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Messaggio Da mara Lun 30 Giu 2008 - 0:55

<table borderColor=#330000 cellSpacing=0 cellPadding=1 width="100%" border=0><tr><td width="100%"><table cellSpacing=0 cellPadding=0 width="100%" border=0><tr><td vAlign=top>Che cosa cambia per davvero la vita? Non avere traguardi da raggiungere. La nostra mente pensa che “un po’ alla volta, magari facendo fatica, pianino pianino arriverà un giorno in cui mi libererò di tutto il sovrappeso che mi angoscia e realizzerò la mia linea perfetta.”


Chi ragiona così quasi mai ce la fa…
Analizzando invece le persone che ce la fanno a dimagrire si riscontra un tema comune: tutti dicono che hanno imparato a stare meglio con se stessi e questa secondo me è l’unica e vera chiave. Scoprire che io non sono solo quello che deve perdere peso, ma che c’è dell’altro dentro di me. Il progetto, il traguardo sempre presente nella testa è un veleno, un nemico da cui devo guardarmi. Ogni volta che arriva il pensiero “devi riuscire ad essere magra”, si forma dentro di me l’idea che io esisto solo se ce la faccio e che sarà perfetta solo quando avrò raggiunto la linea che mi sono imposta.

No! Io devo imparare a non dare retta troppo spesso a questi pensieri: quando mi arrivano occorre che mi dica io sono io, sono qualcosa di molto più profondo, più nascosto di quello che credo di essere, non vivo soltanto per perdere peso.

Germana 35 anni ha realizzato il suo sogno della taglia 46 (era una 54) quando ha deciso di “non dare retta a quella voce interna che mi diceva: non vai bene così, mettiti subito a dieta”. Germana si è accorta che via via che non ascoltava più i suoi progetti mentali e il suo traguardo di dimagrire a tutti i costi stava bene con se stessa. “Inizialmente pensavo che non obbligandomi a dimagrire, a non tormentarmi coi pensieri, sarei ingrassata di più. E invece mi sentivo più tranquilla e basta”. E soprattutto, Germana si è accorta che non imponendosi nessuna costrizione tipo dieta, palestra, se ne andava via la fame inutile, “quella legata al fatto che ogni volta che mi dicevo di non mangiare, finivo per abbuffarmi”.

Il cervello ha bisogno non di un domatore che ci obblighi a mangiare meno, ma semplicemente di scoprire che dentro di noi esistono risorse e capacità che devono essere lasciate libere di agire spontaneamente. Nessuno di noi deve sentirsi solo una bocca da tenere a freno. Guai, se facciamo così!

L’obbligo di dimagrire, il pensiero fisso ci fa ingrassare molto di più. Invece la tranquillità interiore, la pazienza con se stessi, e più di tutto la capacità di allontanare ogni progetto di miglioramento, fa scattare le risorse più potenti del cervello che ci portano a perdere peso spontaneamente. Allora quando ci viene in mente l’obiettivo, tipo in 3 mesi perdo 10 chili, occorre distogliere lo sguardo dal progetto e sentirsi mentalmente vuoti. Quel vuoto fa scattare le risorse dell’anima, che ci vuole con il nostro peso forma e soprattutto con la nostra vera personalità, che ha mille interessi più del cibo, anche se l’ossesione di dimagrire li copre e li nasconde. Un progetto per il 2008? Pensare meno a dimagrire e lasciarsi andare di più. </TD></TR></TABLE></TD></TR></TABLE>


Ultima modifica di mara il Lun 30 Giu 2008 - 1:04 - modificato 1 volta.

mara
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Messaggio Da mara Lun 30 Giu 2008 - 1:00

