Come vivere bene nonostante la malattia?
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Come vivere bene nonostante la malattia?
Mi è arrivato questo messaggio da un utente amico di F.B.
ed io voglio condividerlo con tutti voi......
" SIATE certi che il turbine di emozioni che probabilmente provate è del tutto giustificato. Anche se la vostra malattia o invalidità è un dato di fatto, la mente non vuole accettare i cambiamenti che essa vi ha imposto. Potrebbe sembrare che tra voi e la vostra malattia si sia instaurata una specie di braccio di ferro, un conflitto tra quello che eravate e quello che potreste diventare. E in questo momento potrebbe sembrare che ad avere la meglio sia la malattia. Ma potete ribaltare la situazione. Come?
“Quando una malattia provoca una perdita”, osserva la dott.Kitty Stein, “sotto molti aspetti si soffre come quando muore una persona cara”. Perciò, se avete perso una cosa così preziosa come la salute, è più che normale che vi concediate il tempo di piangere, come fareste se aveste perso un vostro caro. Anzi, può darsi che non abbiate perso solo la salute. Una donna spiega: “Ho dovuto rinunciare al lavoro. ... Ho dovuto rinunciare all’indipendenza di cui avevo sempre goduto”. Nondimeno, mantenete un punto di vista equilibrato circa le cose che avete perduto. “Dovete piangere le cose perdute”, aggiunge la Stein, lei stessa affetta da sclerosi multipla, “ma dovete anche capire che cosa vi resta”. In effetti, una volta asciugate le lacrime iniziali, vedrete che vi restano importanti risorse a cui attingere. Innanzi tutto, avete la capacità di adattarvi.
Un marinaio non può controllare una tempesta, ma può affrontarla con successo agendo sulla velatura della propria barca. Analogamente, può darsi che non possiate far nulla per controllare la malattia che vi ha sconvolto la vita, ma potete affrontarla agendo sulla vostra “velatura”, ovvero sulle vostre risorse fisiche, psicologiche ed emotive. Cosa ha aiutato altri malati cronici a far questo?
Una volta superato l’impatto iniziale della diagnosi, molti concludono che conoscere la dolorosa verità è meglio che vivere nell’incertezza e nella paura. Mentre la paura può paralizzarvi, sapere cosa vi sta succedendo vi permette di pensare a cosa potete fare, e spesso questo ha di per sé un effetto positivo. “Qualsiasi cosa vi preoccupi, notate quanto vi sentite meglio quando ideate un piano per farvi fronte”, osserva David Spiegel, della Stanford University. “Molto prima di fare effettivamente qualcosa, potete ridurre la sensazione di disagio progettando il da farsi”.
Può darsi che sentiate il bisogno di saperne di più sulla vostra malattia. Un proverbio dice che “l’uomo di conoscenza rafforza la potenza”. Procuratevi dei libri dalla biblioteca. Imparate più cose che potete sulla vostra malattia. Imparando quali sono le cure disponibili e i metodi per far fronte alla malattia, potreste scoprire che la vostra situazione forse non è così disperata come temevate. Potreste persino trovare qualche motivo per essere ottimisti.
Ma il vostro vero obiettivo non è arrivare a comprendere la malattia a livello razionale. Spiegel spiega: “Questa acquisizione di informazioni fa parte di un importante processo in cui la persona accetta la malattia, se ne fa una ragione e comincia a vederla in maniera equilibrata”. Accettare l’idea che la vostra vita è cambiata ma non è finita è un processo delicato e spesso lento. Ma questo passo avanti —dal comprendere la malattia a livello razionale all’accettarla a livello emotivo— voi lo potete fare. Come?
Può darsi che dobbiate rivedere le vostre idee su cosa significa accettare la propria malattia. In fondo, accettare il fatto che state male non è un segno di fallimento, proprio come non lo è per un marinaio accettare il fatto che si trova in mezzo a una tempesta. Al contrario, un atteggiamento realistico nei confronti della tempesta lo spinge ad agire. Allo stesso modo, accettare la propria malattia non è una sconfitta, ma significa “procedere in una nuova direzione”, come ha fatto notare una donna affetta da una malattia cronica.
