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Kousmine:"Salvate il vostro corpo!"

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klodia
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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:09

In questi giorni sul forum si é parlato della Kousmine e del suo metodo. Sto leggendo uno dei suoi libri che trovo molto interessante e volevo trasmettere a voi tutti alcune sue considerazioni.
Mi scuso fin d'ora se troverete degli errori ortografici, ho cercato di fare il possibile , ma la conversione dal formato scanner a quello Word non é infallibile ...ed io neanche!
Per il momento posto qui, poi se gli amministratori lo riterranno opportuno potranno trasferirlo nella sezione "Terapie e loro inventori"

Buona lettura!

Klodia

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:16

Pagine tratte da:



SALVATE IL VOSTRO CORPO ! di Catherine Kousmine Ed. Tecniche Nuove, 1992



Edizione originale: Sauvez votre corps! Editions Robert Laffont, S.A. 1987



Terapia di base nelle malattie degenerative croniche (malattie deI sistema immunitario)

Sette anni fa, quando pubblicai il mio libro "La tavola della salute", rimasi colpita dalla possibilità che il cancro,la sclerosi a placche e la poliartrite cronica evolutiva (PCE) 0 reumatoide avessero qualcosa in comune, considerando il fatto che numerosi pazienti colpiti da una di queste tre malattie venivano a farsi visitare da me. in seguito ho potuto appurare che questa parentela esiste per quasi tutte le malattie degenerative, per questo 10 stesso tipo di cura da me adottata risulta benefica per tutte. La causa scatenante risiede in un cattivo funzionamento deI sistema immunitario. Perciò, indipendentemente dal modo diverso di manifestarsi, occorre eliminare il più rapidamente possibile il fattore essenziale della malattia, che a mio avviso è rappresentato da un'intossicazione 0 infezione di origine intestinale. in un secondo tempo, riequilibrando l'alimentazione con un abbon­dante apporto di vitamine farmaceutiche e correggendo eventuali carenze di minerali (ferro, calcio, magnesio), si eliminano le carenze di cui soffre il malato, dandogli così la possibilità di difendersi. Se si tratta di una malattia grave 0 se il malato attraversa una fase acuta del male, inizio la cura sottoponendo il soggetto ad un digiuno parziale di durata variabile (da uno a tre giorni), a base di succhi di verdura e frutta e poi di frutta cruda. Per dieci, quindici giorni pratico dei clisteri di un litro e mezzo ogni sera, seguiti da instillazioni rettali di 60 millilitri (4 cucchiai da minestra) di olio tiepido di girasole, pressato a freddo (da trattenere tutta la notte). Spesso l' organismo deI malato è talmente carente di vitamina F, presente al 50% nell' olio somministrato, che quest'ultimo è assorbito quasi completamente in una notte. Dopo una decina di giorni pratico un clistere due volte alla settimana,

poi una sola volta, in base al beneficio che ne trae il malato e alla fine lo abolisco del tutto, salvo naturalmente ricadute improvvise. Dopo il breve periodo di digiuno ­parziale, che permette al malato di ridurre e di normalizzare rapidamente la flora intestinale, introduco, e questo per sempre, le necessarie correzioni alla sua alimentazione, seguendo i principi esposti in questo mio libro.

Nei casi più gravi si è rivelata molto utile una somministrazione accelerata di vitamina F, iniettata questa vitamina per via intramuscolare profonda (per un totale di una decina di iniezioni, due volte alla settimana, talvolta di più).*

* Attualmente non è più reperibile sul mercato la vitamina F in fiala, che pure ha dato ottimi risultati in numerosi malati gravi colpiti da cancro e da sclerosi a placche.

Questa quantità di vitamina F viene assicurata in seguito dal consumo di oli alimentari ­pressati a freddo,la cui percentuale di acidi grassi polinsaturi biologicamente attivi raggiunge e supera il 50%** (eccezion fatta per l' olio d'oliva, che ha basso tenore di vitamina F e che non si presta a questo tipo di terapia.)

** Alcuni studi hanno tuttavia dimostrato che certe patologie della flora intestinale possono trasfor­mare la vitamina F attiva della forma cis-cis nella forma cis-trans inattiva: ecco perché risulta essenziale la normalizzazione della flora intestinale.



Quando è necessario, suggerisco l'uso moderato e temporaneo di farmaci classici quali l'ACHT, il cortisone, ecc.

Ai malati colpiti da sclerosi a placche e da poliartrite prescrivo inoltre iniezioni bisettimanali per via endovena di bromuro di calcio, di vitamine C e complesso B da continuare fino alla stabilizzazione della malattia. Ai malati di cancro riservo un preparato vitaminico analogo, ma con una quantità di vitamina B1 dieci volte inferiore e con un complemento di metionina Dynaplex Chemedica (un am­minoacido a elevato potere disintossicante), che aumenta la tolleranza alle radiazioni e agli antimitotici.

Per via orale prescrivo la somministrazione regolare di almeno un grammo di vitamina C; ai malati di cancro, un complesso vitaminico con aggiunta di estratti di fegato e pancreas; agli altri, le vitamine A, E e complesso B; ai poliartritici 15 milligrammi di vitamina D2, una 0 due volte al mese. A tutti consiglio un comple­mento di magnesio.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:17

Ispirandomi alle ricerche di Erik Rucka, insegno ai miei pazienti a controllare il ph dell'urina usando l'apposita cartina tornasole e in caso di iperacidità costante (ph uguale 0 inferiore a 5,5) a intervenire per regolare il ph su 7-7,5 prendendo dei citrati. io stessa, in totale accordo con lo stesso Rucka, ho potuto constatare che in caso di malattia cronica grave l' organismo presenta un'iperacidità estremamente nefasta, che aumenta i dolori dei malati reumatici e dei malati di cancro, crea una diffusa sensazione di prostrazione e accelera il decorso della malattia.

Il pH sanguigno venoso normale è 7,4. In presenza di sovrapproduzione di acidi metabolici, l'organismo cerca di neutralizzarli ricorrendo ai sistemi tampone Na CI, proteine deI tessuto connettivo 0 apatite del tessuto osseo. Il cloro si lega alle proteine 0 all'apatite e libera la base forte Na, che puòlegarsi agli acidi organici deboli facilitandone la secrezione renale. La presenza nel sangue di sali formati da una base forte (Na) e da un acido debole rende il pH deI sangue troppo alcalino.



Questa deviazione alcalina, conseguenza di un eccesso di acidi, verrà corretta, per quanto apparentemente può sembrare paradossale, non tanto da un apporto di acidi, quanto di citrati alcalini.

