AMINOACIDI E MINERALI
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Re: AMINOACIDI E MINERALI
Gli aminoacidi
Copyright by THEA 2004
Gli aminoacidi (o amminoacidi) sono composti organici che contengono contemporaneamente uno o più gruppi amminici -NH2 e uno o più gruppi carbossilici -COOH. Sono i componenti essenziali delle proteine; hanno grande importanza nella costituzione biochimica dei tessuti dell'organismo umano e, di conseguenza, nell'alimentazione. Un aminoacido può esistere in due forme, levogira o destrogira.
Le due forme contengono chimicamente gli stessi elementi, nella stessa quantità e sequenza, ma una forma è speculare rispetto all'altra. Gli aminoacidi si formano alla fine del processo di digestione delle proteine grazie ai fermenti pepsina, tripsina ed erepsina. Gli otto aminoacidi essenziali che l'organismo non può sintetizzare, e che deve ricevere dalla digestione, sono triptofano, fenilalanina, lisina, treonina, valina, leucina, isoleucina e metionina. Per i bambini risultano essenziali anche arginina e istidina. L'organismo sintetizza anche altri aminoacidi che si dicono non essenziali. Gli aminoacidi non servono solo nell'anabolismo muscolare; alcuni di essi vengono anche utilizzati a fini energetici. Il processo (gluconeogenesi) per il quale alcuni aminoacidi vengono trasformati in glucosio (poi usato come fonte energetica) dipende dall'intensità del lavoro e dalla durata: in un lavoro leggero di circa 40' solo il 4% dell'energia proviene dalle proteine, mentre in un lavoro intenso della stessa durata si arriva a un contributo del 15%; dopo 4 ore di lavoro leggero ben il 45% del glucosio liberato dal fegato proviene dalle proteine. Particolare importanza per il processo che ottiene energia dalle proteine rivestono i tre aminoacidi ramificati, (isoleucina, leucina, valina), così chiamati per la loro struttura. In breve di seguito le caratteristiche dei principali aminoacidi.
Acido aspartico – Partecipa all'eliminazione dell'ammoniaca. Importante come antiastenico.
Acido glutammico – È importante nelle funzioni nervose e cerebrali. L'acido glutammico serve per la produzione di acido folico. È indispensabile per la produzione di aminoacidi non essenziali.
Alanina – Può ridurre il colesterolo nel sangue e in condizioni di ipoglicemia può servire per produrre glucosio.
Arginina – Favorisce la produzione dell'ormone della crescita, accelera la cicatrizzazione delle lesioni, gioca un ruolo particolarmente importante nel ciclo dell'urea, favorisce il metabolismo dei grassi ed entra nel meccanismo di controllo del glucosio. È indicata negli stati di sovrappeso, come sostanza antiinvecchiamento e disintossicante (anti-radicali liberi). Controindicata in caso di infezioni virali (herpes) o di turbe schizofreniche.
Carnitina – È sintetizzata a partire da lisina e metionina in presenza di vitamina C. Riduce i trigliceridi nel sangue e partecipa in modo importante al consumo degli acidi grassi a livello cellulare. È un importante antiastenico.
Cisteina – È prodotta da metionina o serina; è un antiossidante e disintossicante, indispensabile per l'uso della vitamina B6. Ha azione positiva sui capelli e sulla pelle. Non deve essere somministrata ai diabetici.
Cistina – È un disintossicante dai metalli pesanti, utilizzato nel trattamento delle lesioni cutanee.
Fenilalanina – Partecipa alla sintesi della tirosina in presenza delle vitamine B6 e C ed è importante per il normale funzionamento della tiroide. Poiché induce un senso di sazietà (favorendo la produzione di colecistochinina) è impiegata nei casi di sovrappeso. È utile come antidepressivo. Controindicata in caso di ipertensione e di fenilchetonuria, nonché insieme a farmaci inibitori della monoamminossidasi.
Glicina e prolina – Sono due aminoacidi importanti per la rigenerazione dei muscoli e delle strutture tendinee. È consigliabile l'assunzione con vitamina C.
Glutammina – È importante nelle funzioni nervose e cerebrali. È indispensabile per la produzione di aminoacidi non essenziali. Importante per il controllo dell'azoto. Utile negli stati di affaticamento.
Istidina – Stimola la produzione di globuli rossi e bianchi. Viene trasformata in istamina che agisce sulle funzioni muscolari e sulla dilatazione dei vasi sanguigni.
Leucina e isoleucina – Devono essere somministrate insieme e in un rapporto che secondo la letteratura deve essere 2:1. L'isoleucina entra nel meccanismo di formazione dell'emoglobina.
Lisina – Partecipa alla sintesi della carnitina. Favorisce la formazione di anticorpi.
Metionina – È un antiossidante (anti-radicali liberi) e disintossicante, interviene nella produzione di colina, adrenalina, lecitina e vitamina B12. Partecipa alla sintesi di taurina, cisteina e cistina. Indispensabile per l'utilizzo del selenio da parte dell'organismo. È utile assumerla con la vitamina B6.
Ornitina – Favorisce la produzione dell'ormone della crescita e interviene nella disintossicazione dall'ammoniaca; favorisce la cicatrizzazione delle ferite e stimola le difese immunitarie.
Taurina – Viene prodotta da metionina o cisteina in presenza di vitamina B6. È presente solo in alimenti di origine animale. Per l'utilizzo di questo aminoacido è indispensabile lo zinco. È l'aminoacido prevalente nel muscolo cardiaco ed è pertanto importante nelle funzioni del cuore, anche se non sono ancora stati chiariti i meccanismi d'azione.
Tirosina – Deriva dalla fenilalanina. Importante nelle funzioni cerebrali. Utile contro la febbre da fieno.
Treonina – Importante per le funzioni digestive, nonché per la salute mentale.
Triptofano – Partecipa alla sintesi della vitamina B3. Utile nei casi di sovrappeso. Stabilizza l'umore. Controindicato in gravidanza, nei casi di asma bronchiale e di malattie autoimmuni.