IL POMODORO

Ciò che nasce d’estate è stato programmato dalla natura per non farci accumulare peso superfluo, in quanto la stagione calda non richiede questo tipo di protezione. Ma per il pomodoro si può dire di più: aiuta le cellule del pancreas a produrre minori quantità di insulina e rallenta la lipogenesi, uno dei meccanismi attraverso il quale accumuliamo grasso. Questo avviene grazie al licopene, il carotenoide che ha nel pomodoro la più alta concentrazione che si possa trovare in natura. La pariticolarià del licopene è che diventa ancora più biodisponibile, cioè utilizzabile dall’organismo, dopo la cottura. È una scoperta recente, che proviene dalla scuola di medicina della Ucla, in California: il calore rompe le pareti delle cellule del pomodoro liberando il licopene che dunque, grazie alla cottura, è di cinque volte superiore a quello che riusciamo ad assorbire dal pomodoro crudo.
L’importante è utilizzare pomodori cresciuti sotto il sole e non coltivati in serra.

Meglio di un integratore
I raggi del più potente sole estivo non bruciano la frutta e la verdura, Anzi, se adeguatamente irrigata, è turgida, tesa, perfetta, che si tratti di una foglia d’insalata o di un pomodoro. È l’effetto di un pool di sostanze di cui possiamo fare scorta con un triplice, benefico effetto.
˘Ti asciuga: il pomodoro dà solo 17 calorie l’etto, classificandosi come uno degli alimenti più a light a disposizione. Eppure, sempre in 100 grammi, ci sono 297 mg di di potassio. L’effetto è quello di contribuire a eliminare i liquidi in eccesso dai tessuti e combattere ritenzione e cellulite.
˘Reintegra i sali: grazie al 94% di acqua, e all’alto contenuto di minerali, un pomodoro funziona come un vero integratore salino, che combatte il caldo, idrata, riduce lo stress da alte temperature.
˘Rallenta l’invecchiamento: c’è un vero concentrato di antiossidanti in un pomodoro, utili a contrastare i radicali liberi. Il risultato è un’azione antinvecchiamento a largo spettro, che ha un riflesso immediato sulla pelle ma anche sul metabolismo, aiutato a rimanere più giovane e vitale.

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Messaggio Da mara Lun 30 Giu 2008 - 1:03

QUANTE VOLTE CI PENSI?

Per dimagrire è fondamentale “distrarsi” dal cibo. Questo è l’enunciato di una ricerca recentissima: chi sta a pensare e ripensare al fatto che è grasso, oppure riflette ogni minuto sulla dieta da fare, alle rinunce dietetiche, è molto più a rischio di ingrassare di tutto il resto della popolazione. Se si esamina chi vuole perdere peso, ci si accorge che chi pensa continuamente alla dieta, chi del dimagrire ne fa un’ossessione mentale, paradossalmente ingrassa sempre di più.
Insomma, più la nostra interiorità è riempita di pensieri, dedicati al dimagrimento, e più si ingrassa automaticamente.
I risultati migliori si ottengono, come ha dimostrato una recente ricerca sui bambini, uscendo dall’attenzione sul cibo, sulle calorie, sulla dieta.

Chi non pensa ce la fa, chi rimugina no!
E allora cosa fare? Distrarsi?
Tutte le volte che mi viene in mente che sono grasso è importante distrarsi, pensare ad altro e fare subito qualcosa che ci distolga dal pensiero, tipo leggere un libro che ci piace, fare un bagno, andare a camminare, a vedere le vetrine.
Tutto ma non pensare al cibo, e distrarsi.
Fino a che distrarsi diventa una vera abitudine. Tutte le volte che mi viene in mente che sono insoddisfatto, che la mia vita non mi piace, che i vestiti sono stretti, che devo mettermi a dieta, la soluzione è cambiare l’atteggiamento mentale, vale a dire concentrarsi su qualsiasi altra cosa. Vanno bene anche i ricordi, solo però se sono piacevoli e non hanno nulla a che vedere con il sovrappeso.
Altri ricercatori hanno messo in luce che nello stato di distrazione dal pensiero ricorrente del cibo, e del dimagrire, il cervello impara a ricordarsi che in lui esistono altri interessi, altre risorse e ci porta automaticamente a fare le cose giuste per ridurre la taglia.