Naturalmente adotto anche altre forme d'intervento sul malato, in funzione dello stato della malattia. È importante, ad esempio, dosare il ferro serico e correggerne il tasso se è basso (con un apporto di ferro abbinato a volte al rame), oppure intervenire con una serie di trasfusioni. Nel caso di poliartrite cranica evolutiva, prescrivo dei vaccini scelti e dosati con molta attenzione che, a mio parere, rap­presentano il metodo migliore per stabilizzare un gran numera di affezioni reumatiche, anche se la durata della cura può essere molto lunga (dei mesi 0 anche degli anni).

Resta il fatto che l' intervento più importante, e non mi stanco di ripeterlo, riguarda la normalizzazione dell' alimentazione, che dovrà avere un carattere definitivo, per evitare ricadute. Per quanto riguarda i farmaci palliativi comunemente in uso, anche se li giudico del tutto insufficienti, penso siano comunque preziosi all'inizio della malattia, almeno finché questa non si sia stabilizzata.

Come è possibile che una terapia applicata in modo quasi identico a due patologie diverse possa determinare l'arresto della malattia 0 addirittura la guarigione, anche se i sintomi sono del tutto diversi e i mali hanno nomi diversi?

Queste malattie degenerative devono allora avere un fattore comune che le scatena. Il metodo che uso per combatterle sarebbe dunque quello che agisce proprio su questo fattore scatenante? Se vengono considerate tutte insieme si giunge alla conclusione che la maggior parte è provocata da disfunzioni immu­nologiche.

Un buon funzionamento del sistema immunitario è sinonimo di salute e l'equilibrio immunitario dipende da tre fattori essenziali:

1) in primo luogo il corretto funzionamento delle cellule preposte all' adempimen­to di tale compito e che si trovano nel sangue, nel midollo osseo, in diversi organi linfatici, come la milza, i gangli linfatici, le placche di Peyer, ecc. È necessario che funzionino in modo corretto sia i linfociti B produttori della gammaglobuline, che sono degli anticorpi circolanti, sia i linfociti T, macrofagi, polinucleari, ecc., incaricati della difesa dell' organismo. La medicina ufficiale ricorre a diversi vaccini per stimolare queste funzioni (recentemente sono stati ottenuti, attraverso una manipolazione genetica, dei modulatori immunitari chiamati linfochini, interleuchini, ecc.).

2) L'equilibrio deI sistema immunitario non dipende soltanto dalle possibilità di difesa dell'organismo, ma anche dall'intensità dell'attacco degli agenti patogeni. Se questo risulta particolarmente intenso, ripetuto 0 prolungato, è chiara che la capacità di difesa verrà stravolta. Comunque, la prima difesa contro un attacco proveniente dall'esterno è condizionata dall'impermeabilità dei nostri tessuti di rivestimento.

3) infine la possibilità di difesa dipende dalla presenza nella membrana di ogni

cellula del precursore dei regolatori ormonali cellulari, vale a dire della PGE1, che chiamero’ "prostaglandina di pace", e della PGE2 0 "prostaglandina di guerra". Quest'ultima appare quando l' organismo è attaccato e scatena i meccanismi di difesa, che a loro volta devono essere pilotati e controllati per agire in modo corretto, e di questo si incarica la PGE1.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:18

Possiamo quindi suddividere in più gruppi l'insieme delle malattie in cui abbiamo ottenuto notevoli risultati per il malato, proprio in funzione del loro comportamento immunitario.

l gruppo: immunità deficiente in quei bambini 0 adulti che passano da un'infezione banale all' altra, concernente soprattutto le vie respiratorie superiori e le vie urinarie (riniti, faringiti, sinusiti, angine, bronchiti, cistiti recidivanti).

II gruppo: immunità esuberante nelle persone colpite da allergie e disturbi reumatici.

III gruppo: immunità deviata 0 perversa nei fenomeni tumorali benigni che poi diventano maligni.

IV gruppo: immunità aberrante nelle malattie auto-immuni,laddove il tessuto su cui si è fissata una tossina 0 un virus viene considerato estraneo all' organismo e destinato alla distruzione (sclerosi a placche, sclerodermia, lupus renale, cerebrale miopatie, alcune forme di diabete, ecc.).

V gruppo: immunità perduta: AIDS.

Per ognuna di queste malattie la medicina ufficiale fa uso di farmaci palliativi: antibiotici, che risolvono il problema infettivo, ma non preservano da eventuali ricadute; antistaminici, che apportano un sollievo all' allergico, ma non lo guarisco­no; anti infiammatori, che ostacolano la produzione di PGE2 e alleviano momentaneamente le sofferenze deI malato reumatico; antimitotici, che rallentano temporaneamente la riproduzione delle cellule maligne deI tumore; immunosoppressori in parte antimitotici che cercano di attenuare la virulenza delle malattie autoimmuni; cortisone, usato quando gli altri farmaci non hanno effetto.

Disprezzo della scienza per i fenomeni vitali non misurabili

La medicina ufficiale, che si autodefinisce scientifica, ammette come vero e dimostrato solo ciò che è misurabile, quantificabile, e rientrante in una "statistica”. Ma i fenomeni vitali di cui si occupa non sempre possono essere inquadrati: alcuni di essi non sono né misurabili, né quantificabili e perciò sfuggono al suo controllo ciò non di meno esistono. Ecco allora che si tratta di una scienza incompleta presentante gravi lacune che devono essere colmate.

Quando venne creato l'uomo, un potere, che possiamo chiamare Dio 0 Natura, forni' la Terra di tutto ciò che era indispensabile alla sua vita e alla sua salute. Se così non fosse, noi non potremmo esistere. E invece viviamo. Se tutti gli alimenti necessari alla nostra salute sono presenti ma noi siamo malati, ciò significa che li usiamo in modo sbagliato!

Ripercorrendo la storia della nostra società industriale e le modifiche che essa ha apportato al suo modo di alimentarsi, abbiamo evidenziato un errore macroscopico: la preponderanza accordata alle sostanze grasse industriali, solide 0 liquide, artificiali e inerti. Si tratta di sostanze grasse che non possono riparare le cellule ormai logore, né possono assicurare una struttura e un'impermeabilità normale ai tessuti del nostro organismo, come invece avviene con le sostanze grasse naturali, nobili 0 essenziali, di importanza vitale per ognuno di noi.