Valina – Importante per le funzioni mentali, il coordinamento muscolare e le funzioni nervose.
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Gli aminoacidi (o amminoacidi) sono composti organici che contengono contemporaneamente uno o più gruppi amminici -NH2 e uno o più gruppi carbossilici -COOH. Sono i componenti essenziali delle proteine; hanno grande importanza nella costituzione biochimica dei tessuti dell'organismo umano e, di conseguenza, nell'alimentazione. Un aminoacido può esistere in due forme, levogira o destrogira.
Le due forme contengono chimicamente gli stessi elementi, nella stessa quantità e sequenza, ma una forma è speculare rispetto all'altra. Gli aminoacidi si formano alla fine del processo di digestione delle proteine grazie ai fermenti pepsina, tripsina ed erepsina. Gli otto aminoacidi essenziali che l'organismo non può sintetizzare, e che deve ricevere dalla digestione, sono triptofano, fenilalanina, lisina, treonina, valina, leucina, isoleucina e metionina. Per i bambini risultano essenziali anche arginina e istidina. L'organismo sintetizza anche altri aminoacidi che si dicono non essenziali. Gli aminoacidi non servono solo nell'anabolismo muscolare; alcuni di essi vengono anche utilizzati a fini energetici. Il processo (gluconeogenesi) per il quale alcuni aminoacidi vengono trasformati in glucosio (poi usato come fonte energetica) dipende dall'intensità del lavoro e dalla durata: in un lavoro leggero di circa 40' solo il 4% dell'energia proviene dalle proteine, mentre in un lavoro intenso della stessa durata si arriva a un contributo del 15%; dopo 4 ore di lavoro leggero ben il 45% del glucosio liberato dal fegato proviene dalle proteine. Particolare importanza per il processo che ottiene energia dalle proteine rivestono i tre aminoacidi ramificati, (isoleucina, leucina, valina), così chiamati per la loro struttura. In breve di seguito le caratteristiche dei principali aminoacidi.
Acido aspartico – Partecipa all'eliminazione dell'ammoniaca. Importante come antiastenico.
Acido glutammico – È importante nelle funzioni nervose e cerebrali. L'acido glutammico serve per la produzione di acido folico. È indispensabile per la produzione di aminoacidi non essenziali.
Alanina – Può ridurre il colesterolo nel sangue e in condizioni di ipoglicemia può servire per produrre glucosio.
Arginina – Favorisce la produzione dell'ormone della crescita, accelera la cicatrizzazione delle lesioni, gioca un ruolo particolarmente importante nel ciclo dell'urea, favorisce il metabolismo dei grassi ed entra nel meccanismo di controllo del glucosio. È indicata negli stati di sovrappeso, come sostanza antiinvecchiamento e disintossicante (anti-radicali liberi). Controindicata in caso di infezioni virali (herpes) o di turbe schizofreniche.
Carnitina – È sintetizzata a partire da lisina e metionina in presenza di vitamina C. Riduce i trigliceridi nel sangue e partecipa in modo importante al consumo degli acidi grassi a livello cellulare. È un importante antiastenico.
Cisteina – È prodotta da metionina o serina; è un antiossidante e disintossicante, indispensabile per l'uso della vitamina B6. Ha azione positiva sui capelli e sulla pelle. Non deve essere somministrata ai diabetici.
Cistina – È un disintossicante dai metalli pesanti, utilizzato nel trattamento delle lesioni cutanee.
Fenilalanina – Partecipa alla sintesi della tirosina in presenza delle vitamine B6 e C ed è importante per il normale funzionamento della tiroide. Poiché induce un senso di sazietà (favorendo la produzione di colecistochinina) è impiegata nei casi di sovrappeso. È utile come antidepressivo. Controindicata in caso di ipertensione e di fenilchetonuria, nonché insieme a farmaci inibitori della monoamminossidasi.
Glicina e prolina – Sono due aminoacidi importanti per la rigenerazione dei muscoli e delle strutture tendinee. È consigliabile l'assunzione con vitamina C.
Glutammina – È importante nelle funzioni nervose e cerebrali. È indispensabile per la produzione di aminoacidi non essenziali. Importante per il controllo dell'azoto. Utile negli stati di affaticamento.
Istidina – Stimola la produzione di globuli rossi e bianchi. Viene trasformata in istamina che agisce sulle funzioni muscolari e sulla dilatazione dei vasi sanguigni.
Leucina e isoleucina – Devono essere somministrate insieme e in un rapporto che secondo la letteratura deve essere 2:1. L'isoleucina entra nel meccanismo di formazione dell'emoglobina.
Lisina – Partecipa alla sintesi della carnitina. Favorisce la formazione di anticorpi.
Metionina – È un antiossidante (anti-radicali liberi) e disintossicante, interviene nella produzione di colina, adrenalina, lecitina e vitamina B12. Partecipa alla sintesi di taurina, cisteina e cistina. Indispensabile per l'utilizzo del selenio da parte dell'organismo. È utile assumerla con la vitamina B6.
Ornitina – Favorisce la produzione dell'ormone della crescita e interviene nella disintossicazione dall'ammoniaca; favorisce la cicatrizzazione delle ferite e stimola le difese immunitarie.
Taurina – Viene prodotta da metionina o cisteina in presenza di vitamina B6. È presente solo in alimenti di origine animale. Per l'utilizzo di questo aminoacido è indispensabile lo zinco. È l'aminoacido prevalente nel muscolo cardiaco ed è pertanto importante nelle funzioni del cuore, anche se non sono ancora stati chiariti i meccanismi d'azione.
Tirosina – Deriva dalla fenilalanina. Importante nelle funzioni cerebrali. Utile contro la febbre da fieno.
Treonina – Importante per le funzioni digestive, nonché per la salute mentale.
Triptofano – Partecipa alla sintesi della vitamina B3. Utile nei casi di sovrappeso. Stabilizza l'umore. Controindicato in gravidanza, nei casi di asma bronchiale e di malattie autoimmuni.