Anche se le vostre capacità fisiche sono diminuite, forse dovete ricordare a voi stessi che ciò non significa necessariamente che anche le vostre qualità mentali, emotive e spirituali ne abbiano risentito. Ad esempio, avete ancora l’intelligenza e la facoltà di organizzare e ragionare? Forse avete ancora il vostro sorriso cordiale, il desiderio di rendervi utili e la capacità di essere buoni ascoltatori e veri amici.
Inoltre, ricordate che pur non potendo cambiare tutte le vostre circostanze, potete ugualmente decidere come reagire ad esse. Irene Pollin, dell’istituto americano per la lotta contro i tumori, afferma: “Il modo in cui reagite alla malattia dipende da voi. La malattia, per quanto vi condizioni, non vi potrà mai privare di questo potere”. Helen, una donna di 70anni affetta da sclerosi multipla in uno stadio avanzato, è dello stesso avviso: “Non è tanto la malattia quanto il modo in cui reagite ad essa a determinare se ritroverete il vostro equilibrio”. Un uomo invalido da parecchi anni dice: “L’ottimismo è la chiglia che permette alla barca di rimanere dritta”.
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ed io voglio condividerlo con tutti voi......
" SIATE certi che il turbine di emozioni che probabilmente provate è del tutto giustificato. Anche se la vostra malattia o invalidità è un dato di fatto, la mente non vuole accettare i cambiamenti che essa vi ha imposto. Potrebbe sembrare che tra voi e la vostra malattia si sia instaurata una specie di braccio di ferro, un conflitto tra quello che eravate e quello che potreste diventare. E in questo momento potrebbe sembrare che ad avere la meglio sia la malattia. Ma potete ribaltare la situazione. Come?
“Quando una malattia provoca una perdita”, osserva la dott.Kitty Stein, “sotto molti aspetti si soffre come quando muore una persona cara”. Perciò, se avete perso una cosa così preziosa come la salute, è più che normale che vi concediate il tempo di piangere, come fareste se aveste perso un vostro caro. Anzi, può darsi che non abbiate perso solo la salute. Una donna spiega: “Ho dovuto rinunciare al lavoro. ... Ho dovuto rinunciare all’indipendenza di cui avevo sempre goduto”. Nondimeno, mantenete un punto di vista equilibrato circa le cose che avete perduto. “Dovete piangere le cose perdute”, aggiunge la Stein, lei stessa affetta da sclerosi multipla, “ma dovete anche capire che cosa vi resta”. In effetti, una volta asciugate le lacrime iniziali, vedrete che vi restano importanti risorse a cui attingere. Innanzi tutto, avete la capacità di adattarvi.
Un marinaio non può controllare una tempesta, ma può affrontarla con successo agendo sulla velatura della propria barca. Analogamente, può darsi che non possiate far nulla per controllare la malattia che vi ha sconvolto la vita, ma potete affrontarla agendo sulla vostra “velatura”, ovvero sulle vostre risorse fisiche, psicologiche ed emotive. Cosa ha aiutato altri malati cronici a far questo?
Una volta superato l’impatto iniziale della diagnosi, molti concludono che conoscere la dolorosa verità è meglio che vivere nell’incertezza e nella paura. Mentre la paura può paralizzarvi, sapere cosa vi sta succedendo vi permette di pensare a cosa potete fare, e spesso questo ha di per sé un effetto positivo. “Qualsiasi cosa vi preoccupi, notate quanto vi sentite meglio quando ideate un piano per farvi fronte”, osserva David Spiegel, della Stanford University. “Molto prima di fare effettivamente qualcosa, potete ridurre la sensazione di disagio progettando il da farsi”.
Può darsi che sentiate il bisogno di saperne di più sulla vostra malattia. Un proverbio dice che “l’uomo di conoscenza rafforza la potenza”. Procuratevi dei libri dalla biblioteca. Imparate più cose che potete sulla vostra malattia. Imparando quali sono le cure disponibili e i metodi per far fronte alla malattia, potreste scoprire che la vostra situazione forse non è così disperata come temevate. Potreste persino trovare qualche motivo per essere ottimisti.
