CARNOSINA ANTINVECCHIAMENTO DEL FUTURO
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CARNOSINA ANTINVECCHIAMENTO DEL FUTURO
LA CARNOSINA
La carnosina è un dipeptide e come tale è formata dall'unione di due amminoacidi, chiamati, rispettivamente, istidina e Β alanina; per questo motivo è nota anche come Β-alanin-L-istidina.
La carnosina è presente nei muscoli di quasi tutti i vertebrati, uomo compreso, e fu scoperta nel 1900 da Gulevish proprio durante lo studio di estratti muscolari.
L'attività biologica della carnosina non è ancora stata completamente chiarita. Di essa si sa che è presente soprattutto in muscoli e cervello e che la sua concentrazione tissutale tende a calare notevolmente con il passare degli anni.
Sembra ormai certa anche la sua capacità di inibire le reazioni ossidative e di proteggere le cellule dai radicali liberi. Queste sue proprietà antiossidanti hanno contribuito a rendere la carnosina uno dei più popolari integratori "anti-age", soprattutto negli Stati Uniti. Se usata in associazione alla vitamina E e ad altri antiossidanti può rallentare con maggiore efficacia i processi di invecchiamento.
La carnosina aiuta a prevenire la glicosilazione, un processo in cui si ha una reazione non enzimatica degli zuccheri con gli amminoacidi che compongono le proteine. Gli AGE (prodotti avanzati di glicosilazione) sono il risultato finale di questo processo. Il loro accumulo diminuisce la funzionalità renale e nervosa, aumentando anche il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari e tumori. Secondo alcune teorie gli AGE sarebbero alla base del naturale processo di invecchiamento. La formazione degli AGE è facilitata da alti livelli di glicemia e questi prodotti sono i maggiori responsabili delle patologie associate al diabete.
Nel 1999 ricercatori Australiani confermarono la capacità della carnosina di aumentare in vitro la longevità dei fibroblasti umani. La carnosina riuscì ad aumentare il massimo numero di divisioni cellulari da 50 a più di 60. Tale parametro è uno dei pilastri della teoria dell'invecchiamento di Haflick che durante i suoi studi dimostrò che il numero delle replicazioni di fibroblasti appartenenti a varie specie animali era proporzionale alla lunghezza massima della vita dell'animale stesso.
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Nonostante non siano ancora chiarite le sue reali proprietà, la carnosina possiede tutte le premesse per diventare l'integratore antinvecchiamento del futuro. </BLOCKQUOTE>
In campo medico la carnosina in polvere viene utilizzata per le sue proprietà cicatrizzanti.
L'utilizzo di questo dipeptide si è diffuso anche tra gli atleti che talvolta ricorrono ad iniezioni di carnosina liquida per ottenere un maggior effetto ergogenico. Questo integratore è infatti in grado di ridurre la fatica muscolare, aumentare la resistenza e migliorare la capacità complessiva di lavoro.
Gli effetti ergogenici della carnosina sono simili, per certi aspetti, a quelli del bicarbonato di sodio. Entrambi questi integratori hanno infatti la capacità di "tamponare" l'acido lattico prodotto dai muscoli durante un intenso sforzo fisico. In particolare la carnosina ha la capacità di riequilibrare il pH ematico (acidificato dal lattato) scomponendosi nelle sue due unità (istidina e Beta-alanina). L'istidina libera interviene nella regolazione dell'acidità ematica mentre l'alanina può essere convertita in glucosio ed utilizzata a scopo energetico.
Considerando le sue caratteristiche, l'assunzione di carnosina ha senso se viene effettuata qualche ora prima di un impegno fisico. Se utilizzata per beneficiare soprattutto delle sue proprietà antiossidanti può essere assunta quotidianamente a colazione insieme ad un multivitaminico a basso dosaggio.
Le dosi di assunzione consigliate variano dai 50 ai 1000 o più milligrammi al giorno.
L'unico grosso ostacolo alla sua diffusione deriva dall'elevato costo di produzione che tende a scoraggiare il consumatore intento al suo acquisto. Il crescente interesse verso questi prodotti potrebbe comunque condurre ad una progressiva riduzione dei prezzi. In alternativa, la concentrazione di carnosina nell'organismo può essere aumentata ricorrendo ad una integrazione di Beta-alanina, un suo amminoacido precursore assai meno costoso.
In natura si trovano tracce di carnosina negli alimenti di origine animale mentre è totalmente assenta nel regno vegetale. La dieta vegetariana è comunque ricchissima di antiossidanti per cui, considerando anche che nel nostro organismo esiste un enzima in grado di sintetizzarla, un'eventuale carenza alimentare non dovrebbe preoccupare più di tanto le persone vegane.