Valina – Importante per le funzioni mentali, il coordinamento muscolare e le funzioni nervose.
aminoacidi
Gli aminoacidi
Gli aminoacidi (o amminoacidi) sono delle molecole biologiche presenti in tutti gli organismo indifferentemente dal loro livello di complessità. La loro funzione si svolge su diversi livelli in quanto possono essere delle riserve di energia e venir degradati in momenti di bisogno, possono essere dei segnalatori biochimici e, ancora più importante, sono i costituenti principali delle proteine</A>.
Struttura degli aminoacidi.
http://www.lacellula.net/appunti/biochimica/aminoacidi.html
Gli aminoacidi (o amminoacidi) sono delle molecole biologiche presenti in tutti gli organismo indifferentemente dal loro livello di complessità. La loro funzione si svolge su diversi livelli in quanto possono essere delle riserve di energia e venir degradati in momenti di bisogno, possono essere dei segnalatori biochimici e, ancora più importante, sono i costituenti principali delle proteine</A>.
Struttura degli aminoacidi.
http://www.lacellula.net/appunti/biochimica/aminoacidi.html
Ultima modifica di XENA il Dom 8 Giu 2008 - 23:19 - modificato 1 volta.
Re: AMINOACIDI E MINERALI
dal sito del Prof.Panfili
vitamine aminoacidi e minerali :
http://www.aimo.it/main.htm
vitamine aminoacidi e minerali :
http://www.aimo.it/main.htm
Re: AMINOACIDI E MINERALI
sali minerali
I sali minerali sono sostanze inorganiche che, pur rappresentando complessivamente solo il 6,2% del peso corporeo, svolgono funzioni essenziali per la vita dell'uomo: partecipano infatti ai processi cellulari come la formazione di denti e ossa, sono coinvolti nella regolazione dell'equilibrio idrosalino, nell'attivazione di numerosi cicli metabolici e costituiscono fattori determinanti per la crescita e lo sviluppo di tessuti e organi.
A differenza di carboidrati, lipidi e proteine, i sali minerali non forniscono direttamente energia, ma la loro presenza permette di realizzare proprio quelle reazioni che liberano l'energia di cui abbiamo bisogno.
Gli esseri viventi non sono in grado di sintetizzare autonomamente alcun minerale: i sali vengono assimilati attraverso l'acqua e gli alimenti, oppure sotto forma di condimento aggiunto al cibo, come il sale da cucina.
Ai fini di una dieta corretta, bisogna tener conto che la quantità di sali minerali introdotta nel nostro organismo spesso non coincide con quella "biodisponibile", e cioè con la quota che viene effettivamente assorbita e metabolizzata.
Diversamente dalle vitamine, i sali minerali non si alterano né si disperdono durante la cottura o il riscaldamento degli alimenti, anche se in parte possono sciogliersi nell'acqua utilizzata per la cottura.
Rispetto ad altre sostanze vitali (lipidi, proteine e carboidrati in particolare), il fabbisogno giornaliero di sali minerali è minimo. Ma, dal momento vengono continuamente eliminati con il sudore, le urine e le feci, devono essere assunti con una corretta ed equilibrata alimentazione.
In base al fabbisogno, i sali minerali possono essere suddivisi in:
I sali minerali sono sostanze inorganiche che, pur rappresentando complessivamente solo il 6,2% del peso corporeo, svolgono funzioni essenziali per la vita dell'uomo: partecipano infatti ai processi cellulari come la formazione di denti e ossa, sono coinvolti nella regolazione dell'equilibrio idrosalino, nell'attivazione di numerosi cicli metabolici e costituiscono fattori determinanti per la crescita e lo sviluppo di tessuti e organi.
A differenza di carboidrati, lipidi e proteine, i sali minerali non forniscono direttamente energia, ma la loro presenza permette di realizzare proprio quelle reazioni che liberano l'energia di cui abbiamo bisogno.
Gli esseri viventi non sono in grado di sintetizzare autonomamente alcun minerale: i sali vengono assimilati attraverso l'acqua e gli alimenti, oppure sotto forma di condimento aggiunto al cibo, come il sale da cucina.
Ai fini di una dieta corretta, bisogna tener conto che la quantità di sali minerali introdotta nel nostro organismo spesso non coincide con quella "biodisponibile", e cioè con la quota che viene effettivamente assorbita e metabolizzata.
Diversamente dalle vitamine, i sali minerali non si alterano né si disperdono durante la cottura o il riscaldamento degli alimenti, anche se in parte possono sciogliersi nell'acqua utilizzata per la cottura.
Rispetto ad altre sostanze vitali (lipidi, proteine e carboidrati in particolare), il fabbisogno giornaliero di sali minerali è minimo. Ma, dal momento vengono continuamente eliminati con il sudore, le urine e le feci, devono essere assunti con una corretta ed equilibrata alimentazione.
In base al fabbisogno, i sali minerali possono essere suddivisi in:
- macroelementi: sono presenti nell'organismo in quantità discrete. Il fabbisogno giornaliero è dell'ordine dei grammi o dei decimi di grammo.
- oligoelementi o microelementi: sono presenti solo in tracce nell'organismo e il fabbisogno giornaliero va da qualche microgrammo ad alcuni milligrammi.
minerali
Macroelementi
Sono i sali minerali presenti nell'organismo in quantità discrete, ma sempre piccole, dell'ordine al massimo di qualche grammo. Fanno parte di questa classe il calcio, il fosforo, il magnesio, il sodio, il potassio, il cloro e lo zolfo.
Sul rapporto del Scientific Committee on Food della Commissione Europea le indicazioni (aggiornate ad aprile del 2003) sui livelli massimi di tollerabilità dei diversi sali minerali.
Calcio (Ca)
Il calcio costituisce l'elemento fondamentale per la costruzione dello scheletro e dei denti e fra tutti i minerali è quello presente nell'organismo in maggiore quantità. In un uomo di 70 chilogrammi si trovano circa 1200 grammi di calcio: circa il 98% del calcio è contenuto nello scheletro, prevalentemente sotto forma di fosfato carbonato e floruro; l'1% è nei denti; il restante 1% si trova all'interno delle cellule, nei liquidi organici e nel plasma, dove la concentrazione ammonta a 9-11 mg/100ml.
