo a lucrare e a organizzare improbabili convegni paradossali............
Ciao.
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Messaggio Da XENA Ven 21 Mar 2008 - 22:15

Andrea la tua onestà intellettuale ti fa enormemente onore

ti apprezzo molto pollice alto
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Messaggio Da andreasetzu Ven 21 Mar 2008 - 23:13

Grazie Simo; ho studiato chimica ma ciò non significa che appoggio la classe farmaceutica, anzi! Sai quello che faccio ed è quella la via x la prevenzione; certo vado in contrasto con quello che faccio nel laboratorio, ma sicuramente non vado in contrasto con la mia onestà intellettuale! In un futuro parleremo di nutrigenomica ed io spero di essere uno dei fautori.........Mediate gente!
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Messaggio Da MAURO LORE Sab 22 Mar 2008 - 1:02

andreasetzu ha scritto:Ciao Mauro; prima di risponderti , ti avevo scritto in privato x un appuntamento! L'hai letto?
Allora io in qualità di Ricercatore Chimico che "purtroppo" lavora in una nota multinazionale so quello che vuol dire quando facciamo riunioni (i famosi team...) x stabilire il target di una nuova molecola! Be tutte le molecole che scandagliamo non servono quasi a niente! Tutti gli studi preliminari vengono fatti in base a criteri particolari.....!!! Se poi il team decide di far partire lo studio clinico, se ne vedono delle belle..........
Ma questo è il mio lavoro e anche se non sono d'accordo su delle scelte che si fanno o faranno su potenziali molecole citotossiche, devono chinare il capo e procedere con gli studi e la ricerca! Pur sapendo che molti animali moriranno e i pazienti selezionati x gli studi andranno incontro a gravi problemi, Loro pensano solo a lucrare e a organizzare improbabili convegni paradossali............
Ciao.

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... già essere COSCIENTI & CONSAPEVOLI del "ZEITGEST"... in cui STIAMO VIVENDO...

... è "un Bel Passo AVANTI"...


... almeno... non ci facciamo prendere per il c**o... "inconsapevolmente"...


... sarà... UNA NOSTRA "LIBERA" SCELTA... Wink

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... (portare il "marchio"... della "bestia")... Wink

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Messaggio Da . Sab 22 Mar 2008 - 2:36

andrea posso farti una domanda?
i tuoi figli li hai vaccinati??
se non ne hai ora,li vaccinerai quando li avrai?
la rabbia èche i medici ci trasformano in cavie inconsapevoli....e noi(io no sinceramente) tutti pieni di fiducia nei loro confronti evi affidiamo anche la nostrastessa vita..... Mad Twisted Evil

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Messaggio Da andreasetzu Sab 22 Mar 2008 - 10:35

Buongiorno;come già avevo spiegato nei post sul JP ho dovuto vaccinare x forza mia figlia xchè ha passato il primo anno quasi sempre in ospedale in quanto è nata con una brutta forma di reflusso. Le hanno sottoposto quei cacchi di veleni e la risultante è stata quella di aver avuto diversi problemi che fortunatamente ha superato. Abbiamo denunciato il tutto alla ASL competente che con stile burocratico ci hanno liquidato dicendoci "fa parte delle statistiche"!!!! Ora Daniela ha 4 anni e mezzo e i prossimi richiami previsti fra 1 anno non li farà.
X fortuna non abbiamo solo medici appecoronati al sistema , anzi!
Ciao
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Messaggio Da . Sab 22 Mar 2008 - 11:22

andreasetzu ha scritto:Buongiorno;come già avevo spiegato nei post sul JP ho dovuto vaccinare x forza mia figlia xchè ha passato il primo anno quasi sempre in ospedale in quanto è nata con una brutta forma di reflusso. Le hanno sottoposto quei cacchi di veleni e la risultante è stata quella di aver avuto diversi problemi che fortunatamente ha superato. Abbiamo denunciato il tutto alla ASL competente che con stile burocratico ci hanno liquidato dicendoci "fa parte delle statistiche"!!!! Ora Daniela ha 4 anni e mezzo e i prossimi richiami previsti fra 1 anno non li farà.
X fortuna non abbiamo solo medici appecoronati al sistema , anzi!
Ciao