Ma il vostro vero obiettivo non è arrivare a comprendere la malattia a livello razionale. Spiegel spiega: “Questa acquisizione di informazioni fa parte di un importante processo in cui la persona accetta la malattia, se ne fa una ragione e comincia a vederla in maniera equilibrata”. Accettare l’idea che la vostra vita è cambiata ma non è finita è un processo delicato e spesso lento. Ma questo passo avanti —dal comprendere la malattia a livello razionale all’accettarla a livello emotivo— voi lo potete fare. Come?
Può darsi che dobbiate rivedere le vostre idee su cosa significa accettare la propria malattia. In fondo, accettare il fatto che state male non è un segno di fallimento, proprio come non lo è per un marinaio accettare il fatto che si trova in mezzo a una tempesta. Al contrario, un atteggiamento realistico nei confronti della tempesta lo spinge ad agire. Allo stesso modo, accettare la propria malattia non è una sconfitta, ma significa “procedere in una nuova direzione”, come ha fatto notare una donna affetta da una malattia cronica.
Anche se le vostre capacità fisiche sono diminuite, forse dovete ricordare a voi stessi che ciò non significa necessariamente che anche le vostre qualità mentali, emotive e spirituali ne abbiano risentito. Ad esempio, avete ancora l’intelligenza e la facoltà di organizzare e ragionare? Forse avete ancora il vostro sorriso cordiale, il desiderio di rendervi utili e la capacità di essere buoni ascoltatori e veri amici.
Inoltre, ricordate che pur non potendo cambiare tutte le vostre circostanze, potete ugualmente decidere come reagire ad esse. Irene Pollin, dell’istituto americano per la lotta contro i tumori, afferma: “Il modo in cui reagite alla malattia dipende da voi. La malattia, per quanto vi condizioni, non vi potrà mai privare di questo potere”. Helen, una donna di 70anni affetta da sclerosi multipla in uno stadio avanzato, è dello stesso avviso: “Non è tanto la malattia quanto il modo in cui reagite ad essa a determinare se ritroverete il vostro equilibrio”. Un uomo invalido da parecchi anni dice: “L’ottimismo è la chiglia che permette alla barca di rimanere dritta”.
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VITA- Utente Senior
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Numero di messaggi : 3481
Età : 64
Località : TREVISO
Data d'iscrizione : 31.12.07
Re: Come vivere bene nonostante la malattia?
Io ho trovato questa su FB di Fabio Savatore,per chi non lo sapesse Fabio ha un k e attualmente in terapia,ha scritto il libro "Cancro non mi fai paura",lui dice sempre "di cancro si vive".
La pubblico perchè m è piaciuta molto.Un abbraccio a Fabio
Chiedimi se sono felice .....
La forza della mente.
Il coraggio della mente.
La determinazione della mente.
Chiedimi se sono felice ....
Sì che lo sono.
In questi giorni, in queste ore, la mia mente non mi ha mai abbandonato, non mi ha mai mollato, ma mi ha donato il coraggio di guardare a quell'infinita luce che è dentro me.
Il cancro, è l'incontro perpetuo con la vita, che ti mette in bilico, che vuol farti cadere, piangere e tingere di nero la Tua anima.
Ma alle volte, il cancro diventa la vita stessa, che si tinge di nuovi e strani colori. Oggi ho veramente capito l'essenza di questa malattia, che non puoi odiare o maledire, ma che devi sempre più comprendere con quello spirito umano che contraddistingue l'uomo che incontra il dolore.
Il cancro, umanamente.
Da oltre 18 mesi mi batto per questa parola: umanizzare il cancro ed io sono la prova vivente, che di cancro si vive e non solo si muore.
Ma alle volte, c'è un qualcosa che rovina questa magia e questa nuova luce che è dentro noi: l'indifferenza, di chi credevi pronto a sostenerti, anche con un semplice abbraccio, un messaggio, una parola. Chi si professa amico e poi sparisce del nulla o usa inutili frasi di circostanza.