Dal momento che la normale impermeabilità dei tessuti è andata perduta si è spalancata la porta agli attacchi tossico-infettivi 0 di natura allergica; le difese immunitarie sono state travolte e l'equilibrio immunitario si è spezzato. Ma, come abbiamo già visto, esiste una sola sostanza, l'acido cis-cis-linoleico 0 vitamina F, che, assicurando la giusta impermeabilità delle membrane cellulari e soprattutto di quelle del rivestimento intestinale, costituisce la materia prima da cui l' organi­smo sintetizza la prostaglandina di pace 0 PGE1

L'eliminazione dei fattori di disturbo, cioè delle sostanze grasse industriali, e la loro sostituzione con oli ricchi di vitamina F, biologicamente attivi perché pressati a freddo, potrebbero ristabilire l'impermeabilità normale dei tessuti e quindi la corretta produzione di PGE1 in questo modo si verrebbe a ristabilire un equilibrio immunitario normale; indipendentemente dal modo in cui si esprime l'alterazione di quello stesso equilibrio. Ed è ciò che io stessa ho osservato nei miei pazienti. Naturalmente questa reintegrazione avviene più velocemente in assenza di qua­lunque tipo di sostanza grassa che aumenterebbe il fabbisogno di vitamina F, e quindi anche il suo stato di carenza.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:19

Pagine tratte da:



SALVATE IL VOSTRO CORPO ! di Catherine Kousmine Ed. Tecniche Nuove, 1992



Edizione originale: Sauvez votre corps! Editions Robert Laffont, S.A. 1987



Il cancro.

Si chiama cancro un tessuto a crescita apparentemente disordinata, maligna, che avviene a spese dei tessuti sani, i quali vengono respinti o distrutti. Per una ragione che nella maggior parte dei casi resta ancora sconosciuta, una certa cellula improv­visamente comincia a moltiplicarsi, dando origine ad un gran numero di cellule simili, la cui massa è chiamata tumore. Le cellule cancerose hanno la proprietà di penetrare nelle correnti linfatiche e sanguigne e di essere trasportate dalle stesse, come accade normalmente per i globuli rossi e bianchi che si staccano dal midollo. La maggior parte delle cellule cancerose durante questa sorta di migrazione muore (ed è probabilmente questa la loro fine naturale), ma ve ne sono alcune che senza una logica precisa, quindi casualmente, si fissano su un tessuto. Ad esempio possono innestarsi sulle ossa oppure sui polmoni, e li iniziare a proliferare dando origine a dei tumori-figli chiamati metastasi.

A seconda della localizzazione deI tumore primitivo e dei tumori-figli, possono manifestarsi disturbi molto diversi. Nel casa in cui non sopraggiunga un fatto violento, come ad esempio una forte emorragia, che abbrevia brutalmente il corso della malattia, la crescita dei tumori provoca un indebolimento progressivo, che porta alla morte deI malato. Esiste un parassita, il vischio, che distrugge nello stes­so modo l'albero su cui cresce.

Ricerche fatte sugli animali hanno permesso di scoprire alcune sostanze chimiche portatrici deI cancro, che vengono perciò chiamate sostanze cancerogene.

Una di queste è il catrame. Se per casa si applica con sistematicità, giorno dopo giorno, un po' di catrame sulla pelle rasata di un topolino bianco, è possibile constatare che dopo alcune settimane la pelle si è irritata, è diventata squamosa, quindi nel punto che è venuto a contatto con il catrame si forma un tumore, a crescita variabile, che finisce per uccidere l'animale.

Se un fumatore, per venti anni, giorno dopo giorno, deposita un po' di catrame nei bronchi, la loro mucosa si irrita e s'infiamma e cercano allora di eliminare il catrame che li contamina, emettendo deI muco che viene espulso grazie alla tosse. Tuttavia non è possibile espellerlo tutto: allora dalla mucosa ormai irritata in modo croni­co nasce un tumore canceroso.

Esistono nel nostro ambiente delle sostanze naturali cancerogene, come i raggi ultravioletti dello spettro solare, le emissioni delle rocce radioattive e i raggi cosmici, l'arsenico che dal suolo passa negli alimenti o nell' acqua potabile, ecc. Queste sostanze sono sempre esistite sulla Terra ma non hanno certamente ostacolato la vita sul nostro pianeta. Si tratta comunque di sostanze cancerogene naturali, presenti in quantità limitate, poco abbondanti e poco nocive.

La situazione è invece diversa se si prende in considerazione il lavoro umano, che produce un numero sempre crescente di sostanze cancerogene, alcune delle quali sono ottenute sinteticamente da alcuni chimici e con scopi ben precisi. Non esistendo in natura, è stato praticamente impossibile valutare in anticipo il loro effetto nocivo sull'uomo. Altre sostanze cancerogene provengono dai rifiuti delle fabbriche, da diversi tipi di combustione, ecc.

La nefasta influenza delle attività umane industriali o di altra natura sulla frequenza dei casi di malattie cancerose è iniziata verso il 1870. Nel 1900 erano state individuate soltanto una mezza dozzina di sostanze cancerogene. Oggi ve ne sono tantissime. Simili prodotti chimici, largamente diffusi nell' ambiente in cui vivia­mo, minacciano non soltanto gli operai che li producono o li usano, ma tutti noi, perfino i nascituri. Il risultato è un allarmante aumento dei tumori maligni. La percentuale dei decessi di cancro è passata da14% nel 1900, al 20% (valore minimo) nei nostri giorni.

Il che significa che oggi un individuo su cinque muore di cancro. Alcuni malati guariscono, ma si valuta che un uomo su quattro, e due famiglie su tre, sono colpite da questa malattia, o lo saranno in futuro.

La situazione appare particolarmente pericolosa per i giovani. All' inizio del secolo, un giovane malato di cancro era un fatto eccezionale. Oggi, in America, il cancro uccide i bambini in età scolare più di qualsiasi altra malattia: il 12% dei decessi che riguardano giovani tra uno e quattordici anni è dovuto ad affezioni tumorali maligne. Le città hanno dovuto creare ospedali destinati esclusivamente ai bambi­ni malati di cancro.

È nota che possono passare anche diversi anni tra l'avvelenamento da sostanza cancerogena e lo sviluppo deI tumore. Alcuni operai esposti a un certo agente manifestano un tumore solo dopo quindici o trent' anni dal momento in cui sono stati contaminati.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:20

Questo periodo di tempo si abbrevia nei casi di leucemia, considerata come un cancro deI sangue. I sopravvissuti dalla bomba atomica hanno visto comparire i primi sintomi della leucemia tre anni dopo l'esplosione.

Il contatto con una sostanza cancerogena, che oggi appare inevitabile, se breve e occasionale, non risulta molto pericoloso, ma è sufficiente una sola" dose anodina" per far traboccare il vaso, precedentemente riempito di altre dosi di sostanze cancerogene, definite "inoffensive".

La morale da trarre è che l'uomo deve limitare in ogni modo il numero e la varietà delle sostanze tossiche potenziali di cui fa uso (insetticidi, diserbanti, coloranti alimentari, ecc.) e quindi preoccuparsi di aumentare le proprie resistenze fisiologiche, per evitare un disastro senza precedenti, del resta già annunciato, che la terapeutica non sarà più in grado di stroncare.

