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Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Internazionale

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negativo Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Internazionale

Messaggio Da viernes Gio 5 Giu 2008 - 11:11

Marcello
Pamio – 4 giugno 2008



Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Internazionale Trattato_lisbonaOggi
possiamo tranquillamente parlare di “Nuovo
Ordine Internazionale
” o “Nuovo
Ordine Mondiale
”, senza essere tacciati da psicopatici
cospirazionisti, e sapete perché?


Per il semplice motivo che personaggi del calibro di George Herbert
Walker Bush, Giovanni Paolo II, Henry Kissinger, Kofi Annan, Bill
Clinton, Gordon Brown e molti altri, ne hanno
parlato liberamente e pubblicamente.


George Bush senior parlò esattamente di Nuovo Ordine Mondiale l’11
settembre (data simbolica) del 1990; Papa Giovanni Paolo II lo fece nel
messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace il 1°
gennaio 2003; Kofi Annan (ex segretario dell’ONU) nel suo ultimo
discorso all’assemblea delle Nazioni Unite, parlando ai 192 leader dei
paesi membri chiese nientepopodimenchè la “creazione
di un nuovo ordine mondiale
[1].



Quindi
se siamo dei visionari, siamo
in buona (per modo di dire) compagnia!


Oggi il Sistema oligarchico che anela al controllo della vita di milioni
di persone ha fatto e sta facendo passi da gigante per raggiungere
questo obiettivo. L’ultimo in ordine cronologico è il “Trattato
di Lisbona
”.



Pochi
ne avranno sentito parlare, ma è già stato votato dai governanti
europei, tra cui anche l’Italia.


Il 30 maggio scorso, “il
Consiglio dei Ministri
– dice Franco Frattini – ha
approvato all’unanimità il ddl di ratifica del Trattato di Lisbona,
che i presidenti
delle Camere inseriranno come priorità nell'ordine del giorno dei
lavori parlamentari
[2]


Il grande statista Roberto Calderoli, Ministro per
la Semplificazione
, ha aggiunto però che “rimangono
le riserve della Lega che proporrà una legge ad hoc per consentire un
Referendum sul Trattato
[3]



Il
suo è stato un sì, ma con riserva, perché “c’è
- dice lui - una perdita di sovranità notevole
[4].


Staremo a vedere se il Carroccio riuscirà ad ottenere una legge
costituzionale che permetta a noi cittadini di dire la nostra su questo
Trattato con un referendum. Oggi infatti non è possibile il voto
popolare su un Trattato. Chissà come mai?!



Il
primo paese ad aver ratificato il nuovo trattato è stata l’Ungheria,
seguita a ruota da Slovenia, Malta, Romania, Bulgaria, Polonia,
Slovacchia, Portogallo, Danimarca, Austria, Lettonia e Lituania.
[5]


L’Impero Britannico che in sede di negoziato ha ottenuto diverse e
importanti esenzioni (opting out) deve ancora ratificarlo. Con
opting-out s’intende la clausola di esenzione: in pratica è la deroga
che - onde impedire un bloccaggio generale - è concessa agli Stati
membri che non desiderano associarsi agli altri Stati. Inghilterra e
Danimarca non hanno infatti aderito alla terza fase dell’unione
economica e monetaria (UEM): questi due paesi intelligentemente incamerano
il Signoraggio sulla loro moneta (rispettivamente sterlina e corona
danese), ma anche sull’euro, visto che partecipano come
soci/proprietari della BCE, Banca Centrale europea di Francoforte (quote
di “proprietà”: Inghilterra 15,98% e Danimarca 1,72%).


Non a caso l’Inghilterra è da secoli il Centro del Potere planetario!



Ma
cos’è questo Trattato e perché c’interessa?


Questo Trattato modifica e sostituisce il Trattato dell’Unione europea (1992), noto come Maastricht, e il Trattato
istitutivo della comunità europea
(1957).


Il Trattato dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2009, e il
prossimo 12 giugno sarà una data molto importante per tutti, visto che
in Irlanda si effettuerà il referendum. Unico paese in Europa ad aver
istituto un voto popolare sull’argomento.


Il Movimento internazionale Diritti Civili Solidarietà denuncia da
mesi il pericolo di questo Trattato,
chiedendo a gran voce che non venga ratificato, perchè se ciò
avverrà:



-
Aumenteranno
i poteri straordinari della Commissione dell’Unione Europea in quasi
tutti gli aspetti della vita dei cittadini (politica economica e
difesa), privando il nostro Paese della propria sovranità e vanificando
in questo senso
la Costituzione
italiana, a partire dall’Articolo 1 che recita “la sovranità appartiene al popolo”.



