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fico d'india

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Messaggio Da XENA Gio 12 Apr 2012 - 23:49

Il fico d’India per l’eterna giovinezza?
di Francesco Bruno

fico d'india  779_imgSi dice che questo squisito frutto sia giunto in Europa con Cristoforo Colombo di ritorno dalle Americhe. Invece ancora prima, nell’827, i Saraceni lo importarono in Sicilia quando sbarcarono a Mazara.
Il fico d’India è ricco di zuccheri biodisponibili, calcio, fosforo e vitamine. Anche le pale (cladodi), possono essere utilizzate per il loro effetto diuretico, d’eliminazione dei calcoli renali e d’abbassamento del tasso di colesterolo ematico.
Ma l’effetto più importante del fico d’India è la sua azione antiossidante ed antiradicali liberi. Le sostanze antiossidanti sono rappresentate essenzialmente da due composti betalainici : la betanina rosso-porpora e l’indicazantina gialla, con potere riducente molto elevato.
La loro capacità anti-radicali d’origine chimica è superiore a quella del Trolox, l’analogo chimico idrosolubile della vitamina E, uno dei principali antiossidanti biologici.
Studi in vitro, hanno inoltre dimostrato che betanina e indicazantina, sono in grado di fornire una marcata protezione, sia alle cellule, sia alle lipoproteine LDL umane con azione antiossidante. Questo meccanismo d’azione si traduce in un’azione antiaterogena.

In vivo
Se si assumono nel contesto di una dieta normale, circa 6 frutti al giorno (500 grammi di polpa) per tre settimane, si assiste a:
- un marcato aumento di antiossidanti plasmatici di vitamina C ed E;
- una riduzione dei livelli ematici di malondialdeide e isoprostani, tipici prodotti della ossidazione di materiale organico.
I meccanismi di protezione attraverso i quali i costituenti del fico d’india agiscono sull’organismo, non sono ancora perfettamente conosciuti. Le quantità di antiossidanti contenuti nel frutto non possono assolutamente giustificare l’aumento ematico riscontrato. Di conseguenza questi risultati indicano che i componenti attivi, assorbiti e resi biodisponibili, possono offrire una protezione dei sistemi antiossidanti organici operando a diverso e più alto livello.
Il consumatore troverà nel fico d’India un frutto nutriente, dissetante e pieno di componenti con importanti attività per il mantenimento dello stato di salute, la cura di vari processi morbosi, il rallentamento dei processi d’invecchiamento cellulare, la prevenzione di tutte le patologie che hanno alla base uno stress ossidativo.

Dott. Francesco Bruno
Dermatologo Plastico a Palermo
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Messaggio Da Dezeb Mar 17 Apr 2012 - 15:46

Chiamasi anche NOPAL, per cui se sta cercando di ordinarlo da luoghi remoti, basta andare in campagna aperta, nel sud-Italia e si può procurare facilmente,
il NOPAL da quanto leggo sembra che siano le "foglie" (dette anche "pale"), che non sono quelle che normalmente si pensano:
hanno forma piatta, spessa, gelatinosa-carnosa e attenzione: sono piene di spine sottilissime e anche i frutti, che sono attaccati alle pale e hanno diversi colori)
tolte le spine però non so che procedimenti subisca la "pala" Nopal per ottenerla in polvere, comunque si trova, non c'è bisogno di comprarla a carissimo prezzo

http://obiettivobenessere.tgcom24.it/wpmu/tag/nopal/
Il fico d’India (Opuntia Ficus indica) è una pianta originaria
dell’America, che attualmente cresce spontanea in tutto il bacino del
Mediterraneo. È noto anche come opuntia o nopal. Diverse ricerche
scientifiche ne hanno evidenziato l’efficacia nella cura del diabete,
nel controllo del tasso di colesterolo nel sangue, nel trattamento del
sovrappeso, dei disturbi gastrointestinali e delle malattie cutanee. Il
succo estratto dai frutti è diuretico e lassativo. Le foglie sono fonte
di fibra solubile e insolubile (cellulosa, emicellulosa, lignina,
pectina, mucillagini), di vitamine (A, B1, B2, B3 e C), di minerali (calcio, magnesio, ferro, potassio e rame). Seguici e scopri come utilizzarlo per dimagrire…Perché questo cactus ti fa dimagrire

• Modera l’appetito grazie alla presenza di mucillagini (fibre solubili).

• Regolarizza l’indice glicemico, e quindi permette un minor accumulo di adipe.

• Facilita il transito intestinale, combattendo stipsi e gonfiori.

Controlla l’indice glicemico

Una ricerca condotta appunto in Messico, da un gruppo di studiosi
dell’Università della Bassa California a Tijuana, ha dimostrato le
proprietà ipoglicemizzanti delle fibre contenute nel fico d’india, utili
in caso di diabete mellito. Ma anche chi non è diabetico può giovarsi
con profitto di questo moderatore della glicemia che riduce
l’assorbimento di zuccheri e grassi favorendo il dimagrimento.

Aumenta il senso di sazietà

Grazie al suo contenuto di fibre solubili, soprattutto mucillagini,
questa pianta dona un senso di sazietà utile per chi ha sempre voglia di
sgranocchiare qualcosa. Queste fibre, una volta ingerite, creano uno
sorta di gelatina che espandendosi, placa il senso di vuoto allo
stomaco. Inoltre, le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri a
fine pasto, facendo mantenere più a lungo il senso di sazietà.

Mantiene regolare l’intestino

Solubili e insolubili, le fibre di questo cactus favoriscono il
movimento intestinale senza irritare le mucose. Inoltre, contribuiscono a
rigenerare la flora batterica, e riducono il riscio di emorroidi. Un
intestino attivo, in grado di elimare le scorie e le tossine, consente
un dimagrimento più rapido e un miglior assorbimento di vitamine e
minerali.

Come utilizzarlo

• Gli estratti delle foglie di fico d’india utilizzabili per
contrastare il sovrappeso vengono venduti sotto il nome di “nopal”o
“opuntia”. Li trovi perlopiù sotto forma di compresse o capsule (2
mezz’ora prima dei pasti, con abbondante acqua). Sono efficaci se
assunte all’interno di un programma di dimagrimento che prevede una dieta equilibrata e un esercizio fisico regolare, anche noderato.

• Per l’uso in gravidanza e durante l’allattamento o in caso di problemi alimentari, occorre rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Se vuoi saperne di più visita le sezioni Dimagrire, Dieta, Integratori, Cibo su Riza.it
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