Critica alle nozioni classiche

Oggi siamo a conoscenza di un centinaio di sostanze cancerogene. Tuttavia, due cose ci lasciano perplessi: la prima riguarda il fatto che il contatto con una certa sostanza cancerogena non necessariamente determina la comparsa di un tumore maligno, ciò in qualunque situazione ambientale.

Esiste un colorante chiamato "giallo burro", proprio perché a lungo usato per colorare il burro d'inverno, e quindi facilitarne la vendita. Ebbene, se viene somministrato a dei topi nutriti con alimenti in compresse 0 con riso raffinato, esso determina la comparsa del tumore al fegato. Se invece gli stessi animali sono alimentati con riso integrale 0 con le stesse compresse coadiuvate da un apporto di vitamine, il tumore è più raro 0 addirittura non si forma.

Vi è poi una potente sostanza cancerogena chiamata metilcolantrene che, se viene applicata al topo, produce regolarmente un tumore. Avevo a disposizione una stirpe di topi di razza pura, che per il 90% svilupparono un tumore mammario canceroso in un laboratorio specializzato di Parigi, dove venivano nutriti con alimenti in compresse apparentemente provvisti di "tutto ciò di cui essi avevano bisogno". Ho nutrito quegli stessi topi con grano, pane nero, carote e lievito di birra: ebbene,la probabilità di contrarre il cancro si è abbassata a mena del 50%. Va però detto che non mi fu assolutamente possibile determinare in quegli stessi si topi un solo caso della malattia attraverso l'applicazione di metilcolantrene, secondo i metodi usuali.

La seconda cosa sconcertante è questa: il progresso delle tecniche di produzione tumorale negli animali da laboratorio, la conoscenza di numerose sostanze cancerogene non danno la possibilità, almeno nella maggioranza dei casi, di scoprire in un dato malato la sostanza cancerogena responsabile del tumore e quindi di eliminarla.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:22

Pagine tratte da:



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Edizione originale: Sauvez votre corps! Editions Robert Laffont, S.A. 1987



Prevenzione del cancro

La lotta contro una determinata malattia fa progressi reali solo nel caso in cui possono essere adottate delle misure di prevenzione; ora, purtroppo, questa prevenzione, 0 profilassi (eccezion fatta per alcune forme di cancro professionale), non esiste ancora per il cancro. Attualmente si fanno grandi sforzi, anche econo­mici, e con un certo successo, per rendere sempre più tempestiva la diagnosi del tumore maligno. Infatti l'asportazione di un piccolo tumore, ben localizzato, è spesso seguita dalla guarigione deI malato, ma si tratta di una cura intrapresa nel primissimo stadio della malattia e non della sua prevenzione. Del resto nessun disturbo o sintomo caratteristico rivela la presenza dell'insorgere deI cancro; quindi, perché si possa realizzare una cura preventiva, occorre che il medico non cessi mai di cercare. Oggi è possibile un controllo su larga scala, attraverso analisi periodiche 0 annuali, sia per i tumori al seno, che per quelli all'utero, che sono i più frequenti nella donna. Vengono effettuati migliaia di esami preventivi, che com­portano costi considerevoli, per scoprire talvolta un inizio di formazione tumorale e salvare una vita. Ciò non esclude che, mentre si cerca un cancro all'utero 0 al seno, non si stia invece formando un tumore maligno in un altro organo, come ad esempio alle ovaie 0 all'intestino. Si tratta perciò di metodiche che sono estrema­mente perfezionate e precise sull' organo analizzato ma che, oltre ad essere dispen­diose, sono anche aleatorie.

Tuttavia le osservazioni fatte su quelle popolazioni primitive che hanno saputo difendersi dal cancro e che non conoscono i tumori maligni (ad esempio le osservazioni di Mac Carrison sugli Hunza, quelle citate da Weston Price sugli Indiani deI Canada, ecc.), gli esempi che io stessa ho portato riguardo agli animali di laboratorio, tutto ciò induce a intuire che è possibile realizzare una vera prevenzione contro il cancro e proporla con successo alla nostra società attuale. Se un quarto della popolazione è oggi destinata a sviluppare un tumore maligno (in futuro la percentuale può aumentare), sarebbe certamente utilissimo poter riconoscere in anticipo le categorie di individui più esposti per poi difenderli dalli malattia. A questo punto, non sarebbe meglio (dato che il rischio deI 25-30% è molto alto) proteggere l'intera umanità? La nostra vita è condizionata dall' equilibrio esistente tra il mondo interno e il mondo esterno. L'ambiente ci fornisce le sostanze necessarie per vivere, ma com­porta anche dei fattori nefasti, contro i quali noi dobbiamo difenderci. Alcuni di questi elementi sono chimici 0 fisici, altri sono forme viventi (come i batteri, i virus i parassiti), capaci di attaccare l'uomo. Queste aggressioni sono localizzate sulle superfici che delimitano il nostro corpo, e la mucosa digestiva è certamente una fra le più importanti (vedi. schema A, B, C, D, fuori testo). Occorre ricordare che lostrato cellulare che riveste la parete intestinale è molto sottile; in quel punto il mondo esterno è separato da quello interno del nostro corpo, cioè dal sangue e dalla linfa che vi scorrono, soltanto da una membrana ultra-sottile, formata da un

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:23

unico strato di cellule epiteliali. Lo spessore di queste ultime, relativo alla mucosa, varia da 0,02 a 0,03 millimetri, cui va aggiunto il rivestimento endoteliale dei capillari, che è ancora più sottile.In questa vasta zona del nostro corpo, non molto protetta dal mondo esterno, siamo estremamente fragili. È quindi di primissima e fondamentale importanza, sia per la nostra salute che per la nostra sopravvivenza, che questa membrana sia correttamente strutturata e normalmente permeabile. Qualsiasi aumento della permeabilità 0 della porosità di questo rivestimento deter­mina automaticamente un eccessivo flusso deI contenuto intestinale all'interno deI nostro organismo; in quest'ultimo si trovano gli elementi che servono per nutrirci, ma purtroppo anche alcune sostanze tossiche, dei batteri e dei virus. Per ovviare alla fragilità di questa membrana, l'organismo la ricrea ogni due giorni, a un ritmo che è sicuramente più rapido di qualsiasi altro tessuto (cancro compreso). Ma, per poter costruire una membrana normale, occorre che il nostro corpo disponga di materiali, cioè di alimenti corretti. Prima di raggiungere la circolazione generale, il sangue proveniente dall'intestino attraversa il fegato, mediante una rete di capillari (sistema porta). La linfa, raccolta dai chiliferi, percorre quindi i gangli linfatici. in condizioni normali il sangue e la linfa vengono filtrati e depurati al momento del loro passaggio. Ma che cosa succede quando la struttura della mucosa intestinale è anormale, la sua porosità eccessiva, il passaggio dei microrganismi e delle sostanze indesiderate è troppo abbondante e il potere disintossicante deI fegato e quello filtrante dei gangli sono ormai traboccanti?