Il calcio è indispensabile per la regolazione della contrazione muscolare (compreso il muscolo cardiaco), la coagulazione sanguigna, la trasmissione degli impulsi nervosi, la regolazione della permeabilità cellulare e l'attività di numerosi enzimi.
Gli alimenti che contengono la maggiore quantità di calcio sono il latte e derivati, uova, legumi e pesci. Il fabbisogno giornaliero per gli adulti è di circa 800 mg; valori più elevati si hanno negli anziani (1000 mg), negli adolescenti e nelle donne in gravidanza o allattamento (1200 mg).
Le patologie correlate a carenza di calcio sono rachitismo, osteoporosi e crisi tetaniche. Al contrario, le sindromi da eccesso provocano sintomi quali nausea, vomito, stato confusionale e sonnolenza.
Fosforo (P)
La quantità di fosforo totale presente nell'organismo corrisponde a circa l'1% del peso corporeo. L'85% si trova in ossa e denti, il 10% nel tessuto muscolare, l'1% nel cervello come fosfolipidi e la parte restante è presente nel sangue (tampone fosfato).
Il fosforo svolge un compito fondamentale nella costruzione delle proteine e nello sfruttamento energetico degli alimenti: è infatti parte integrante di numerose molecole biologiche fondamentali, fra cui l'ATP coinvolta nel trasferimento di energia nei sistemi biologici, oltre a partecipare attivamente alla formazione delle molecole di RNA e DNA.
È raro essere affetti da carenza di fosforo, perché moltissimi alimenti ne contengono discrete quantità: latte, formaggio, carne, pesce e legumi ne sono particolarmente ricchi.
Il fabbisogno giornaliero di fosforo è pari a quello di calcio, ovvero per gli adulti è di circa 800 mg; 1000 mg negli anziani e 1200 mg negli adolescenti e nelle donne in gravidanza o allattamento.
Le eventuali carenze da fosforo sono generalmente dovute a sostanze presenti negli alimenti che ne ostacolano l'assorbimento, oppure ad antiacidi usati a scopo terapeutico. In questo caso i sintomi osservati sono debolezza, demineralizzazione delle ossa, anoressia e malessere.
Al contrario le sindromi da eccesso provocano ipocalcemia, calcificazione e ossificazione dei tessuti molli.
Magnesio (Mg)
Il magnesio è necessario per la costituzione dello scheletro, per l'attività nervosa e muscolare, per il metabolismo dei grassi e per la sintesi proteica. Il 70% del magnesio presente in un organismo è localizzato nelle ossa.
Il fabbisogno giornaliero di questo minerale è generalmente assunto con la dieta perché il magnesio è largamente diffuso in molti alimenti. I valori di assunzione consigliati sono pari a 250-350 mg al giorno per adulti e anziani e 450 mg per le donne in gravidanza e allattamento.
Risultano particolarmente ricchi di questo minerale: noci, cacao, semi di soia, fagioli, grano tenero e, dal momento che il magnesio è un costituente essenziale della clorofilla, tutti i vegetali verdi.
Carenze di magnesio si possono talvolta osservare in individui alcolizzati e in pazienti sottoposti a intervento chirurgico. I sintomi sono anoressia, vomito e aumento dell'eccitabilità muscolare.
Al contrario sindromi da eccesso provocano la depressione del sistema nervoso centrale con disturbi all'attività cardiaca e respiratoria.
Sodio (Na)
Il sodio, contenuto nel sangue e nei liquidi intracellulari, è il regolatore fondamentale della permeabilità delle membrane cellulari e dei liquidi corporei.
È contenuto soprattutto nel sale da cucina, ma ne sono ricchi anche i formaggi e la maggior parte degli alimenti conservati (salumi, insaccati, ecc.). Le dosi giornaliere consigliate non superano i 4-6 grammi.
La carenza di sodio provoca anoressia, nausea e vomito. I casi di carenza grave possono portare addirittura a coma e decesso del paziente.
Quantità di dosi eccessive introdotte con la dieta possono predisporre all'insorgenza dell'ipertensione arteriosa, oltre a provocare febbre, nausea, vomito, convulsioni e depressione dei centri respiratori.
Potassio (K)
Il potassio è presente in forma di ione principalmente all'interno delle cellule, ma anche nei liquidi extracellulari, dove influenza l'attività dei muscoli scheletrici e del miocardio. In particolare regola l'eccitabilità neuromuscolare, l'equilibrio acido-base, la ritenzione idrica e la pressione osmotica.
È contenuto in quasi tutti gli alimenti, ma abbonda soprattutto in fagioli, piselli secchi, asparagi, patate, albicocche, cavoli, spinaci e banane. Il fabbisogno giornaliero medio è di circa 3 grammi.
La carenza di potassio si manifesta con debolezza muscolare, aritmie, tachicardia, stati confusionali e sonnolenza.
La sindrome da eccesso comporta invece astenia, crampi muscolari, ipotensione e brachiacardia, fino ad arrivare all'arresto cardiaco nei casi più gravi.
Cloro (Cl)
Il cloro si trova combinato soprattutto con sodio. Disciolto in acqua, invece, forma acido cloridrico, la sostanza che si trova nel succo gastrico e che è coinvolta nella digestione delle proteine. Come il sodio, il cloro regola il bilancio idrico, la pressione osmotica e l'equilibrio acido-base.
Sono in particolare i pesci di acqua salata a contenere discrete quantità di questo minerale, oltre al sale da cucina.
Il fabbisogno giornaliero oscilla tra gli 0.9 e i 5.3 grammi, che vengono assunti con il normale uso di sale da cucina.
La carenza di cloro causa crampi muscolari, apatia mentale e anoressia, mentre l'eccesso di cloro provoca vomito.