Insomma, se siamo distratti, ci stiamo curando dal sovrappeso senza saperlo e senza accorgercene.
Un buon test per sapere se siamo sulla strada giusta è questo: oggi quante volte ho pensato a dimagrire? Se sono meno di ieri siamo sulla strada giusta. Se nella giornata non ci ho pensato nemmeno una volta, vuol dire che la distrazione sta funzionando al massimo e il risultato sarà garantito a breve.

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Messaggio Da mara Lun 30 Giu 2008 - 1:09

Molti credono che dimagrire sia un compito puramente alimentare, che dipenda dalla capacità di ridurre le razioni, di mangiare cibi ipocalorici e di fare sport, movimento. Se è vero che tutte queste cose sono importanti, vi è però qualcosa di decisivo da sapere. Qualcosa che riguarda il cervello e i suoi segreti. Come la bocca assorbe il cibo, anche il cervello assorbe…

Che cosa? Il nostro organo più prezioso assimila le insoddisfazioni che proviamo nella vita, le relazioni che non ci soddisfano, le responsabilità che ci diamo, le convinzioni che la nostra vita sia insoddisfacente e che debba restare per sempre così. Dopo un po’ di tempo le nostre frustrazioni si somatizzano, diventano parte integrante del nostro essere e ci fanno credere che nella vita non c’è niente altro da fare che sottomettersi al marito, ai figli, al capoufficio, ai lavori domestici, alla televisione la sera. Si forma in noi il peggior nemico che è quello che ci fa credere che “la vita è tutta qui”, come mi ha detto Marina (40 anni).

L’arrendersi alla vita e la sensazione di impotenza sono le due cause principali che ci portano a ingrassare. Ragionando così finiamo per fare la dieta controvoglia che naturalmente fallirà. Ecco perché Marina mi dice:“Perché e per chi devo perdere peso se tanto le mie giornate sono sempre uguali, casa, lavoro, famiglia?”. Ci si dimentica, così facendo, la cosa più importante. Qual è? Nel mio cervello riposa il mio bambino, sì, proprio un piccolo cucciolo che ha bisogno di me (e io di lui) per realizzarsi, per crescere e per diventare adulto. Provate a immaginare che il cervello custodisca nella sua parte più nascosta un uovo, da cui deve nascere il mio pulcino. Perché non lo vedo? Perché ho assorbito quella condizione, quella mentalità, di cui dicevo prima, per cui mi sembra che “tanto le cose non cambieranno mai”. E invece non è così.

Non mi metto a dieta per essere più bella o più in forma, ma perché voglio vedere quel personaggio nascosto, quel piccolo essere che, se gli lascio spazio, realizzerà ciò che sono per davvero. È come se, mangiando e ingrassando, io mi allontanassi sempre più dal mio pulcino e, passando il tempo, mi sembra che neppure esista che io sia solo quello “casa, lavoro, famiglia, tv”.A Marina ho consigliato, prima di andare a dormire e al risveglio, di immaginare un uovo che si schiudeva. Semplicemente questo, e di non curarsi dell’alimentazione se non stando attenta ai cibi killer (patatine, cocktail...) che lei consumava in quantità. La svolta si è avuta quando una mattina, ha visto nascere dentro la sua immaginazione a occhi chiusi un piccolo falco che usciva dall’uovo.

Senza saperlo, la sua attenzione si era via via spostata dal cibo al mondo interno, alla nascita di qualcosa di misterioso, come un falco, dentro di lei. Ciascuno di noi, come sapevano gli antichi, ha qualcosa di unico, di speciale, di irripetibile. Nel caso di Marina, assumeva le sembianze di un uccello notturno. Era il simbolo di qualità che aveva da bambina e che si era dimenticata. Dimagrisco per il mio uovo che si deve schiudere, per il tesoro che è solo mio e che il mio cervello contiene. Dimagrisco per ritrovare il mio essere speciale, questo è il progetto che dobbiamo avere in mente. Così ce l’ha fatta Marina.