Nel nostro attuale sistema di vita, queste condizioni si verificano spessissimo e determinano l'insorgere di un'infinità di alterazioni, tra le quali il cancro. (Tra l'altro va detto che le diverse sostanze cancerogene, la cui struttura chimica è altamente differenziata, hanno in comune la proprietà di aumentare la permeabilità dei nostri tessuti.)



L'organismo, invaso in modo anomalo da sostanze tossiche, virali 0 batteriche, risponde attivando meccanismi di difesa, con il compito di neutralizzarle.

La mia ipotesi è che i tumori, dapprima benigni e poi maligni, non siano altro che una forma particolare di quei meccanismi difensivi.

in questo modo la formazione di tumori cancerogeni, che colpisce circa un quarto delle popolazioni dei paesi industrializzati, non costituirebbe un fenomeno aberrante, incomprensibile e gratuito, ma una reazione ad uno stato di allarme. Una volta formulata questa ipotesi, mi sono impegnata a dimostrarne la veridicità. Ho eseguito dei prelievi asettici deI tessuto tumorale su molti malati sottoposti a intervento chirurgico. Il laboratorio specializzato, che si era incaricato di metterli in colture (a volte l'operazione era molto difficile, dovendo operare diversi trapian­ti), ha rilevato la regolare presenza di batteri, ospiti abituali dell' intestino: colibacilli, corinebatteri, ecc. (vedi. caso 66 e caso 76). Un solo tumore è stato trovato sterile, ma prima di essere asportato era stato irradiato; oggi il fatto è noto, e perciò vie ne usato il potere sterilizzante delle radiazioni ionizzanti.

Il pus contenuto nei tumori cancerogeni aperti contiene quegli stessi batteri. in un malato colpito da linfosarcoma generalizzato, con frequenti crisi febbrili, ho casualmente praticato un' emocultura ventiquattro ore prima di un attacco febbrile di 39 gradi: il sangue prelevato era invaso di colibacilli.

Un tessuto canceroso è perciò capace di captare i microrganismi e le tossine in circolazione nel sangue; gli esperimenti fatti sui topi cancerosi mi hanno permesso di dimostrare questa proprietà.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:24

I miei esperimenti sui topi cancerosi

Ho osservato come animali di laboratorio dei topi bianchi di razza pura (R III), colpiti per il 90% dei casi da cancro spontaneo alla mammella, dall' età di quattro mesi.

Arbitrariamente ho scelto la tossina emolitica prodotta da Welchia Perfringens, microrganismo ubiquitario, esistente normalmente nell' intestino come saprofita (vedi. caso n. 76) cosi’ come in altre cavità naturali di tutti i mammiferi. Ho studiato il comportamento dei miei animali in reazione a questa tossina, registrando quanto segue.

1. Gli animali R III, in buona salute ancorché precancerosi, erano molto più sensibili di altri animali di razza diversa, alla somministrazione per via endovenosa di questa tossina. Infatti, se in questi ultimi è stato sufficiente ridurre deI 25% la dose di tossina iniettata, per modificare il tasso di sopravvivenza dallo 0 al 100 %, nei topi precancerosi si è invece dovuto ridurre la dose di tossina deI 66% per ottenere lo stesso risultato.

2. l topi R III portatori di tumori spontanei sono invece più resistenti alla tossina del Perfringens di altri animali sani appartenenti alla stessa razza. Infatti il 50% dei soggetti portatori di grossi tumori spontanei, arrivati ormai allo stadio terminale,

hanno resistito a una dose di tossina che avrebbe causato la morte di tutti gli animali sani. Ho anche potuto constatare dei casi di sopravvivenza in topi cancerosi ­dopo l'iniezione di dosi una volta e mezza o due volte superiori a quella risultata letale per il 100% dei topi normali.

3. Infine ho rilevato che i topi portatori di tumori innestati resistono meglio alla tossina del Perfringens rispetto ad altri animali che non hanno subito l'innesto mentre sono meno resistenti degli animali spontaneamente cancerosi (C. Kousmine e M. Strojewski-Guex, "Oncologia", 1959, volume 12, pagg. 70-78).

Questa serie di esperimenti mi ha dimostrato che la presenza di un tumore canceroso aveva aumentato la resistenza degli animali alla tossina usata.

ln seguito ho messo in incubazione un grammo di tessuto tumorale con la tossina. constatando che esso era capace di neutralizzarne circa quindici dosi letali. Nel tumore di un topo, del peso facilmente raggiungibile di 3-6 grammi, è contenuto, quanto basta per neutralizzare almeno quarantacinque dosi mortali di veleno. Questo potere disintossicante viene quasi raddoppiato da una vaccinazione preventiva.

Fra tutti gli organi analizzati, soltanto il fegato è dotato di un simile potere, forse anche leggermente superiore; il potere neutralizzante della milza, dei muscoli e del miocardio è invece trascurabile.

Questi esperimenti hanno quindi dimostrato la nostra ipotesi di lavoro: nel caso particolare deI topo, il tumore cancerogeno ha veramente protetto l'animale dall’azione nociva della tossina emolitica di origine microbica, iniettata nel flusso sanguigno.

A questo punto delle mie ricerche ero certa che il cancro si forma prevalentemente in soggetti colpiti da altre forme di malattie degenerative (come disturbi digestivi cronici, allergie diverse, infezioni banali a carattere recidivo, sterilità, tumori benigni, calcoli biliari, ecc.) la cui comparsa è legata a carenze alimentari. Sapevo anche che proprio queste causano il deterioramento della funzione e della flora intestinale, suscettibile d'intervenire sulla genesi del cancro.

In un' altra ricerca, sottoponendo dei topi cancerosi all' azione di sostanze biologi­che diverse, per vedere quelle che influivano sulla proliferazione delle cellule tumorali, ho constatato che le vitamine B1 e B12 in dosi elevate (corrispondenti nell'uomo a 100 milligrammi e a 1 grammo), l'acido folico e gli estratti embrionali e placentari accelerano la crescita del tumore. È quindi saggio diffidarne in medicina, nei soggetti cancerosi, come si diffida di qualunque sostanza chimica il cui potere cancerogeno è stato dimostrato nell'animale.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:26

Il logico proseguimento della mia ricerca richiedeva quindi che intervenissi equilibrando l'alimentazione dei miei malati, fornendo in abbondanza gli oligo­elementi e le vitamine di cui la loro alimentazione abituale era carente. Inoltre era necessario eliminare l'aggressione di origine intestinale, che presupponevo essere il meccanismo propulsore della proliferazione cancerosa, e osservare poi quanto accadeva.