ma tu l'hai fatta vaccinare xche' credevi nella validità dei vaccini??
ora ricordo il tuo racconto.....scusami ma l'età sai!! Rolling Eyes Rolling Eyes
come curate il reflusso alla vostra piccolina?
tua moglie in gravidanza ha assunto qlche farmaco?
scusa le tante domande, ma è per capire....

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Messaggio Da andreasetzu Sab 22 Mar 2008 - 13:01

Non ho mai creduto nella validità dei vaccini;diciamo che siamo stati costretti a vaccinarla xchè era in ospedale e non potevo oppormi, causa dimissioni e beghe legali............
Daniela è nata prematura di 8 mesi con un peso di 3 kg; all'inizio tutto ok poi ha perso 1 kg xchè non si attaccava al seno e rifiutava il cibo.
Da qui in poi il calvario che è durato sino al 2005 anno in cui ho scoperto il J*** P***. Gli hanno fatto gastroscopie, phmetrie e una biopsia dell'esofago x escludere cose + gravi. All'inizo ha fatto la classica terapia farmacologica con inibitori della pompa protionioca. Poi quando anche quelli non facevano effetto, ho fatto di testa mia e avendo fatto l'esame di botanica all'università, mi sono ricordato dell'effetto antiinfiammatorio della melissa, del finocchio e dell'anice.
Le ho dato questa bevanda x 6 mesi consecutivi sino a completa regressione del reflusso. Poi come dicevo tutto è sparito da quando assume il JP. Non 'è stato facile xchè quando sono piccoli gestire queste situazioni ti portano allo sfinimento psicofisico (di notte le davano la terapia e ti lascio immaginare gli strilli............).
Mia moglie in gravidanza non ha assunto niente di dannoso x il feto; ti posso però dire che non'è stata facile la sua gestazione: qualche settimana prima della gravidanza, mia moglie ha perso il fratello di 25 anni in un incidente stradle e questo le ha portato un conflitto interiore (x dirla alla Hamer!) che si è manifestato con la nascita prematura di Daniela e con un carcinoma papillifero alla tiroide risolto nel 2005; poi è arrivato il JP.........
Ciao
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Messaggio Da . Sab 22 Mar 2008 - 14:55

miiiiii Andrea senza parole! :silent:
sta bene tua moglie ora?
ha preso vasosuprina o qlcs x ridurre le contrazioni?
ha fatto chemioper il tumore?

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Messaggio Da andreasetzu Sab 22 Mar 2008 - 22:46

Shantiwoman ha scritto:miiiiii Andrea senza parole! :silent:
sta bene tua moglie ora?
ha preso vasosuprina o qlcs x ridurre le contrazioni?
ha fatto chemioper il tumore?

Si ora sta bene; no all'epoca non ha preso nulla! Ha rotto le acque quasi improvvisamente e po ha fatto quasi 18 ore di parto............
Ha tolto tutta la tiroide e poi ha fatto il classico trattamento con lo Iodio 131 x togliere i residui tiroidei rimasti.
Il resto è storia recente......
Ciao
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Messaggio Da XENA Lun 24 Mar 2008 - 0:52

Andrea cosa assume tua moglie per sopperire all'ormone tiroideo,
il classico eurotirox?
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Messaggio Da andreasetzu Lun 24 Mar 2008 - 10:24

Buongiorno e aguri di una buona pasqua (in ritardo) e buona pasquetta (a Roma c'è Noè che gira.....)
Assume eutirox e tiroide amsa.
Buona giornata a tutti
Ciao
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Messaggio Da . Lun 24 Mar 2008 - 13:47