-
La
politica di difesa del Trattato prevede, oltre alle missioni di pace,
anche missioni offensive, che violano l’Art. 11 della
Costituzione. Attraverso il potenziamento delle forze militari messe a
disposizione dell'Unione Europea, è in atto un tentativo di fare
dell'Europa un braccio della NATO. Con la creazione di un gruppo
ristretto di paesi a cui verrebbero demandate le iniziative militari,
sarebbe più facile aggirare l'opposizione di chi vorrebbe evitare lo
scontro strategico portato avanti da Londra e Washington nei confronti
di Russia e Cina[6].




-
In
politica economica si parla di una vera e propria “dittatura dell’Unione e della Banca Centrale Europea”. Grazie al
Trattato di Lisbona, infatti, i burocrati dell’Unione Europea avranno
pieno titolo a bocciare qualunque misura decisa dal nostro governo, e
dagli altri governi europei, per difendere la propria economia,
l’occupazione, i redditi, l’industria e l’agricoltura, ed
intervenire sui prezzi.



Sembra follia ma purtroppo non lo è.


L'ex ministro e insigne giurista Giuseppe Guarino, ordinario di diritto
amministrativo all'Università di Roma, ha diffidato dal ratificare il
trattato così com'è, perché esso codificherebbe un sistema di "governo
di un organo
" o "organocrazia".



Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l'Art.
1 e 11.



Riguardo a quest'ultimo, le condizioni di parità sono violate dal fatto
che paesi come
la Gran Bretagna
e
la Danimarca
, membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all'Euro. Così
essi possono, ad esempio, fissare il tasso d'interesse in modo
vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del
trattato.



Inoltre il Trattato aumenta sensibilmente i poteri della
Commissione Europea.


Ad esempio, nel caso della procedura di infrazione del Patto di Stabilità,
stabilita dall'Art. 104,
la Commissione
finora aveva solo il potere di notificare l'avvenuta infrazione al
Consiglio dei Ministri dell'EU, che poi decideva se avviare la procedura
o meno. Nella nuova versione, sono stati introdotti tre piccoli
cambiamenti che spostano quei poteri in seno alla Commissione. Non
sarebbe saggio approvare il trattato, riproponendosi di cambiare in
seguito le sue parti sbagliate, ha osservato il prof. Guarino. Ciò
sarebbe di fatto impossibile, dato che occorre l'unanimità.



Un altro eminente costituzionalista tedesco, il prof.
Schachtschneider, ha sviluppato una lezione dal titolo “La
legittimazione della pena di morte e dell'omicidio
” in cui
sostiene che il Trattato di Lisbona nel suo continuo sostenere una
cosa e rimandare ad altra contraria attraverso il richiamo alle “Spiegazioni
della Carta dei Diritti Fondamentali
” legittima la pena di morte e
l’omicidio
per reprimere, in modo conforme alla legge, una
sommossa o un'insurrezione
” e “per atti commessi in tempo di
guerra o in caso di pericolo imminente di guerra
” (ben 14 Stati
dell’Unione europea sono impegnati nella guerra in Iraq).[7]


In caso di pericolo imminente
di guerra
”? Ma noi, grazie alla politica guerrafondaia di Bush
& Company siamo dall’11 settembre 2001 quotidianamente in
“guerra” contro il terrorismo! Come la mettiamo?



Sarebbe poi di interesse nazionale conoscere –
soprattutto nell’ottica della nuova legge sulla sicurezza votata dal
governo Berlusconi - cosa s’intende per “sommossa
e “insurrezione”.


Forse il movimento No-Tav può essere considerato una sommossa?
O tutti coloro che si battono perché non vengano costruite centrali
atomiche
o cancro-valorizzatori
(leggi inceneritori)?


Chi lo sa, fatto sta che con la nuova legge sulla sicurezza, questi siti
saranno di “interesse nazionale
per cui potranno essere difesi dall’esercito, e gli organizzatori di
manifestazioni (pacifiche) di protesta, potrebbero finire in galera!
Alla faccia della libertà.


Ma d’altronde la grande maestra America insegna.