Credo che non insisterò mai abbastanza sull'importanza deI contenuto dell' intesti­no, che costituisce unaparte essenziale deI nostro organismo. Già dai tempi più antichi i saggi l'avevano riconosciuto. Del resto nel"Vangelo della Pace di Gesù Cristo" di San Giovanni, tradotto dall' aramaico e dallo slavone da E. Szekely(edizione P. Genillard, Losanna) si leggono queste parole deI Grande Maestro: "Non crediate che basti essere puliti esteriormente. L'impurità interna è ancora più grande dell'impurità esteriore. Per pulirvi interiormente procuratevi una grossa zucca con un gambo cavo della lunghezza di un uomo: svuotate la zucca del suo con tenuto e riempitela con l'acqua del fiume che il sole ha riscaldato. Appendete la zucca al ramo di un albero, inginocchiatevi per terra e fate in modo che l'estremità deI gambo penetri nel vostro posteriore cosicché l'acqua penetri nel vostro intestino. Lasciate scorrere l'acqua dal vostro corpo, e con essa tutto ciò che è impuro e maleodorante. Ogni giorno deI vostro digiuno rinnovate questo battesimo dell' acqua e continuate finché l'acqua che scorre dal vostro corpo non sia diventata limpida e pura".

La genesi di molte malattie degenerative è riprodotta in modo schematico in alcune tavole fuori testa (schemi A, B, C e D).



Profilassi di una ricaduta cancerosa

Le mie osservazioni mi inducono a pensare che è solo un caso se l'asportazione 0 l'annientamento di un tumore riesce a ristabilire l'equilibrio organico deI malato e quindi condurlo alla guarigione, proprio perché nessuna delle due modifica le condizioni che hanno reso possibile l'insorgere deI cancro. Potrà perciò ripresen­tarsi. La cosa è risaputa, e giustifica i ripetuti controlli periodici cui sono sottoposti i malati, alla ricerca di eventuali segni di recidività. Tuttavia, per favorire la guarigione, devono essere eliminate nel più breve tempo possibile tutte le intossicazioni e le carenze esistenti, e oggi siamo in grado di farlo. Naturalmente sarebbe molto meglio per tutti noi vivere e nutrirci in modo sano, rifuggendo così ogni danno per la nostra salute. Occorre sottolineare che il nostro corpo finisce per non poter più tollerare la somma di numerosi errori ripetuti all'infinito che provocano la comparsa di un tumore, tanto più che molti di questi possono essere evitati. Per effettuare con successo un trapianto, impedendo che subentri il rigetto, si fa uso di farmaci immuno-depressori; ebbene, l'uso di queste sostanze aumenta la probabilità di un cancro dell'80-100% (Lucien Israël). La cosa non mi ha stupito, anzi rientra perfettamente nella logica deI mio ragionamento: infatti, se si sopprime artificialmente un meccanismo di difesa normale, l' organismo, che ne ha bisogno, ne crea un altro patologico.

Se consideriamo il tessuto tumorale come una reazione di difesa, possiamo anche capire come mai sia così raro che in uno stesso individuo coesistano due tumori di natura diversa: se uno assicura il compito della difesa, l' organismo non ha nessun bisogno di formarne un altro. Ciò avviene invece se il tumore guarisce e si ricreano le stesse condizioni di carenza, d'intossicazione 0 d'infezione (vedi. caso 38).

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:27

È bene sottolineare che la cura che io propongo è solo un complemento benefico dei criteri classici. Nel momento in cui si ha la diagnosi di un cancro, il tumore è clinicamente rivelabile. Quando è piccolo e misura ad esempio soltanto 1 cm3 contiene già un numero considerevole di cellule maligne (circa 1 miliardo) le quali si moltiplicano a volte molto rapidamente, probabilmente perché il ritmo è determinato dall'intensità della aggressione. Occorre del tempo per ristabilire il ­malato, e per aumentare la sua resistenza, non tanto contro il cancro, quanto contro ciò che lo genera e provoca la sua diffusione. Nel momento in cui si evidenzia la presenza del cancro, si stabilisce una lotta contro il tempo per fronteggiare la rapidità del suo sviluppo con l'entrata in gioco dell' aiuto fornito. Le misure che consiglio diventano efficienti dopo circa due mesi, ma manifestano tutto il loro beneficio potenziale dopo due anni.

Quando un malato di cancro è stato operato e si è quindi sottoposto alla radiazioni, viene considerato come relativamente stabile solo dopo un periodo di cinque anni. Dalle mie osservazioni lo stesso risultato è raggiunto dai miei malati dopo 2 anni, dopo di che le ricadute sono rare.

Se il cancro diagnosticato necessita un intervento chirurgico e lo stato del malato è soddisfacente, bisogna operarlo e, se necessario, sottoporlo a radiazioni, avendo così il tempo necessario per correggere il suo stato generale o il suo terreno (così viene definito) e prevenire una ricaduta. Se invece il malato si trova in condizioni precarie, è meglio prepararlo all' operazione per qualche settimana 0 qualche mese, applicando le misure descritte, per "disinnestare il meccanismo del cancro".

Si può allora constatare che il tumore arresta la sua crescita, a volte diminuisce anche di volume, che lo stato generale migliora e quindi il risultato sia dell' opera­zione che della radioterapia preventivamente ritardate può essere eccellente.

Se pero’ il malato che viene da me ha soltanto due mesi di vita, è troppo tardi. Ovviamente è possibile mitigare le sue sofferenze, a volte anche con successo, ma non è possibile cambiare il corso inesorabile della malattia.

Se il mio metodo di cura, semplice e logico, può giovare in casi estremamente gravi, che sfuggono alle normali terapie, allora vuol dire che si basa su dati reali. Perciò, se riesce a influire su casi critici, dovrebbe a maggior ragione risultare po­sitivo su malati che, curati e guariti dal loro tumore maligno, corrono il pericolo di diventare recidivi e devono perciò essere protetti. L'alimentazione di tutti i malati di cancro dovrebbe quindi essere normalizzata, al più tardi subito dopo l' operazio­ne, correggendo carenze vitaminiche e squilibri minerali (ferro, calcio, magnesio, squilibri alcalini, ecc.).

La stessa cosa dicasi per le persone ad alto rischio. Per tutti gli altri il semplice ritorno a un' alimentazione naturale,l'unica valida, dovrebbe bastare per diminuire in modo considerevole la frequenza dei tumori. Durante questi anni io stessa ho praticato la profilassi della ricaduta in numerosi soggetti e con risultati molto incoraggianti.