La carnosina è un dipeptide e come tale è formata dall'unione di due amminoacidi, chiamati, rispettivamente, istidina e Β alanina; per questo motivo è nota anche come Β-alanin-L-istidina.
La carnosina è presente nei muscoli di quasi tutti i vertebrati, uomo compreso, e fu scoperta nel 1900 da Gulevish proprio durante lo studio di estratti muscolari.
L'attività biologica della carnosina non è ancora stata completamente chiarita. Di essa si sa che è presente soprattutto in muscoli e cervello e che la sua concentrazione tissutale tende a calare notevolmente con il passare degli anni.
Sembra ormai certa anche la sua capacità di inibire le reazioni ossidative e di proteggere le cellule dai radicali liberi. Queste sue proprietà antiossidanti hanno contribuito a rendere la carnosina uno dei più popolari integratori "anti-age", soprattutto negli Stati Uniti. Se usata in associazione alla vitamina E e ad altri antiossidanti può rallentare con maggiore efficacia i processi di invecchiamento.
La carnosina aiuta a prevenire la glicosilazione, un processo in cui si ha una reazione non enzimatica degli zuccheri con gli amminoacidi che compongono le proteine. Gli AGE (prodotti avanzati di glicosilazione) sono il risultato finale di questo processo. Il loro accumulo diminuisce la funzionalità renale e nervosa, aumentando anche il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari e tumori. Secondo alcune teorie gli AGE sarebbero alla base del naturale processo di invecchiamento. La formazione degli AGE è facilitata da alti livelli di glicemia e questi prodotti sono i maggiori responsabili delle patologie associate al diabete.
Nel 1999 ricercatori Australiani confermarono la capacità della carnosina di aumentare in vitro la longevità dei fibroblasti umani. La carnosina riuscì ad aumentare il massimo numero di divisioni cellulari da 50 a più di 60. Tale parametro è uno dei pilastri della teoria dell'invecchiamento di Haflick che durante i suoi studi dimostrò che il numero delle replicazioni di fibroblasti appartenenti a varie specie animali era proporzionale alla lunghezza massima della vita dell'animale stesso.
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Nonostante non siano ancora chiarite le sue reali proprietà, la carnosina possiede tutte le premesse per diventare l'integratore antinvecchiamento del futuro. </BLOCKQUOTE>
In campo medico la carnosina in polvere viene utilizzata per le sue proprietà cicatrizzanti.
L'utilizzo di questo dipeptide si è diffuso anche tra gli atleti che talvolta ricorrono ad iniezioni di carnosina liquida per ottenere un maggior effetto ergogenico. Questo integratore è infatti in grado di ridurre la fatica muscolare, aumentare la resistenza e migliorare la capacità complessiva di lavoro.
Gli effetti ergogenici della carnosina sono simili, per certi aspetti, a quelli del bicarbonato di sodio. Entrambi questi integratori hanno infatti la capacità di "tamponare" l'acido lattico prodotto dai muscoli durante un intenso sforzo fisico. In particolare la carnosina ha la capacità di riequilibrare il pH ematico (acidificato dal lattato) scomponendosi nelle sue due unità (istidina e Beta-alanina). L'istidina libera interviene nella regolazione dell'acidità ematica mentre l'alanina può essere convertita in glucosio ed utilizzata a scopo energetico.
Considerando le sue caratteristiche, l'assunzione di carnosina ha senso se viene effettuata qualche ora prima di un impegno fisico. Se utilizzata per beneficiare soprattutto delle sue proprietà antiossidanti può essere assunta quotidianamente a colazione insieme ad un multivitaminico a basso dosaggio.
Le dosi di assunzione consigliate variano dai 50 ai 1000 o più milligrammi al giorno.
L'unico grosso ostacolo alla sua diffusione deriva dall'elevato costo di produzione che tende a scoraggiare il consumatore intento al suo acquisto. Il crescente interesse verso questi prodotti potrebbe comunque condurre ad una progressiva riduzione dei prezzi. In alternativa, la concentrazione di carnosina nell'organismo può essere aumentata ricorrendo ad una integrazione di Beta-alanina, un suo amminoacido precursore assai meno costoso.
In natura si trovano tracce di carnosina negli alimenti di origine animale mentre è totalmente assenta nel regno vegetale. La dieta vegetariana è comunque ricchissima di antiossidanti per cui, considerando anche che nel nostro organismo esiste un enzima in grado di sintetizzarla, un'eventuale carenza alimentare non dovrebbe preoccupare più di tanto le persone vegane.
LUNA- Utente Senior
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