Grazie Andrea....anche a te tanti auguri! ma c'era la discussione per gli auguri!! Rolling Eyes :|

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Messaggio Da Leda Gio 27 Mar 2008 - 0:41

A proposito di farmaci che ammalano e inventori di malattie guardate anche questo articolo :

La misurazione dei tassi di colesterolo è un passatempo molto diffuso, che certi medici e certe case farmaceutiche fanno di tutto per incoraggiare, visto che grazie a esso riescono a realizzare profitti miliardari. Ecco che allora l'Associazione federale dei cardiologi tedeschi, la ditta Becel (che produce margarina), il gruppo farmaceutico Pfizer e l'impresa Roche Diagnostics organizzano regolarmente delle «iniziative per la salute», il cui obiettivo è quello di convincere la gente a farsi misurare il tasso di colesterolo nel sangue. Su un opuscolo a disposizione dei clienti nelle farmacie si può leggere quanto segue: «A partire dal trentesimo anno d'età, ognuno di noi dovrebbe conoscere il proprio tasso di colesterolo e farlo controllare ogni due anni». Il principio che si vuole far passare per vero è che una colesterolemia elevata rappresenta «uno dei più frequenti fattori di rischio» per le malattie cardiocircolatorie. La «Neue Apotheken Illustrierte» definisce il colesterolo una «bomba a orologeria per la salute».

Eppure il colesterolo è una componente molto importante del nostro organismo: il cervello ad esempio ne ha bisogno in grande quantità. Esso infatti è costituito di colesterolo per una percentuale che va dal 10 al 20%. La maggior parte delle cellule del nostro corpo possono produrre esse stesse il colesterolo, se esso non è presente nei cibi. Ed è una fortuna, visto che senza questa molecola tanto vituperata le cellule morirebbero. Tuttavia molte persone, non appena sentono la parola colesterolo, temono seriamente di dover morire anzitempo di arresto cardiaco. L'incubo del colesterolo fa andare di traverso a molti l'uovo che consumano durante il pasto o il burro che si spalmano sul pane, o mette in imbarazzo chi sta per mangiarsi una bella salsiccia. Soltanto nel 2001, più di un milione di persone che non si sentivano a posto con la coscienza si sono sottoposte al test della colesterolemia nell'ambito dell'«iniziativa per la salute». Come ci si poteva aspettare, è risultato che per più della metà delle persone esaminate il valore riscontrato era superiore al valore limite, fissato arbitrariamente a 200.

I medici e le case farmaceutiche interessati alla suddetta iniziativa, ne traggono direttamente un grande vantaggio. La Roche Diagnostics produce apparecchiature per la misurazione del tasso di colesterolo. I cardiologi hanno nuovi pazienti che vanno a farsi visitare, e a essi consigliano di non consumare burro, cosa questa che giova alla ditta Becel, produttrice di margarina. La ditta Pfizer poi guadagna miliardi di euro vendendo in tutto il mondo farmaci che riducono la colesterolemia. Poche volte si è vista una campagna pubblicitaria che induce la maggioranza della popolazione a pensare di essere malata, organizzata con tanta convinzione e con tanto dispendio di risorse.

Un comitato dell'Associazione americana di cardiologia dice che occorre controllare regolarmente la colesterolemia già nei bambini di cinque anni. Anzi, già prima della nascita del bambino, o nel periodo immediatamente successivo, sarebbe bene che un medico verificasse se per il neonato sussistono rischi di malattie cardiache e se in famiglia c'è qualcuno che ha il vizio del fumo. Gli stessi cardiologi aggiungono che, quando il bambino comincia a essere in grado di consumare cibi solidi, è bene consigliare ai genitori che gli facciano mangiare cibi poveri di colesterolo. È anche consigliabile far controllare la pressione sanguigna del bambino a partire dai tre anni di età.

