La Svizzera sceglie: si alle Medicine Complementari
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La Svizzera sceglie: si alle Medicine Complementari
Da : http://archimede.ning.com:80/forum/topic/show?id=2056598%3ATopic%3A3721&xgs=1
Il referendum del 17 maggio u.s. ha definitivamente riconsegnato le medicine complementari ai cittadini svizzeri, riammettendole tra le terapie indispensabili per la salute. Un'opportunità che era stata eliminata nel 2005.
di Simonetta Bernardini
In Svizzera la tradizione delle medicine complementari è da tempo molto ben radicata. Se ne avvale il 57% della popolazione, il 40% dei medici di famiglia le utilizza. Il sistema sanitario pubblico della Svizzera è affidato alla rimborsabilità da parte delle assicurazioni.
Con effetto dal primo luglio 1999 cinque terapie erano state inserite nel sistema della rimborsabilità: omeopatia, antroposofia, fitoterapia, medicina tradizionale cinese e neuralterapia. Tale rimborsabilità, concessa se a dispensare queste terapie erano i medici, era stata accordata per un periodo di cinque anni. Dunque fino al 2005. La decisione se continuare a rimborsarle dopo il 2005 era stata affidata alla consegna di prove di efficacia da parte di un progetto di valutazione, il PEK, Complementary Medicine Evaluation Programme.
Tuttavia, prima ancora della consegna dei risultati (favorevoli all'impiego delle MC), il Ministero della Salute svizzero negò la rimborsabilità a queste terapie. Questo ha mobilitato una lunga e tormentata iniziativa popolare sostenuta dal settore delle medicine complementari, medici, terapisti, produttori di medicinali omeopatici i quali sono riusciti, infine, a raccogliere 100.000 firme in 18 mesi e quindi ad ottenere il referendum popolare.
Il voto del 17 maggio ha permesso così ai cittadini di scegliere ed essi hanno votato in larga maggioranza per la modifica di un articolo della Costituzione Svizzera, il 118, attraverso l'inserimento della dizione: "Tenere in considerazione le medicine complementari nel servizio sanitario pubblico".
Il voto svizzero riflette esattamente la situazione europea di gradimento delle MC; infatti le indagini epidemiologiche fissano al 65% la percentuale dei cittadini europei che se ne avvalgono, mentre circa 150.000 medici hanno frequentato una scuola di formazione. Il voto consentirà non solo una rivalutazione delle opportunità terapeutiche dei cittadini ma anche una corretta e condivisa ridefinizione dei percorsi formativi per quegli operatori che vorranno definirsi esperti nelle medicine complementari.
L'abusivismo terapeutico infatti affligge anche la nazione dei cantoni, come ogni altra nazione in cui le Istituzioni non si sono ancora adoperate per togliere le medicine complementari dalla condizione di semiclandestinità. Non ultima l'Italia.
Nel commentare la notizia, con ovvio entusiasmo, ci poniamo due domande: chissà se il Parlamento italiano saprà ispirarsi a questo risultato e ricevere una spinta per fare dell'Italia una nazione che, sul tema della integrazione terapeutica, potrebbe balzare in cima alla classifica europea, dotandosi di un legge nazionale di regolamentazione delle medicine complementari? E la seconda domanda: chissà se, a forza di constatare atti ufficiali in cui queste medicine si definiscono, correttamente, "complementari" i sostenitori del termine "non convenzionale" (un fenomeno oramai tutto italiano) saranno finalmente disposti a uniformarsi ad una terminologia universalmente riconosciuta?
Fonte: Omeopatia33, newsletter della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata
Tag: complementari
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Il referendum del 17 maggio u.s. ha definitivamente riconsegnato le medicine complementari ai cittadini svizzeri, riammettendole tra le terapie indispensabili per la salute. Un'opportunità che era stata eliminata nel 2005.
di Simonetta Bernardini
In Svizzera la tradizione delle medicine complementari è da tempo molto ben radicata. Se ne avvale il 57% della popolazione, il 40% dei medici di famiglia le utilizza. Il sistema sanitario pubblico della Svizzera è affidato alla rimborsabilità da parte delle assicurazioni.
Con effetto dal primo luglio 1999 cinque terapie erano state inserite nel sistema della rimborsabilità: omeopatia, antroposofia, fitoterapia, medicina tradizionale cinese e neuralterapia. Tale rimborsabilità, concessa se a dispensare queste terapie erano i medici, era stata accordata per un periodo di cinque anni. Dunque fino al 2005. La decisione se continuare a rimborsarle dopo il 2005 era stata affidata alla consegna di prove di efficacia da parte di un progetto di valutazione, il PEK, Complementary Medicine Evaluation Programme.
Tuttavia, prima ancora della consegna dei risultati (favorevoli all'impiego delle MC), il Ministero della Salute svizzero negò la rimborsabilità a queste terapie. Questo ha mobilitato una lunga e tormentata iniziativa popolare sostenuta dal settore delle medicine complementari, medici, terapisti, produttori di medicinali omeopatici i quali sono riusciti, infine, a raccogliere 100.000 firme in 18 mesi e quindi ad ottenere il referendum popolare.
Il voto del 17 maggio ha permesso così ai cittadini di scegliere ed essi hanno votato in larga maggioranza per la modifica di un articolo della Costituzione Svizzera, il 118, attraverso l'inserimento della dizione: "Tenere in considerazione le medicine complementari nel servizio sanitario pubblico".
Il voto svizzero riflette esattamente la situazione europea di gradimento delle MC; infatti le indagini epidemiologiche fissano al 65% la percentuale dei cittadini europei che se ne avvalgono, mentre circa 150.000 medici hanno frequentato una scuola di formazione. Il voto consentirà non solo una rivalutazione delle opportunità terapeutiche dei cittadini ma anche una corretta e condivisa ridefinizione dei percorsi formativi per quegli operatori che vorranno definirsi esperti nelle medicine complementari.
L'abusivismo terapeutico infatti affligge anche la nazione dei cantoni, come ogni altra nazione in cui le Istituzioni non si sono ancora adoperate per togliere le medicine complementari dalla condizione di semiclandestinità. Non ultima l'Italia.
Nel commentare la notizia, con ovvio entusiasmo, ci poniamo due domande: chissà se il Parlamento italiano saprà ispirarsi a questo risultato e ricevere una spinta per fare dell'Italia una nazione che, sul tema della integrazione terapeutica, potrebbe balzare in cima alla classifica europea, dotandosi di un legge nazionale di regolamentazione delle medicine complementari? E la seconda domanda: chissà se, a forza di constatare atti ufficiali in cui queste medicine si definiscono, correttamente, "complementari" i sostenitori del termine "non convenzionale" (un fenomeno oramai tutto italiano) saranno finalmente disposti a uniformarsi ad una terminologia universalmente riconosciuta?
Fonte: Omeopatia33, newsletter della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata
Tag: complementari
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MAURO LORE- forista esperto
-
Numero di messaggi : 940
Località : Roma
Data d'iscrizione : 30.12.07
Re: La Svizzera sceglie: si alle Medicine Complementari
Molto bene.
Credo che la Svizzera abbia dato un buon esempio ...che però dubito che gli altri "pseudo-politicanti europei" seguiranno con facilità .
Certo non sarebbe male un referendum anche in italia .
Credo che la Svizzera abbia dato un buon esempio ...che però dubito che gli altri "pseudo-politicanti europei" seguiranno con facilità .
Certo non sarebbe male un referendum anche in italia .
Ospite- Ospite
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