Esiste una categoria di malati particolarmente difficile da curare. Si tratta degli ipertesi, degli ipersensibili. Inquesti malati un' eccessiva tensione deI sistema nervoso centrale produce, in vicinanza delle vie conduttrici al cervello, dei disturbi neurovegetativi a livello dell'intestino e una perturbazione deI sua corretto funzio­namento. Compaiono allora le stipsi 0 forme di diarrea di tipo nervoso, accompagnate



da una dilatazione dei vasi, che aumenta la permeabilità della parete intestinale e favorisce il passaggio dei germi. Per quanto poco la flora intestinale sia patogena e i disturbi siano frequenti, si mantengono le condizioni del manifestarsi del cancro o un'eventuale ricaduta. L'aiuto dello psicoterapeuta si rivela in questi casi quanto mai prezioso (leggere "Guérir envers et contre tout", deI Dr. Carl Simonton, edizioni EPI).

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:29

Pagine tratte da:



SALVATE IL VOSTRO CORPO ! di Catherine Kousmine Ed. Tecniche Nuove, 1992



Edizione originale: Sauvez votre corps! Editions Robert Laffont, S.A. 1987





Conclusione

"La Salute ha un' origine che esula dalla sfera della Medicina, perché dipende da leggi immutabili. La malattia è la conseguenza della viola­zione di queste leggi."

E. G. WHITE



"L' uomo cambia il proprio modo di nutrirsi secondo le mode, gli snobismi, il potere della pubblicità di cui è vittima, secondo i consigli di creatori di proposte, che in realtà non sono altro che dei commercianti intelligenti. Egli non sa percio' se il cibo che consuma risponde ad un reale bisogno dei suo organismo e rappresenta quel nutrimento di cui necessita nel senso proprio del termine."

M. H. GEOFFROY



Nel mondo moderno in cui viviamo siamo talmente esposti a una molteplicità di influenze nocive, generate dall' attività dell'uomo, che è difficile per ognuno di noi riuscire a evitarle. L'unico modo per proteggersi risiede nell' ambito in cui ognuno è padrone di sé e delle sue scelte, che riguarda appunto l'alimentazione. Lo scopo è quello di crescere forti e sani. Oggi è ancora possibile, ma occorre saperne approfittare.

La pubblicazione nel 1980 del mio primo libro, "La tavola della salute", ha chiaramente dimostrato che le carenze della moderna alimentazione determinano l'in­sorgere di vari squilibri alimentari. Non siamo più in grado di difenderci contro il mondo esterno, contro l'infiltrazione nel nostro organismo di elementi estranei tossico-infettivi, o più semplicemente presenti nell' ambiente in cui viviamo (come la polvere che respiriamo nelle nostre case, 0 la farina che i fornai respirano quotidianamente e che li rende asmatici, 0 ancora il polline nell' aria, ecc.). Il nostro

corpo ha perduto la propria normale impermeabilità a questi agenti, perché dalla metà di questo secolo ci siamo sempre più allontanati dall'antica abitudine di condire le nostre verdure con l'olio migliore, pressato a freddo, ricco di elementi vitali e di acidi grassi polinsaturi (vitamina F) e abbiamo invece preferito usare l'olio industriale, che è assolutamente inerte. Per condire il cibo e preparare le pietanze, siamo ricorsi ai grassi abilmente definiti vegetali, ma del tutto estranei alla natura, e alla margarina che ne è un derivato con l'aggiunta del16% di acqua. Queste sostanze grasse non entrano nelle strutture delle membrane cellulari, come avviene invece per la vitamina F, e quindi rappresentano un pericolo insidioso per la nostra salute. Sostituendosi alle sostanze grasse naturali ricche di vitamina F, ne aumentano il fabbisogno, e parimenti le carenze.

La scoperta fondamentale che senza l'apporto regolare e sufficiente di vitamina F ci si ammala, per l'insorgere squilibri immunitari di natura diversa, deve indurre ognuno di noi a migliorare il proprio destino e quello dei propri figli. Lo sforzo necessario per operare un simile cambiamento è rilevante soltanto nei primi due ­tre mesi. In linea di massima, coloro che hanno fatto questa scelta non solo affermano di stare meglio, ma non hanno nessuna intenzione di ritornare all'ali­mentazione che seguivano prima, perché pienamente soddisfatti del nuovo regime "tanto più saporito". Occorre far presente che un simile ritorno a usi più antichi non è assolutamente riduttivo e che anche il più famoso buongustaio puo’ restarne soddisfatto, a patto di prendere atto di alcune nozioni tecniche. *

* Vedere i testi di J . Gauthey dell'edizione Oelachauxet Niestlé: "Manger et guérir", "Manger sainement pour bien se porter".


Ultima modifica di klodia il Mar 3 Giu 2008 - 15:36 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:30

Occorre tenere presente che ognuno di noi è responsabile del proprio destino. Se rinuncia ai prodotti artificiali moderni, tutti inerti e inconsistenti, e offre al proprio organismo un numero sufficiente di elementi vivi, previsti dalla Natura, sicura­mente avrà una vita più facile. I fastidi che suonano come dei campanelli d'allarme, come l'eccessivo affaticamento, sia fisico che intellettuale, la mancanza di concen­trazione e di resistenza, i disturbi della digestione (che comportano il fastidioso fenomeno della stipsi), le eruzioni cutanee, la sete eccessiva causata da una esagerata evaporazione d'acqua dei tessuti, ecc., tutti questi disturbi cronici si attenuano e poi scompaiono completamente. Vale la pena di tentare, se non altro per smentire la profezia del professor J. Fabre, secondo cui: "L'uomo soccomberà, ucciso dall' abuso di cio’ che viene chiamato civiltà!".

"Hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non ascoltano!"

La verità che questo libro ha presentato, cosi’ sconvolgente, "incredibile", addirit­tura "inammissibile", è che la causa principale delle malattie degenerative, il cui numero supera la nostra capacità di adattamento, risiede nella nostra errata alimentazione e solo eliminando le diverse carenze e ritornando a una alimentazione sana e naturale sia possibile curare queste malattie con successo. Questa tesi diviene legittima attraverso la molteplicità degli esempi proposti.

Nel mio primo libro ne ho presentati alcune decine,la stessa cosa ho fatto in questo secondo lavoro. I malati che visito rappresentano, per un'abbondante metà, l'insuccesso della medicina classica; oppure si tratta di casi la cui prognosi è statisticamente pessimistica, prevedendo a scadenza più o meno breve la percen­tuale de1 50% e anche superiore di decessi o d'invalidità, nonostante la scrupolosa osservanza delle terapie classiche; o ancora si tratta di malati per i quali la medicina tradizionale non ha nulla da proporre (come ad esempio nel caso di malattie genetiche).

in questo caso, non ho che l'imbarazzo della scelta. I malati di sclerosi a placche, ad esempio, si recano nel mio studio da parecchi anni ormai; ne visito anche venti alla settimana e li controllo soltanto ogni quattro, dodici mesi. Poiché tutti ne parlano, ci sono pazienti che affrontano un viaggio di centinaia di chilometri nella speranza di trovare una cura efficace. È armai giunto il momento che i miei colleghi medici si informino e si diano da fare.