Va detto tuttavia che da test eseguiti a quell'età non è possibile prevedere quali saranno in futuro le condizioni di salute di coloro che vi sono stati sottoposti. «Lo screening dei bambini, anche di quel 25% di essi nelle cui famiglie si riscontra un'elevata colesterolemia e la presenza di malattie cardiache precoci, è uno spreco di denaro che probabilmente fa più male che bene», osserva il dottor Thomas B. Newman, epidemiologo dell'University of California di San Francisco.

Se si seguissero alla lettera i consigli di certi medici, non si dovrebbe neppure nutrire i neonati con il latte materno: esso infatti è una vera e propria bomba al colesterolo. Ma in realtà sono proprio i bambini allattati al seno quelli che crescono meglio. E la cosa non deve stupire, visto che le cellule nervose e il cervello necessitano, per strutturarsi, della grande quantità di colesterolo presente nel latte materno.

I programmi su larga scala studiati per educare la popolazione mentono quando inducono a credere che le teorie sul colesterolo oggi di moda, siano una realtà ormai acquisita nel campo della medicina. Molti medici nutrono seri dubbi riguardo al fatto che il colesterolo sia davvero il responsabile principale di tanti casi di infarto cardiaco. Già quando in Germania, nel 1990, venne fissato arbitrariamente il valore limite di 200, esperti come il cardiologo Harald Klepzig dell'lstituto tedesco di cardiologia di Francoforte sul Meno hanno dichiarato di non essere d'accordo con quella decisione. Proprio quando la teoria sul colesterolo oggi in voga stava acquistando grande credito presso l'opinione pubblica, il dottor Klepzig ha detto: «Saremmo lieti se potessimo disporre anche di un solo studio verificabile da cui risultasse che vite umane possono essere salvate con l'abbassamento del tasso di colesterolo. Invece non abbiamo nessuna difficoltà a trovare dieci studi che dimostrano che un calo dei lipidi corrisponde a una mortalità più elevata».

E Paul Rosch, presidente dell'American Institute of Stress e docente di medicina al New York Medical College, commenta: «Il lavaggio del cervello che ha subito l'opinione pubblica ha funzionato talmente bene che molte persone credono di essere in salute o di poter vivere più a lungo se hanno il tasso di colesterolo basso. Invece non c'è niente di più falso».

In effetti l'opinione che il colesterolo alto sia causa di gravi inconvenienti per la salute non si basa su prove, ma soltanto su indizi, molti dei quali se sottoposti a verifica si dimostrano infondati. Nel 1953 Ancel Keys, un ricercatore dell'Università del Minnesota, ha pubblicato un lavoro che sarebbe diventato il mito fondante della teoria sul colesterolo. In quel suo studio l'autore ha inserito un diagramma, basato sull'ipotesi che in sei diversi paesi del mondo sia riscontrabile una relazione evidente tra il consumo di grassi e la mortalità dovuta a cardiopatie coronariche. La rivista «Lancet» ha commentato il lavoro con queste parole: «La curva tracciata non lascia dubbi sul fatto che esista un rapporto tra la percentuale di grassi negli alimenti consumati e il rischio di morte a causa di una cardiopatia coronarica».

La curva del diagramma fa sicuramente una certa impressione, tuttavia si basa su un errore non da poco. Nel tracciarla, infatti, Keys ha preso in considerazione soltanto i dati provenienti da sei paesi del mondo, pur avendo a disposizione le cifre relative a 22 paesi. Se si utilizzano tutti i dati disponibili, ecco che il rapporto tra il consumo di grassi e la morte per arresto cardiaco si dimostra inesistente. Se Keys «avesse incluso nella sua ricerca tutti i paesi di cui disponeva i dati, non avrebbe potuto disegnare quella curva sul suo diagramma», dice il medico svedese Uffe Ravnskov. «Ad esempio, negli Stati Uniti la mortalità dovuta a cardiopatie coronariche era tre volte più alta che in Norvegia, anche se in entrambi i paesi il consumo di grassi era all'incirca lo stesso».