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Messaggio Da mara Lun 30 Giu 2008 - 1:15

L'INTESTINO E' IL CERVELLO PIU SAGGIO

Secondo il mio amico Elio Muti, un nutrizionista che conosce come pochi la via giusta per dimagrire, il vero elemento capace di sconfiggere il sovrappeso è la felicità.
“Mai andare a tavola tesi, scontenti, arrabbiati” è il suo motto, e mai lasciarsi prendere dallo sconforto quando non si riesce a rientrare in linea.

Oggi le più moderne ricerche sul rapporto intestino e cervello gli danno ragione. Questi organi hanno una correlazione strettissima, al punto che la rete nervosa intestinale costituisce quello che viene chiamato il secondo cervello. Basti pensare che oltre il 95% della serotonina, la sostanza più importante per il tono dell’umore e forse il più potente antidoto contro la depressione, viene prodotta dalle cellule nervose intestinali. Non solo, la serotonina regola anche la digestione: a seconda di quello che mangiamo e dello stato psichico in cui ci troviamo, possiamo digerire di più o di meno, assorbire più o meno grassi, accelerare o rallentare il metabolismo.

Digestione, serenità e felicità sono strettamente collegati. Basti pensare, come sostiene Muti, che le parti più antiche del cervello sono sempre in grado di far emettere le sostanze che correggono gli squilibri alimentari: dopo ogni abbuffata vengono rilasciate sostanze chimiche che bloccano la fame, accelerano il metabolismo per fare bere, sudare, smaltire l’eccesso di cibo. Dentro di noi esistono regolatori nervosi (nell’intestino e nel cervello) che rimettono sempre le cose a posto.

E allora perché ingrassiamo? Perché siamo insoddisfatti, perché vogliamo controllarci, dominarci, perché siamo troppo critici, duri, autoritari con noi stessi. Ogni volta che mi dico: “devo dimagrire”, faccio scattare nel cervello un senso di frustrazione che mi toglie la felicità di vivere e cervello e intestino vanno in tilt: non sono più capaci di autoregolarsi e producono meno serotonina, la sostanza della felicità. Per questo Elio nei suoi stages insegna a fare nella vita più cose che ci rendono contenti: chi ingrassa spesso se lo dimentica e si costringe a una quantità di obblighi del tutto inutili. Il peggiore degli sforzi è dirsi: devo mettermi a dieta.

Più usiamo la parola devo e più la serotonina viene inibita. Più si va a tavola contenti, più il tono dell’umore è alto e più si accelera il metabolismo. Il segreto è non pensare al cibo… ma fare le cose che ci fanno sentire contenti. Per questo, quando ci sediamo a tavola, occorre chiedersi “adesso sono contento?” Se sì, il metabolismo si accelera da solo e brucia le calorie.

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Messaggio Da ANTONIO55 Lun 30 Giu 2008 - 9:47

Parte dei principi sopra esposti si trovano su questo link [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Le affermazioni imperative: "devo fare questo o quello", non vengono recepite dal nostro inconscio nel modo giusto.
E' meglio chiedere una sua collaborazione (quasi fosse un fratello-amico che debba aiutarci nelle nostre necessità e non uno schiavo) piuttosto che esprimere affermazioni del genere.
Il fatto che i Giapponesi nell'indicare la posizione della mente la riferiscano all'ombelico (Chakra splenico, in-testino) al contrario di noi occidentali che la poniamo nella testa, e da qui il famoso Harakiri, la dice lunga.
Saluti.
Antonio
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Messaggio Da mara Ven 4 Lug 2008 - 20:45