Zolfo (S)
Lo zolfo è presente in quasi tutti i tessuti dell'organismo, ma è indispensabile principalmente per la formazione di cartilagini, peli, capelli e unghie..
Si trova soprattutto in due aminoacidi chiamati per questo solforati (metionina e cisteina) e in tre vitamine: tiamina, biotina e acido pantotenico.
È difficile riscontrare carenze da zolfo se la dieta contiene quantità adeguate di proteine animali: è per questo che non è stato stabilito uno specifico valore per il fabbisogno di questo minerale. È invece provato che l'assunzione eccessiva di aminoacidi solforati causa problemi di sviluppo fisico e una crescita scarsa.
Sono i sali minerali presenti nell'organismo in quantità discrete, ma sempre piccole, dell'ordine al massimo di qualche grammo. Fanno parte di questa classe il calcio, il fosforo, il magnesio, il sodio, il potassio, il cloro e lo zolfo.
Sul rapporto del Scientific Committee on Food della Commissione Europea le indicazioni (aggiornate ad aprile del 2003) sui livelli massimi di tollerabilità dei diversi sali minerali.
Calcio (Ca)
Il calcio costituisce l'elemento fondamentale per la costruzione dello scheletro e dei denti e fra tutti i minerali è quello presente nell'organismo in maggiore quantità. In un uomo di 70 chilogrammi si trovano circa 1200 grammi di calcio: circa il 98% del calcio è contenuto nello scheletro, prevalentemente sotto forma di fosfato carbonato e floruro; l'1% è nei denti; il restante 1% si trova all'interno delle cellule, nei liquidi organici e nel plasma, dove la concentrazione ammonta a 9-11 mg/100ml.
Il calcio è indispensabile per la regolazione della contrazione muscolare (compreso il muscolo cardiaco), la coagulazione sanguigna, la trasmissione degli impulsi nervosi, la regolazione della permeabilità cellulare e l'attività di numerosi enzimi.
Gli alimenti che contengono la maggiore quantità di calcio sono il latte e derivati, uova, legumi e pesci. Il fabbisogno giornaliero per gli adulti è di circa 800 mg; valori più elevati si hanno negli anziani (1000 mg), negli adolescenti e nelle donne in gravidanza o allattamento (1200 mg).
Le patologie correlate a carenza di calcio sono rachitismo, osteoporosi e crisi tetaniche. Al contrario, le sindromi da eccesso provocano sintomi quali nausea, vomito, stato confusionale e sonnolenza.
Fosforo (P)
La quantità di fosforo totale presente nell'organismo corrisponde a circa l'1% del peso corporeo. L'85% si trova in ossa e denti, il 10% nel tessuto muscolare, l'1% nel cervello come fosfolipidi e la parte restante è presente nel sangue (tampone fosfato).
Il fosforo svolge un compito fondamentale nella costruzione delle proteine e nello sfruttamento energetico degli alimenti: è infatti parte integrante di numerose molecole biologiche fondamentali, fra cui l'ATP coinvolta nel trasferimento di energia nei sistemi biologici, oltre a partecipare attivamente alla formazione delle molecole di RNA e DNA.
È raro essere affetti da carenza di fosforo, perché moltissimi alimenti ne contengono discrete quantità: latte, formaggio, carne, pesce e legumi ne sono particolarmente ricchi.
Il fabbisogno giornaliero di fosforo è pari a quello di calcio, ovvero per gli adulti è di circa 800 mg; 1000 mg negli anziani e 1200 mg negli adolescenti e nelle donne in gravidanza o allattamento.
Le eventuali carenze da fosforo sono generalmente dovute a sostanze presenti negli alimenti che ne ostacolano l'assorbimento, oppure ad antiacidi usati a scopo terapeutico. In questo caso i sintomi osservati sono debolezza, demineralizzazione delle ossa, anoressia e malessere.
Al contrario le sindromi da eccesso provocano ipocalcemia, calcificazione e ossificazione dei tessuti molli.
Magnesio (Mg)
Il magnesio è necessario per la costituzione dello scheletro, per l'attività nervosa e muscolare, per il metabolismo dei grassi e per la sintesi proteica. Il 70% del magnesio presente in un organismo è localizzato nelle ossa.
Il fabbisogno giornaliero di questo minerale è generalmente assunto con la dieta perché il magnesio è largamente diffuso in molti alimenti. I valori di assunzione consigliati sono pari a 250-350 mg al giorno per adulti e anziani e 450 mg per le donne in gravidanza e allattamento.
Risultano particolarmente ricchi di questo minerale: noci, cacao, semi di soia, fagioli, grano tenero e, dal momento che il magnesio è un costituente essenziale della clorofilla, tutti i vegetali verdi.
Carenze di magnesio si possono talvolta osservare in individui alcolizzati e in pazienti sottoposti a intervento chirurgico. I sintomi sono anoressia, vomito e aumento dell'eccitabilità muscolare.
Al contrario sindromi da eccesso provocano la depressione del sistema nervoso centrale con disturbi all'attività cardiaca e respiratoria.
Sodio (Na)
Il sodio, contenuto nel sangue e nei liquidi intracellulari, è il regolatore fondamentale della permeabilità delle membrane cellulari e dei liquidi corporei.
È contenuto soprattutto nel sale da cucina, ma ne sono ricchi anche i formaggi e la maggior parte degli alimenti conservati (salumi, insaccati, ecc.). Le dosi giornaliere consigliate non superano i 4-6 grammi.
La carenza di sodio provoca anoressia, nausea e vomito. I casi di carenza grave possono portare addirittura a coma e decesso del paziente.
Quantità di dosi eccessive introdotte con la dieta possono predisporre all'insorgenza dell'ipertensione arteriosa, oltre a provocare febbre, nausea, vomito, convulsioni e depressione dei centri respiratori.
Potassio (K)
Il potassio è presente in forma di ione principalmente all'interno delle cellule, ma anche nei liquidi extracellulari, dove influenza l'attività dei muscoli scheletrici e del miocardio. In particolare regola l'eccitabilità neuromuscolare, l'equilibrio acido-base, la ritenzione idrica e la pressione osmotica.