Il 17 ottobre 2006 Bush junior ha firmato il “Military
Commissions Act
” (MCA) che introduce l’istituzione di tribunali
militari con potere di giudicare sia chi è cittadino USA sia chi non lo
è.
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negativo Re: Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Internazionale

Messaggio Da viernes Gio 5 Giu 2008 - 11:23

In un colpo solo, ha fatto sparire il più antico fra i diritti della
società anglofona: quello di opporsi al potere governativo di arrestare
chiunque e detenere arbitrariamente le persone: l’Habeas Corpus, considerato uno dei principi più importanti
stabiliti dalla Magna Charta
Libertatum
(firmata da
Re Giovanni Senza Terra nel 1215)[8]


Ma non è tutto perché lo stesso giorno, sempre il solito Bush ha
firmato il “John Warner Defense
Authorizations
Act” che
permette al presidente di dislocare truppe in qualsiasi località degli
Stati Uniti e di assumere il controllo delle unità della Guardia
nazionale in qualsiasi stato degli USA senza previo consenso del
governatore o del magistrato, al fine di “reprimere
disordini pubblici
”.


All’appello manca
la Legge Marziale
e poi siamo al completo…



Il Trattato di Lisbona in quest’ottica è l’ennesimo
passo in avanti verso la creazione del cosiddetto Nuovo Ordine
Internazionale, cioè “maggiori poteri di controllo di pochi su
molti”.


La sua ratifica permetterà ai banchieri di Bruxelles di potenziare il
loro potere su noi sudditi europei e di conseguenza limitare di molto le
nostre libertà individuali.


La sovranità dei popoli sta per essere consegnata totalmente nelle mani
di qualche oscuro e potente banchiere...



Dobbiamo sperare quindi che venga fatto un Referendum
popolare (con legge costituzionale) sul Trattato di Lisbona!



Non sappiamo se possa servire a qualcosa, ma proviamo a
mandare il nostro disappunto mediante una e-mail o lettera, alle
segreterie dei principali partiti di governo e dei quotidiani nazionali.



Segreteria politica federale rsoragna@leganord.org



Affari istituzionali rmarraccini@leganord.org



Giustizia sanvar@leganord.org


Segreteria
nazionale Giovani Forza Italia segreterianazionale@forzaitaliagiovani.it



Il Corriere della Sera www.corriere.it/scrivi/bit.shtml




La Repubblica
larepubblica@repubblica.it




La senatrice Lidia Menapace contraria al Trattato di
Lisbona


Importantissima segnalazione per ambedue i temi anzi tre:
abolizione della neutralità (che obbliga Svizzera, Svezia, Austria,
Finlandia, Malta a mutare forma dello stato o a non aderire all'Europa)
mentre sarebbe proprio il caso di tenere aperta la possibilità di
provare a fare un' Europa neutrale (che non vuol nemmeno dire disarmata,
ma ad esempio nell'impossibilità di possedere armi atomiche e qualsiasi
armamento nucleare) (dunque un bel sostegno alla campagna Via le
bombe!), pena di morte (che abbiamo appena tolto dal codice militare di
guerra italiano), fine della sovranità nazionale in economia, che è
una clausola tombale sullo stato sociale. credo che davvero dovremmo
fare un grande botto in proposito. Mandiamo il testo di Liliana
sottoscritto e appoggiato dalla rete a Liberazione, al Manifesto, alla
segreteria di Rifondazione e a tutta
la Sinistra
arcobaleno (avete visto che l'unico colore assente è il rosa?), al
gruppo della sinistra al parlamento europeo.



Se
volete scaricare il Trattato di Lisbona integrale in italiano (287
pagine) www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/cg00014.it07.pdf




"Porta
a Porta"
14
febbraio 2008, Giulio Tremonti parla di Illuminati!
(2 min. e 24 sec.)

"Anno
Zero" 6 marzo 2008, Giulio Tremonti parla di Illuminati!
(7 min. 35 sec.)














Da
Maastricht a Lisbona: cronologia



17
Febbraio 1986
Giulio
Andreotti (Ministro degli Esteri del Governo Craxi), firma l’Atto
Unico Europeo (AUE).



7 Febbraio 1992


Giulio Andreotti (Presidente del Consiglio), il Ministro
degli Esteri Gianni de Michelis (Membro dell’Aspen Institute) e il
Ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore di Bankitalia) firmano
il Trattato di Maastricht per l’entrata dell’Italia nell’Unione
Europea.


Così facendo, l’autonomia delle banche centrali stava entrando in
tutti gli ordinamenti giuridici dell’Unione Europea per effetto del
Trattato (articolo 107).



Articolo
107 del Trattato di Maastricht
Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti
e dei doveri loro attribuiti dal presente trattato e dallo
Statuto del SEBC, né
la BCE
né una Banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi
organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni
dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli
Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e
gli organi comunitari nonché i Governi degli Stati membri si
impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di
influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle
Banche centrali nazionali nell'assolvimento dei loro
compiti.