ESERCIZI PER DIMAGRIRE
Il dimagrimento, per essere efficace, deve essere mirato in base alla costituzione fisica: per ogni tipologia, la ginnastica deve essere studiata ‘ad hoc’, per rimodellare, asciugare e ’stringere’ solo dove serve.
a) Se la vostra costituzione è quella a ‘clessidra’, avete un fisico equilibrato e armonico, con qualche problema di accumulo qua e là. Non avete grossi problemi, a parte qualche chilo di troppo che appesantisce la figura, un po’ di pancetta e qualche centimetro in più sulle gambe.
Esercizi per mantenere l’ armonia:
1. in piedi, gambe unite, sollevatevi sulle punte, piegatevi sulle ginocchia fino a toccare i talloni con i glutei. Tenete per qualche secondo, tornate alla posizione di partenza e ripetete 4/8 volte, in base al vostro grado di allenamento (>rinforzo esterno cosce).
2. in piedi, gambe unite e punte dei piedi divaricate, sollevatevi sulle punte, allargando e piegando leggermente le ginocchia, poggiate i talloni a terra, poi tornate alla posizione di partenza. Ripetete 6/10 volte (>rinforzo addominali e interno cosce).
3. sdraiate a pancia in giù, con le braccia piegate e le mani all’altezza della spalle, i piedi puntati a terra. Sollevate e abbassate il corpo tenendo busto e gambe paralleli al pavimento, senza inarcare il busto. Ripetete 3/10 volte (rinforzo braccia, pettorali, addome, glutei, cosce).
b) Per chi è di costituzione ‘a triangolo’ - seno piccolo, spalle larghe e gambe affusolate - il problema principale è l’accumulo di chili di troppo nella parte alta del corpo: braccia, spalle.
Esercizi per snellire:
1) inginocchiate -tenendo le ginocchia sollevate da terra - a piedi uniti e mani appoggiate a terra, sollevate il bacino più che potete senza staccare le mani da terra. Ripetete 8 volte (distensione colonna).
2) In ginocchio a terra, girate le spalle verso destra, tornate alla posizione di partenza, poi giratele verso sinistra. Ripetete 3 volte (ridurre fianchi e girovita).
3) In piedi a gambe unite, con le mani appoggiate sulle ginocchia, leggermente flesse. Inspirando, portate il bacino in avanti, senza spostare le spalle. Ripetete 20 volte (rinforzo addominali).
c) Se siete delle tipiche donne mediterranee, con il fisico a ‘cerchio’, rotondetto, avete spalle strette, fianchi larghi, glutei poco pronunciati. Il problema principale sono gli accumuli sui fianchi che si trasformano in cellulite.
Esercizi per rinforzare e modellare:
1) a terra, pancia in su, ginocchia piegate, sollevate il bacino, poi i talloni e rimanete in equilibrio per cinque secondi. Appoggiate la pianta dei piedi a terra, e ripetete l’esercizio almeno 10 volte (modellare fianchi).
2) A terra, pancia in su, ginocchia piegate e divaricate leggermente, inspirate e sollevate il bacino lentamente, inarcando la schiena e staccandola gradualmente dal pavimento. Tenete la posizione per 5 secondi, chiudete e allargate le ginocchia 4 volte. Tornate alla posizione iniziale abbassando gradualmente la schiena, a partire dalla parte alta. Ripetete 4 volte (rassodare i glutei).
3) In piedi, dita delle mani incrociate davanti a sé, con la parte interna verso di voi, ruotate le mani, aprendo le scapole e contraete il ventre. Per 8 volte (rinforzo spalle).
c) Se la vostra figura è morbida dappertutto (fisico a ‘cubo’), con fianchi generosi, seno abbondante e caviglie e gambe forti, il problema di fondo è causato dall’eccesso di dolci, di pranzi veloci, di fuori pasto, che causano ‘rotondità’ un po’ dappertutto.
Esercizi per asciugare:
1) in ginocchio con le mani lungo i fianchi, flettete il busto indietro, poi ruotate le spalle a destra appoggiando una mano a terra, il più possibile lontano dai piedi. Tornando alla posizione di partenza, ripetete l’esercizio dall’altro lato. Da ripetere, su entrambi i lati, per cinque volte (asciugare la figura).
2) In piedi con le mani intrecciate davanti a sé e le braccia all’altezza del seno, dondolate ciascuna gamba a destra e a sinistra, senza ancheggiare (modellare le gambe).
3) In piedi, con le braccia in alto, allungate un braccio e poi l’altro verso l’alto, stirando al massimo le costole, e senza dondolare sui fianchi. Ripetete per 20 volte (assottigliare i fianchi

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