È contenuto in quasi tutti gli alimenti, ma abbonda soprattutto in fagioli, piselli secchi, asparagi, patate, albicocche, cavoli, spinaci e banane. Il fabbisogno giornaliero medio è di circa 3 grammi.
La carenza di potassio si manifesta con debolezza muscolare, aritmie, tachicardia, stati confusionali e sonnolenza.
La sindrome da eccesso comporta invece astenia, crampi muscolari, ipotensione e brachiacardia, fino ad arrivare all'arresto cardiaco nei casi più gravi.
Cloro (Cl)
Il cloro si trova combinato soprattutto con sodio. Disciolto in acqua, invece, forma acido cloridrico, la sostanza che si trova nel succo gastrico e che è coinvolta nella digestione delle proteine. Come il sodio, il cloro regola il bilancio idrico, la pressione osmotica e l'equilibrio acido-base.
Sono in particolare i pesci di acqua salata a contenere discrete quantità di questo minerale, oltre al sale da cucina.
Il fabbisogno giornaliero oscilla tra gli 0.9 e i 5.3 grammi, che vengono assunti con il normale uso di sale da cucina.
La carenza di cloro causa crampi muscolari, apatia mentale e anoressia, mentre l'eccesso di cloro provoca vomito.
Zolfo (S)
Lo zolfo è presente in quasi tutti i tessuti dell'organismo, ma è indispensabile principalmente per la formazione di cartilagini, peli, capelli e unghie..
Si trova soprattutto in due aminoacidi chiamati per questo solforati (metionina e cisteina) e in tre vitamine: tiamina, biotina e acido pantotenico.
È difficile riscontrare carenze da zolfo se la dieta contiene quantità adeguate di proteine animali: è per questo che non è stato stabilito uno specifico valore per il fabbisogno di questo minerale. È invece provato che l'assunzione eccessiva di aminoacidi solforati causa problemi di sviluppo fisico e una crescita scarsa.
Ultima modifica di XENA il Dom 8 Giu 2008 - 23:04 - modificato 1 volta.
Re: AMINOACIDI E MINERALI
Oligoelementi o microelementi
Sono i minerali che, pur presenti nel nostro organismo solo in piccole quantità o addirittura in minime tracce, svolgono funzioni biologiche importanti. Si possono suddividere in:
È possibile consultare il rapporto del Scientific Committee on Food della Commissione Europea sui livelli minimi e massimi di tollerabilità di rame, zinco, iodio, selenio, cromo, manganese, molibdeno.
È disponibile anche il rapporto della European Food Safety Authority sui livelli minimi e massimi di tollerabilità di silicio e vanadio.
Ferro (Fe)
L'organismo umano adulto contiene in genere 3.5-4 grammi di ferro così distribuiti: il 65% nell'emoglobina, il 10% nella mioglobina, il 20-25% nel fegato, nella milza e nel midollo osseo.
Un deficit alimentare di ferro incide in primo luogo sulle scorte depositate nel fegato, nella milza e nel midollo osseo: solo successivamente provoca la diminuzione della concentrazione media di emoglobina.
Il ferro che assumiamo è contenuto negli alimenti in due forme distinte: in pesce, carne e alcuni vegetali è presente il ferro emico (più biodisponibile), mentre nelle uova e nei prodotti lattiero caseari si trova il ferro non emico (più difficilmente metabolizzabile).
I valori consigliati di assunzione sono pari a 10 mg al giorno per adulti maschi e anziani e a 18 mg per le donne durante tutto il periodo dell'età fertile.
La carenza di ferro provoca astenia, affaticabilità, facilità a contrarre infezioni e anemia. L'eccesso di ferro provoca invece danni agli organi in cui si accumula.
Rame (Cu)
Nell'organismo di un individuo adulto sono presenti circa 100 mg di rame, concentrati soprattutto in fegato, cervello, reni e cuore. Il rame ha un ruolo essenziale nel corretto funzionamento di numerosi enzimi.
La quantità di rame assunto con la dieta è generalmente sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero, stimato per l'adulto tra gli 1.5 e i 3 mg. Ne sono particolarmente ricchi legumi, pesci, crostacei, carne, cereali e noci.
La carenza di rame può causare demineralizzazione delle ossa e fragilità delle pareti delle arterie, oltre a un'anemia simile a quella provocata dalla carenza di ferro.
Al contrario la sindrome da eccesso si manifesta con febbre, nausea, vomito e diarrea.
Zinco (Zn)
Presente nell'organismo in piccola quantità (in media tra gli 1.4 e i 3 g), lo zinco è un cofattore di numerosi e importanti enzimi. Nel plasma è presente sotto forma di aggregati con varie proteine e aminoacidi.
Il fabbisogno giornaliero per l'uomo adulto è di circa 10 mg: la carne bovina ovina, suina, le ostriche, i funghi, il cacao, le noci e il tuorlo d'uovo sono gli alimenti che ne contengono di più. Al contrario frutta, verdura e i cereali contengono fitati e fibra che ne riducono l'assorbimento. I processi di fermentazione, come ad esempio la lievitazione del pane, portano alla degradazione dei fitati, riducendo quindi il rischio di carenza.
I valori consigliati di assunzione sono pari a 15 mg per le donne e gli anziani, 18 mg negli uomini adulti e nelle donne durante il periodo di gravidanza e allattamento.
La carenza di zinco può dipendere da insufficiente o cattivo assorbimento (alimentazione parentale prolungata, età avanzata, alcolismo, dieta ricca di cereali e povera di carne) o da un'eccessiva eliminazione urinaria (epatopatia, somministrazione di sostanze chelanti, ecc.). La sintomatologia da carenza di zinco è quanto mai complessa: arresto della crescita, alterazioni della cute, diminuzione della sensibilità gustativa, perdita dell'appetito, lenta cicatrizzazione delle ferite, diminuita e ritardata risposta immunitaria, suscettibilità alle infezioni. Una carenza psrticolarmente forte può causare ipogonadismo e nanismo.