Questo fa male, molto più del male fisico che ho subito in queste ore, in cui mi hanno torturato stomaco e bocca. Allora al dolore fisico si oppone un dolore umano che brucia molto più di flebo che stordiscono anima e corpo.
"Voi, figli omertosi e incapaci di amare voi stessi, vivete nella vostra mediocrità credendo di essere capaci e forti. Siete il nulla. Siete la finzione di tanti inutili momenti".
Chiedimi se sono felice ....
Certo che lo sono, basta pensare a quell'amore incondizionato ricevuto da Voi, amici della rete, che senza avervi mai conosciuto, senza avervi mai stretto una mano o guardato negli occhi, senza mai aver ascoltato la vostra voce, mi avete donato la vostra anima.
Questo io non lo dimentico e lo custodisco dentro me, come qualcosa di unico e speciale.
Bisogna solo ripensare al sogno della nostra vita. Lontana da gente inutile, mediocre e incapace.
In questi 5 giorni di forzato riposo ho sentito il dolore della non vicinanza di taluni a cui però è esplosa la gioia del vostro vivere.
Insieme ridisegneremo le pagine di questo sogno: il cancro.
Chiedimi se sono felice .....
Oggi incarto i miei sogni e me li porto lontano da chi voleva solo rubarli ed invidiarli!!!!
Buona Vita!!!!
La pubblico perchè m è piaciuta molto.Un abbraccio a Fabio
Chiedimi se sono felice .....
La forza della mente.
Il coraggio della mente.
La determinazione della mente.
Chiedimi se sono felice ....
Sì che lo sono.
In questi giorni, in queste ore, la mia mente non mi ha mai abbandonato, non mi ha mai mollato, ma mi ha donato il coraggio di guardare a quell'infinita luce che è dentro me.
Il cancro, è l'incontro perpetuo con la vita, che ti mette in bilico, che vuol farti cadere, piangere e tingere di nero la Tua anima.
Ma alle volte, il cancro diventa la vita stessa, che si tinge di nuovi e strani colori. Oggi ho veramente capito l'essenza di questa malattia, che non puoi odiare o maledire, ma che devi sempre più comprendere con quello spirito umano che contraddistingue l'uomo che incontra il dolore.
Il cancro, umanamente.
Da oltre 18 mesi mi batto per questa parola: umanizzare il cancro ed io sono la prova vivente, che di cancro si vive e non solo si muore.
Ma alle volte, c'è un qualcosa che rovina questa magia e questa nuova luce che è dentro noi: l'indifferenza, di chi credevi pronto a sostenerti, anche con un semplice abbraccio, un messaggio, una parola. Chi si professa amico e poi sparisce del nulla o usa inutili frasi di circostanza.
Questo fa male, molto più del male fisico che ho subito in queste ore, in cui mi hanno torturato stomaco e bocca. Allora al dolore fisico si oppone un dolore umano che brucia molto più di flebo che stordiscono anima e corpo.
"Voi, figli omertosi e incapaci di amare voi stessi, vivete nella vostra mediocrità credendo di essere capaci e forti. Siete il nulla. Siete la finzione di tanti inutili momenti".
Chiedimi se sono felice ....
Certo che lo sono, basta pensare a quell'amore incondizionato ricevuto da Voi, amici della rete, che senza avervi mai conosciuto, senza avervi mai stretto una mano o guardato negli occhi, senza mai aver ascoltato la vostra voce, mi avete donato la vostra anima.
Questo io non lo dimentico e lo custodisco dentro me, come qualcosa di unico e speciale.
Bisogna solo ripensare al sogno della nostra vita. Lontana da gente inutile, mediocre e incapace.
In questi 5 giorni di forzato riposo ho sentito il dolore della non vicinanza di taluni a cui però è esplosa la gioia del vostro vivere.
Insieme ridisegneremo le pagine di questo sogno: il cancro.
Chiedimi se sono felice .....
Oggi incarto i miei sogni e me li porto lontano da chi voleva solo rubarli ed invidiarli!!!!
Buona Vita!!!!
LUNA- Utente Senior
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