Gli Stati aderenti rinunciano alla sovranità monetaria
nazionale per trasferirla con l’articolo 105 alla Banca Centrale
Europea (BCE).




Articolo
105A del Trattato di Maastricht

1.


La BCE
ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote
all'interno della Comunità.
La BCE
e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le
banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali
costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella
Comunità.
2.
Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con
l'approvazione delle BCE per quanto riguarda il volume del
conio.





7 Febbraio 1992


Lo stesso giorno l’autonomia della Banca Centrale si è
perfezionata con la legge 7.2.1992 numero 82 varata dal ministro del
Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), che ha
attribuito alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso
ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro
.



30 Maggio 2008


Il
Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il ddl di ratifica
del Trattato di Lisbona

che da maggiori poteri agli eurocrati di Bruxelles.



<hr align="left" size="1" width="33%">

[1]
Bush: Falso lo scontro di civiltà”, ”
La Repubblica
”, 19 settembre 2006
[2]
Semaforo verde del Cdm alla ratifica del Trattato di Lisbona”,
“Il Sole 24 Ore”, 30 maggio 2008


[3]
Sì del governo al Trattato di Lisbona, ma restano le riserve della Lega”,
RaiNews24, 30 maggio 2008


[4]
Idem


[5]
Idem


[6]
In questo contesto Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento
Solidarietà tedesco (BueSo) fa riferimento ad un documento politico
sul conto dell’Alleanza che circola in ambienti neo-conservatori
transatlantici. Il documento è intitolato “Verso una grande
strategia per un mondo nell’incertezza” ed è stato redatto da
cinque generali in congedo che espongono una nuova strategia per
la NATO
, secondo cui la nuova struttura di difesa composta da USA, UE e
NATO ha il compito di affrontare una serie di sfide, tra cui:
crescita demografica (!), cambiamento del clima, sicurezza
energetica, aumento dell’irrazionale e declino della
ragionevolezza (!), indebolimento degli stati nazionali e delle
istituzioni mondiali (come l’ONU, l’UE,
la NATO
), terrorismo internazionale, crimine organizzato, proliferazione di
armi di distruzione di massa, “abuso della leva finanziaria ed
energetica”, migrazioni, HIV/AIDS e SARS. I firmatari sono: gen.
Klaus Naumann (Germania), feldmaresciallo lord Inge (Regno Unito),
gen. John Shalikashvili (USA), amm. Jacques Lanxade (Francia), e
gen. Henk van den Bremen (Olanda).
[7]
Il Trattato di Lisbona deve essere respinto”, Movisol, www.movisol.org/08news117.htm
30 maggio 2008


[8]
Scompare il diritto dell’Habeas Corpus per chiunque”, Censura
2008, pag. 27, Nuovi Mondi
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negativo GRAZIE IRLANDA!!!

Messaggio Da viernes Ven 13 Giu 2008 - 15:05

Secondo le stime ufficiali hanno votato il 53,4% degli aventi diritto
Preoccupati gli osservatori internazionali. Il documento è stato già ratificato da 18 paesi



Trattato di Lisbona, Irlanda al voto
Un ministro: "Hanno vinto i no"



Le conseguenze sull'economia: l'euro tocca sul dollaro il minimo mensile a 1,5307
No comment della Ue. Laitenberger: "La Commissione ha fatto il possibile"






Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Internazionale Ap_13172749_44550
Il presidente irlandese Mary McAleese alle urne insieme al marito










DUBLINO
- L'Irlanda ha scelto di non ratificare il Trattato di Lisbona per la
riforma Ue. Lo ha annunciato Dermot Ahern, ministro irlandese della
Giustizia. "Hanno vinto i no - ha dichiarato il ministro in diretta
televisiva - alla fine, per una miriade di ragioni, il popolo si è
espresso così. Un risultato che lascia delusi ma di cui bisogna
prendere atto". Gli esponenti del governo, sentiti dalla televisione
pubblica Rte, avevano già ammesso di aspettarsi una vittoria del "no".
E già dalle prime ore della mattina i sondaggi vedevano in testa i voti
contrari al documento.