Un'assunzione eccessiva di questo minerale provoca invece febbre, nausea, vomito e diarrea.
Fluoro (F)
Il fluoro si trova principalmente nelle ossa e nello smalto dei denti: la sua presenza protegge e previene la carie dentaria. Essendo ubiquitario è difficile registrarne un carenza nell'organismo.
L'acqua costituisce la fonte prevalente di approvvigionamento del fluoro, che è presente anche nel the e nel pesce.
Per quanto riguarda l'assunzione giornaliera, si consiglia di non superare i valori di 2.5 mg al giorno per i giovani e i 4 mg per gli adulti.
Quantità eccessive possono infatti risultare tossiche, dando origine a fenomeni di alterazioni dentarie (fluorosi). Nei casi più gravi di sindrome da eccesso si possono registrare crisi calcemiche con tetania.
Il fluoro è presente in piccole quantità variabili in quasi tutte le acque e i terreni: consulta a proposito il capitolo di EpiCentro dedicato alla fluorazione delle acque e alle problematiche ad essa associate.
Iodio (I)
La maggior parte dello iodio presente nell'organismo umano è localizzata nella tiroide:lo iodio ostituisce infatti l'elemento essenziale per la sintesi della tiroxina, ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea. Consulta la sezione dedicata allo iodio.
Selenio (Se)
Il selenio, pur essendo presente in piccolissima concentrazione nell'organismo (13 mg circa), è un elemento essenziale perché protegge l'integrità delle membrane cellulari. È dimostrato un suo ruolo coenziamtico anche nel metabolismo degli ormoni tiroidei.
Il fabbisogno giornaliero di selenio è di 55 μg. Ma l'apporto di selenio varia ampiamente in relazione al contenuto proteico della dieta e il suo assorbimento non dipende solo dalle quantità introdotte, ma anche dalla forma chimica in cui si trova. Non sempre questo elemento è infatti presente in forma biodisponibile. Il contenuto di selenio presente negli alimenti dipende dalla sua presenza nel suolo: la sua presenza nella dieta è quindi variabile da nazione a nazione. L'Italia è una regione selenifera a basso contenuto e quindi l'apporto di questo elemento con la dieta è piuttosto scarso.
Buone fonti alimentari sono comunque in genere le carni, il fegato e i cereali.
La sindrome da carenza comporta cardiopatie, ipertensione, anemie emolitiche, cirrosi, neoplasie e sclerosi multipla.
Quantità eccessive di selenio possono portare a fenomeni di tossicità che si manifestano con disturbi gastrointestinali e irritazioni polmonari.
Cromo (Cr)
Il cromo è un elemento essenziale, in quanto indispensabile per il corretto metabolismo di zuccheri e grassi.
Il suo contenuto nell'organismo generalmente non supera i 6 mg e diminuisce nel corso della vita: questo calo progressivo può spiegare la ridotta tolleranza al glucosio che spesso si osserva tra gli anziani. La carenza di cromo genera, infatti, genera intolleranza al glucosio, elevati valori di trigliceridi e di colesterolo. Sono buone fonti alimentari di cromo il lievito di birra, le carni, il formaggio e i cereali integrali; al contrario i vegetali sono generalmente poveri di questo minerale.
Il fabbisogno giornaliero di cromo varia tra i 50 e i 200 μg. Un'assunzione eccessiva di cromo causa danni alla pelle e ai reni.
Cobalto (Co)
Il cobalto è un elemento indispensabile come costituente della vitamina B12. L'apporto di questo minerale è dunque strettamente collegato a quello della vitamina.
Il fabbisogno è comunque facilmente coperto dalla dieta, essendo molto diffuso nella maggior parte degli alimenti.
Manganese (Mn)
Il manganese è coinvolto nella costituzione di enzimi coinvolti nel metabolismo di proteine e zuccheri ed è indispensabile per il corretto sviluppo delle ossa. Questo minerale si trova in discrete quantità nei cereali e nelle noci, in quantità minori negli ortaggi, mentre è scarso negli alimenti di origine animale.
Il fabbisogno giornaliero varia tra gli 1 e i 10 mg. La carenza di manganese provoca calo di peso e rallentata crescita di barba e capelli; al contrario la sindrome da eccesso comporta crisi ipoglicemiche, ipotensione e anemia ipocromica.
Molibdeno (Mo)
Nell'organismo umano adulto sono generalmente presenti circa 9 grammi di molibdeno, localizzati soprattutto nel fegato. Il molibdeno aiuta la produzione degli enzimi che portano alla formazione di acido urico.
Contenuto nelle frattaglie, nei legumi e nei cereali, solo in casi rarissimi si verificano problemi di carenza.
Il fabbisogno giornaliero è tra i 50 e i 100 μg. Alla mancanza di molibdeno è associata irritabilità, tachicardia, cecità notturna, danni cerebrali e in alcuni casi tumori esofagei.
Un'assunzione eccessiva di molibdeno provoca invece aumento della concentrazione ematica e urinaria di acido urico, oltre a carenza di rame.
Altri sali minerali presenti in minime quantità
Silicio (Si)
Presente solo in tracce nell'organismo, serve per la sintesi di collagene e tessuto connettivo, oltre a essere un costituente importante del tessuto osteoide.
Il fabbisogno giornaliero è 20-50 mg.
Non si conoscono sintomi da carenza nell'uomo, mentre è noto che la prolungata esposizione a elevate concentrazioni di silicio provoca la silicosi, malattia polmonare.
Nichel (Ni)
Attiva alcuni enzimi e facilita l'assorbimento del ferro presente negli alimenti.
Il fabbisogno è sempre coperto dalla dieta e non si riscontrano sindromi da carenza.
Cadmio (Cd)
Può sostituire lo zinco nella carbossipeptidasi conservandone l'attività e può attivare alcuni enzimi.
È introdotto con numerosi alimenti e non si riscontrano patologie legate alla sua carenza.