I medici come Ravnskov non negano affatto che esista un rapporto tra i grassi nel sangue e le cardiopatie coronariche. Circa lo 0,2% della popolazione soffre di ipercolesterolemia ereditaria: le persone affette da tale malattia hanno troppo pochi recettori di colesterolo integri. Il colesterolo quindi non può essere trasportato dal sangue alle cellule dell'organismo, per cui la colesterolemia aumenta. I valori vanno da 350 a 1000 milligrammi per decilitro. Le persone che soffrono di questo disturbo sono esposte più di altre al pericolo di morire d'infarto cardiaco, perché si ammalano spesso di una grave forma di arteriosclerosi. Non è tuttavia sicuro che questa patologia sia paragonabile alla vera arteriosclerosi. Esami autoptici eseguiti su persone che soffrivano di ipercolesterolemia ereditaria hanno dimostrato che il colesterolo si deposita non solo nei vasi, ma in qualunque altro organo. «Molti organi sono letteralmente impregnati di colesterolo», dice Uffe Ravnskov. Perciò è sbagliato considerare valido il rapporto esistente tra colesterolo e arteriosclerosi per persone che hanno la colesterolemia «normale».

A volte il medico cerca di convincere un paziente anziano «a rischio» a cambiare le sue abitudini alimentari e a cibarsi di alimenti poveri di colesterolo, ma per la persona anziana questo cambiamento può risultare pericoloso. L’alimentazione di chi è avanti con gli anni è «comunque già pregiudicata da protesi dentarie, stipsi, mancanza d'appetito e intolleranza verso parecchi cibi», avverte il medico americano Bernard Lown, un noto specialista di malattie cardiache che nel 1985 ha ricevuto il premio Nobel per la pace quale membro dell'associazione internazionale Medici per la prevenzione della guerra atomica. Lown ricorda il caso di una sua paziente molto anziana che di colpo era dimagrita e deperita perché voleva abbassare il livello del colesterolo. Lown le disse che se avesse continuato in quel modo avrebbe messo in pericolo la sua salute: «Le ordinai di ignorare i consigli che le erano stati dati da altri medici e di mangiare tutto quello che le piaceva. Nell'arco di sei mesi ritrovò il suo peso di prima e anche l'umore allegro e propositivo che la caratterizzava». In realtà abbiamo bisogno del colesterolo oggi tanto vituperato, dalla nascita fino all'età più avanzata.
La saga delle statine

La presenza nell'organismo delle cosiddette statine impedisce che si formi in esso l'acido chiamato mevalonico, necessario per la sintesi del colesterolo. In questo caso le cellule dell'organismo debbono procurarsi il colesterolo dai cibi, per cui il tasso di colesterolo nel sangue diminuisce. Questa caratteristica delle statine fa sì che esse siano un prodotto d'importanza capitale per l'industria farmaceutica. Le persone che possono averne bisogno sono moltissime: sono cioè tutti quegli individui il cui tasso di colesterolo è già stato definito troppo alto e che quindi hanno bisogno di cure. Si tratta di persone che, a parte il colesterolo alto, stanno bene di salute e quindi possono vivere tanto a lungo da dover assumere statine tutti i giorni per decenni. In effetti le sostanze che impediscono la formazione del colesterolo si sono dimostrate vere e proprie macchine per far soldi sul mercato dei prodotti farmaceutici, soprattutto perché sono state brevettate e si possono acquistare soltanto a caro prezzo (all'incirca da uno a due euro per ogni dose giornaliera). La Pfizer con la sua statina chiamata Lipitor conta di arrivare a un volume d'affari annuo di dieci miliardi di dollari: già oggi il Lipitor è il prodotto farmaceutico più venduto di tutti i tempi. Il prodotto concorrente, lo Zocor della ditta Merck & Co., arriva alla non meno impressionante cifra di 7,5 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti il 5,4% della popolazione adulta assume statine e nel mondo si contano 44 milioni di consumatori.
Tratto dal libro: “Gli inventori delle malattie”

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