Londra: genitori curano il figlio da soli
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Londra: genitori curano il figlio da soli
La vicenda di Lorenzo Odone si è ripetuta a Londra dove una coppia di genitori ha salvato il proprio figlio di otto anni in barba ai medici che lo davano per spacciato.
fonte: http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/esteri/aminoacidi-curano/aminoacidi-curano/aminoacidi-curano.html
LONDRA - C'è già chi parla di un "miracolo". E
chi preferisce chiamarlo "amore materno e paterno". In ogni caso
l'ostinazione dei genitori, insieme al caso e a un pizzico di fortuna,
hanno apparentemente salvato un bambino inglese da un male finora
giudicato incurabile: una vicenda che ricorda un caso celebre,
diventato un film di Hollywood, "L'olio di Lorenzo", avvenuto alcuni
anni or sono in America. In entrambe le situazioni, un trattamento
anticonvenzionale si è rivelato efficace a tal punto da spingere medici
e ricercatori, inizialmente scettici e poi stupefatti, a studiarlo e a
considerarlo come un serio rimedio contro un certo tipo di disturbi.
La storia descritta ieri dal Daily Telagraph di Londra riguarda Reuben
Grainger-Mead, un ragazzino di otto anni, che soffriva di un male
semisconosciuto simile all'anemia di Diamond-Blackfan: problemi al
midollo osseo, che portano ad avere un numero di globuli rossi troppo
basso e a un sistema immunitario troppo debole. Il bambino, che vive a
Gomersal, nello West Yorkshire, doveva ricevere una trasfusione di
sangue al mese per sopravvivere, aveva gravi complicazioni al cuore, si
affaticava soltanto a parlare e il suo sviluppo fisico si era fermato,
lasciandolo indietro rispetto ai coetanei. L'unica speranza, secondo i
sanitari, era un trapianto di midollo, intervento tuttavia delicato e
carico di controindicazioni, tanto che i medici temevano che non lo
avrebbe superato. Dopo anni di ricerche e dopo essersi rivolti a ogni
genere di specialisti, Michelle e Peter Grainger-Mead, i suoi genitori,
hanno tuttavia scoperto che il figlio non possedeva certi amminoacidi e
certe proteine, e lo hanno sottoposto a un intenso trattamento a base
di integratori. Con meraviglia dei medici, il numero di globuli rossi
del piccolo Reuben è aumentato e il ragazzo ha ripreso a crescere in
maniera normale.
"Siamo sbigottiti dal successo di questa cura", ha raccontato la madre
al quotidiano londinese, "visto che i medici continuavano a ripeterci
che non c'era più nulla da fare". E invece qualcosa da fare,
evidentemente, c'era ancora. Il "miracolo di Reuben" ha spinto alcuni
specialisti a lanciare uno studio approfondito per cercare di scoprire
in che modo terapie simili possano rivelarsi utili anche in altri casi.
"Reuben ha assunto amminoacidi nell'ambito di un trattamento di
integratori e questo sembra avere un effetto positivo su di lui",
osserva il professor Jose Delafuente, un ematologo dell'Imperial
College di Londra.
La vicenda ricorda da vicino quella dell'americano Lorenzo Odone, morto
nel maggio 2008, all'età di trent'anni: i medici avevano previsto che
sarebbe morto bambino, prima di compiere dieci anni, ma i genitori non
si diedero per vinti e alla fine trovarono una singolare cura, un
trattamento a base di olio di oliva e di colza, del quale ora viene
riconosciuta l'efficacia contro la aldrenoleucodistrofia, la rara
malattia neurologica di cui Lorenzo soffriva. La sua storia nel 1992
ispirò il film "L'olio di Lorenzo", con Nick Nolte e Susan Sarandon, e
nel '96 una canzone di Phil Collins.
(11 febbraio 2009)
Dove arriva l'amore nient'altro arriva.
fonte: http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/esteri/aminoacidi-curano/aminoacidi-curano/aminoacidi-curano.html
LONDRA - C'è già chi parla di un "miracolo". E
chi preferisce chiamarlo "amore materno e paterno". In ogni caso
l'ostinazione dei genitori, insieme al caso e a un pizzico di fortuna,
hanno apparentemente salvato un bambino inglese da un male finora
giudicato incurabile: una vicenda che ricorda un caso celebre,
diventato un film di Hollywood, "L'olio di Lorenzo", avvenuto alcuni
anni or sono in America. In entrambe le situazioni, un trattamento
anticonvenzionale si è rivelato efficace a tal punto da spingere medici
e ricercatori, inizialmente scettici e poi stupefatti, a studiarlo e a
considerarlo come un serio rimedio contro un certo tipo di disturbi.
La storia descritta ieri dal Daily Telagraph di Londra riguarda Reuben
Grainger-Mead, un ragazzino di otto anni, che soffriva di un male
semisconosciuto simile all'anemia di Diamond-Blackfan: problemi al
midollo osseo, che portano ad avere un numero di globuli rossi troppo
basso e a un sistema immunitario troppo debole. Il bambino, che vive a
Gomersal, nello West Yorkshire, doveva ricevere una trasfusione di
sangue al mese per sopravvivere, aveva gravi complicazioni al cuore, si
affaticava soltanto a parlare e il suo sviluppo fisico si era fermato,
lasciandolo indietro rispetto ai coetanei. L'unica speranza, secondo i
sanitari, era un trapianto di midollo, intervento tuttavia delicato e
carico di controindicazioni, tanto che i medici temevano che non lo
avrebbe superato. Dopo anni di ricerche e dopo essersi rivolti a ogni
genere di specialisti, Michelle e Peter Grainger-Mead, i suoi genitori,
hanno tuttavia scoperto che il figlio non possedeva certi amminoacidi e
certe proteine, e lo hanno sottoposto a un intenso trattamento a base
di integratori. Con meraviglia dei medici, il numero di globuli rossi
del piccolo Reuben è aumentato e il ragazzo ha ripreso a crescere in
maniera normale.
"Siamo sbigottiti dal successo di questa cura", ha raccontato la madre
al quotidiano londinese, "visto che i medici continuavano a ripeterci
che non c'era più nulla da fare". E invece qualcosa da fare,
evidentemente, c'era ancora. Il "miracolo di Reuben" ha spinto alcuni
specialisti a lanciare uno studio approfondito per cercare di scoprire
in che modo terapie simili possano rivelarsi utili anche in altri casi.
"Reuben ha assunto amminoacidi nell'ambito di un trattamento di
integratori e questo sembra avere un effetto positivo su di lui",
osserva il professor Jose Delafuente, un ematologo dell'Imperial
College di Londra.
La vicenda ricorda da vicino quella dell'americano Lorenzo Odone, morto
nel maggio 2008, all'età di trent'anni: i medici avevano previsto che
sarebbe morto bambino, prima di compiere dieci anni, ma i genitori non
si diedero per vinti e alla fine trovarono una singolare cura, un
trattamento a base di olio di oliva e di colza, del quale ora viene
riconosciuta l'efficacia contro la aldrenoleucodistrofia, la rara
malattia neurologica di cui Lorenzo soffriva. La sua storia nel 1992
ispirò il film "L'olio di Lorenzo", con Nick Nolte e Susan Sarandon, e
nel '96 una canzone di Phil Collins.
(11 febbraio 2009)
Dove arriva l'amore nient'altro arriva.
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