Il primo dato ufficiale sui risultati è quello riferito al distretto
elettorale di Waterford e indica una vittoria del "no" con 20.812 voti
contro i 17.502 del "sì". Secondo le altre stime in cinque
circoscrizioni della capitale Dublino, che conta un quarto
dell'elettorato, il fronte del "sì" resta indietro; in tre si registra
un sostanziale pareggio e soltanto in una sono in vantaggio i
favorevoli al Trattato. La pagina web del quotidiano "Irish Times"
conferma che in tutte le circoscrizioni della capitale i "no"
prevalgono con una media di 60 contro 40 dei "sì", con picchi di 70
contro 30 nella circoscrizione sudorientale. Anche nelle altre regioni
del paese gli iralndesi si sono espressi negativamente. I distretti
operai hanno votato massicciamente contro il documento. Il vantaggio
dei voti contrari è forte nei distretti di Mayo, Limerick, Galway,
Sligo e Louth. A Donegal, nel nord-est, dove sono state scrutinate il
10% delle urne, in nessun caso ha vinto il "sì".



Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Internazionale 1670573425@Top,TopLeft,TopRight,Left,Right,Middle,Middle1,Position1,Bottom,x40,x41,x42,x43,x44,x45,x46%21Middle




Sono questi i primi dati sulla consultazione per la ratifica del
Trattato di Lisbona in Irlanda. Risultati che hanno avuto già avuto
conseguenze sull'economia. L'euro ha toccato nei confronti del dollaro
Usa il minimo mensile a 1,5307 dopo le notizie diffuse.



"Il sì sembra forte in alcune delle aree di classe media ma onestamente
non credo che sia sufficiente a battere il no", ha commentato Joan
Burton, deputata della capitale per il Labour, terzo partito dell'Eire.
Dello stesso parere è Dick Roche, ministro irlandese per gli Affari
europei, che da Wicklow ammette: "Le cose non si mettono bene per il
sì. Qui si parla di un testa a testa e a quanto mi risulta siamo nel
collegio più favorevole al sì. Ma le cose altrove stanno andando
diversamente. Continuo a tenere le dita incrociate. La situazione
potrebbe capovolgersi durante la giornata".



No comment dell'Unione europea sulle prime proiezioni. Durante il
quotidiano briefing coi giornalisti Johannes Laitenberger, portavoce
della Commissione, ha detto che l'esecutivo europeo ''ha fatto tutto
quel che poteva e doveva. Ora è il momento di aspettare la fine dello
spoglio e la proclamazione del risultato''.



Occhi puntati dunque sull'Irlanda. Nel pomeriggio dovrebbero conoscersi
i dati ufficiali sui 43 distretti elettorali. Intanto un dato preoccupa
gli osservatori internazionali: stime non ufficiali riferiscono di una
bassa affluenza alle urne, pari a circa il 40%, che potrebbe favorire
gli antieuropeisti. Secondo il quotidiano "Irish Times" avrebbe votato
il 50% dei 3,1 milioni di aventi diritto.




Dei ventisette paesi dell'Unione, l'Irlanda è l'unico che ha affidato
ratifica del documento a una consultazione popolare, ma i sondaggi
parlano di un'opinione pubblica spaccata e di un'alta percentuale di
indecisi. La scarsa partecipazione alle cunsultazioni, però,
sembrerebbe favorire il fronte del "no".




Già nel 2001 gli elettori irlandesi respinsero con un referendum il
trattato di Nizza, approvandolo poi in una nuova consultazione l'anno
successivo. La vittoria del "no" potrebbe creare degli attriti
all'interno dell'Unione Europea, dove il Trattato è già stato
ratificato dai parlamenti di 18 paesi. Non è escluso che l'Ue decida di
applicare comunque il patto di Lisbona, ma non è chiaro come l'Irlanda
potrebbe rapportarsi agli altri stati membri.




Le indescrezioni sul voto irlandese piombano in Consiglio dei ministri.
Durante la riunione di questa mattina Silvio Berlusconi si è detto
"preoccupato per come si stanno mettendo le cose riguardo al referendum
irlandese. Bisogna capire cosa succede perchè la cosa sarebbe
preoccupante", ha osservato il premier.




Se i cittadini irlandesi bocciassero il documento ''ci troveremmo in
una situazione di crisi senza precedenti per le istituzioni europee'',
ha commentato il presidente della Camera, Gianfranco Fini. L'ipotesi di
un risultato negativo piace invece a Roberto Calderoli, ministro per la
Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie nazionali
della Lega Nord.






"Un grazie agli irlandesi per il loro voto. Tutte le volte in cui i
popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un
modello di Europa che viene vista lontana dai popoli stessi,
dimostrando di avere maggiore saggezza rispetto a governi e
parlamenti", ha dichiarato il ministro ancor prima dei risultati
definitivi.






(13 giugno 2008)
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