È ovvio che gli specialisti rappresentano la categoria più difficile da convincere, sia perché ricoprono posti di responsabilità, sia perché sono più anziani. Il professor Guido Fanconi, che insegnava all'Università di Zurigo ed è stato il mio esimio maestro (oggi non è più tra noi, non diceva forse ai suoi allievi di possedere "la follia del dubbio"?

Il dubbio in sé è una qualità scientifica, a patto che sia seguito da un controllo oggettivo, cosa che il mio maestro ha sempre fatto, soprattutto prima di pronun­ciare un giudizio definitivamente sfavorevole. Sono stata spesso criticata, hanno denigrato il mio lavoro, anche recentemente nell' aprile 1986 e nel marzo 1987, pero’i miei detrattori, che passano per uomini di scienza e non lo sono affatto, non si sono mai presi la briga di verificare né di applicare i metodi che proponevo.

Gli oncologi sono i miei più agguerriti antagonisti; rigorosamente specialisti, considerano il cancro un corpo estraneo da eliminare. Non è un po' arbitrario come giudizio, indegno deI XX secolo? Come dice assai bene Zabel: "L'attuale medicina classica parla del cancro come se un uomo sano per un inconcepibile intervento della malasorte, avesse visto formarsi una proliferazione cancerogena in una parte del suo corpo peraltro in ottime condizioni!". Orbene il malato di cancro, indipen­dentemente dalla sua istruzione e dalla sua cultura, si rende perfettamente conto che è stato il suo organismo a formare il tumore epercio’deve esserci una causa che va eliminata. I miei detrattori affermano spetti a me portare un congruo numero di prove, sapendo benissimo che nessun medico genericopuo’farlo seguendo i criteri attualmente considerati validi. Essi considerano "aneddotiche", vale a dire senza alcun valore, le mie osservazioni cliniche. Dimenticano pero’che tutta la scienza medica, fino alla seconda metà di questo secolo, si è basata essenzialmente sulle osservazioni cliniche. Cosi’ facendo, creano un pregiudizio, che si fonda sulla malafede, che impedisce il progresso e danneggia il malato. Di certo è comunque preferibile riuscire a guarire "aneddoticamente", visto che la scienza non ha più nulla da offrire.



Soltanto i giovani medici che vengono nel mio studio per seguire il mio lavoro posseggono l'apertura mentale necessaria a imparare. Essi sono provvisti di "occhi per vedere, orecchie per ascoltare" e, ormai convinti, desiderano seguire il mio esempio. Quando cio’ avviene, ottengono gli stessi risultati. Oggi ve ne sono ottantuno, in Francia, in Svizzera, in Germania, in Belgio e in Canada. Sono dei medici generici 0 degli specialisti di medicina interna, che hanno un'attività ben avviata e possono rispondere all' appello dei malati del loro paese, che io invio loro. Il mio primo libro, "La tavola della salute", ha fatto scalpore nell'ambiente medi­co, e posseggo una lista d'attesa di colleghi che ancora aspettano di venire da me. La parte essenziale del mio metodo consiste nell' insegnare al malato a gestire il suo corpo. Il medico deve farsi carico di informarlo, di spiegare la genesi della sua malattia, convincerlo che non è una fatalità, ma la conseguenza del suo comporta­mento nei confronti del suo corpo, e che percio’ deve essere corretto. Se ci si limita a dare ordini, non si otterrà nessun risultato.

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:31

Ora che sono giunta alla fine della mia carriera, ho un solo interesse da raggiungere: trasmettere al maggior numero possibile di giovani medici le nozioni acquisite. Coloro che sono venuti nel mio studio per imparare cercano di creare una rete di comunicazione all'interno della quale sia possibile scambiare i risultati ottenuti e favorire ogni tipo di conoscenza. Un' Associazione di medicina Kousmine è stata fondata a Parigi e il 1 maggio 1987 ha organizzato in Francia il suo primo congresso internazionale. Credo sia il modo migliore per contrastare coloro che denigrano il mio lavoro, far tacere il professor L. Israël e "far trionfare la verità prima che muoiano i seguaci dell' errore", questo per il bene dei malati.

Insisto ancora una volta sul fatto che in presenza di una malattia grave non basta normalizzare l'alimentazione.

Come ha ben illustrato un mio allievo, il metodo che seguo poggia su quattro pilastri, come una sedia poggia su quattro gambe: se ne togliete una, la sedia si ribalta. La sana alimentazione è uno dei pilastri, la pulizia intestinale e la rigenerazione della mucosa dell'intestino è il secondo pilastro, il ripristino dell' equilibrio acido-basico il terzo, infine il quarto pilastro consiste in un abbondante apporto di vitamine e di oligo-minerali, che eliminano le carenze.

Nel mio libro "La tavola della salute", ho descritto alcuni casi di cancro che hanno subito un' evoluzione quanto mai favorevole per il malato, non appena ho applica­to i miei principi terapeutici. Naturalmente ho trattato anche altre malattie: miastenie, mastopatie, sterilità, amenorrea, colite ulcero-emorragica, eczema ribelle, psoriasi, trombosi, disfunzioni cerebrali, ecc. e il lettore interessato puo docu­mentarsi.

Per quanto riguarda la sclerosi a placche, si consiglia di leggere il volumetto " La sclerosi a placche non è inguaribile", (Ed. Natura).

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 15:35

Spero che sia andato tutto liscio.
Per oggi ho finito, se avete qualche domanda sono qui.
Very Happy

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Messaggio Da XENA Mar 3 Giu 2008 - 16:35

Brava Klodia

ottimo lavoro pollice alto


grazie!!!!
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Messaggio Da thegame Mar 3 Giu 2008 - 19:24

Graxie Claudia, ora abbiamo un pò da leggere!!!!
sei in gamba!!!! Very Happy

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Messaggio Da klodia Mar 3 Giu 2008 - 20:58

Grazie ragazzi, spero che possa essere utile.

Ecco il sito dell'associazione italiana medici Kousmine
www.amik.it/medici.aspx
Io li ho contattati chiedendo il nominativo di un medico che esercita dalle parti dei miei genitori, sono molto gentili.

Un abbraccio

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Messaggio Da Dezeb Mer 4 Giu 2008 - 2:41

io noto sempre che una cosa comune a queste diete per la salute (non per perdere peso o cose simili)
include centrifugati di verdure (e frutta) (lo ripeto sempre, davvero efficaci) regolarizzazione del ph, alimentazione attenta, e qualcos'altro;
una cosa indispensabile è la pazienza.
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Messaggio Da mara Mer 4 Giu 2008 - 11:14

Ho appena ordinato il libro....grazie Claudia. invio baci

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Messaggio Da VITA Mer 4 Giu 2008 - 12:21

grazia Claudia dell'ottimo contributo x tutti noi....
un abbraccio
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