Vanadio (V)
Ha un ruolo importante nella pompa sodio-potassio e nella produzione di altri enzimi coinvolti nel metabolismo dei principi nutritivi, degli ormoni e del tessuto osseo.
La sua essenzialità è dimostrata per gli organismi inferiori, ma non ancora per quelli superiori.
Il fabbisogno giornaliero è 10-20 μg.
Sono i minerali che, pur presenti nel nostro organismo solo in piccole quantità o addirittura in minime tracce, svolgono funzioni biologiche importanti. Si possono suddividere in:
- essenziali, la cui carenza compromette funzioni fisiologiche vitali (ferro, rame, zinco, fluoro, iodio, selenio, cromo, cobalto).
- probabilmente essenziali (manganese, silicio, nichel, vanadio).
- potenzialmente tossici, in quanto possono provocare gravi danni all'organismo se presenti ad alte concentrazioni.
È possibile consultare il rapporto del Scientific Committee on Food della Commissione Europea sui livelli minimi e massimi di tollerabilità di rame, zinco, iodio, selenio, cromo, manganese, molibdeno.
È disponibile anche il rapporto della European Food Safety Authority sui livelli minimi e massimi di tollerabilità di silicio e vanadio.
Ferro (Fe)
L'organismo umano adulto contiene in genere 3.5-4 grammi di ferro così distribuiti: il 65% nell'emoglobina, il 10% nella mioglobina, il 20-25% nel fegato, nella milza e nel midollo osseo.
Un deficit alimentare di ferro incide in primo luogo sulle scorte depositate nel fegato, nella milza e nel midollo osseo: solo successivamente provoca la diminuzione della concentrazione media di emoglobina.
Il ferro che assumiamo è contenuto negli alimenti in due forme distinte: in pesce, carne e alcuni vegetali è presente il ferro emico (più biodisponibile), mentre nelle uova e nei prodotti lattiero caseari si trova il ferro non emico (più difficilmente metabolizzabile).
I valori consigliati di assunzione sono pari a 10 mg al giorno per adulti maschi e anziani e a 18 mg per le donne durante tutto il periodo dell'età fertile.
La carenza di ferro provoca astenia, affaticabilità, facilità a contrarre infezioni e anemia. L'eccesso di ferro provoca invece danni agli organi in cui si accumula.
Rame (Cu)
Nell'organismo di un individuo adulto sono presenti circa 100 mg di rame, concentrati soprattutto in fegato, cervello, reni e cuore. Il rame ha un ruolo essenziale nel corretto funzionamento di numerosi enzimi.
La quantità di rame assunto con la dieta è generalmente sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero, stimato per l'adulto tra gli 1.5 e i 3 mg. Ne sono particolarmente ricchi legumi, pesci, crostacei, carne, cereali e noci.
La carenza di rame può causare demineralizzazione delle ossa e fragilità delle pareti delle arterie, oltre a un'anemia simile a quella provocata dalla carenza di ferro.
Al contrario la sindrome da eccesso si manifesta con febbre, nausea, vomito e diarrea.
Zinco (Zn)
Presente nell'organismo in piccola quantità (in media tra gli 1.4 e i 3 g), lo zinco è un cofattore di numerosi e importanti enzimi. Nel plasma è presente sotto forma di aggregati con varie proteine e aminoacidi.
Il fabbisogno giornaliero per l'uomo adulto è di circa 10 mg: la carne bovina ovina, suina, le ostriche, i funghi, il cacao, le noci e il tuorlo d'uovo sono gli alimenti che ne contengono di più. Al contrario frutta, verdura e i cereali contengono fitati e fibra che ne riducono l'assorbimento. I processi di fermentazione, come ad esempio la lievitazione del pane, portano alla degradazione dei fitati, riducendo quindi il rischio di carenza.
I valori consigliati di assunzione sono pari a 15 mg per le donne e gli anziani, 18 mg negli uomini adulti e nelle donne durante il periodo di gravidanza e allattamento.
La carenza di zinco può dipendere da insufficiente o cattivo assorbimento (alimentazione parentale prolungata, età avanzata, alcolismo, dieta ricca di cereali e povera di carne) o da un'eccessiva eliminazione urinaria (epatopatia, somministrazione di sostanze chelanti, ecc.). La sintomatologia da carenza di zinco è quanto mai complessa: arresto della crescita, alterazioni della cute, diminuzione della sensibilità gustativa, perdita dell'appetito, lenta cicatrizzazione delle ferite, diminuita e ritardata risposta immunitaria, suscettibilità alle infezioni. Una carenza psrticolarmente forte può causare ipogonadismo e nanismo.
Un'assunzione eccessiva di questo minerale provoca invece febbre, nausea, vomito e diarrea.
Fluoro (F)
Il fluoro si trova principalmente nelle ossa e nello smalto dei denti: la sua presenza protegge e previene la carie dentaria. Essendo ubiquitario è difficile registrarne un carenza nell'organismo.
L'acqua costituisce la fonte prevalente di approvvigionamento del fluoro, che è presente anche nel the e nel pesce.
Per quanto riguarda l'assunzione giornaliera, si consiglia di non superare i valori di 2.5 mg al giorno per i giovani e i 4 mg per gli adulti.
Quantità eccessive possono infatti risultare tossiche, dando origine a fenomeni di alterazioni dentarie (fluorosi). Nei casi più gravi di sindrome da eccesso si possono registrare crisi calcemiche con tetania.
Il fluoro è presente in piccole quantità variabili in quasi tutte le acque e i terreni: consulta a proposito il capitolo di EpiCentro dedicato alla fluorazione delle acque e alle problematiche ad essa associate.
Iodio (I)
La maggior parte dello iodio presente nell'organismo umano è localizzata nella tiroide:lo iodio ostituisce infatti l'elemento essenziale per la sintesi della tiroxina, ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea. Consulta la sezione dedicata allo iodio.
Selenio (Se)
Il selenio, pur essendo presente in piccolissima concentrazione nell'organismo (13 mg circa), è un elemento essenziale perché protegge l'integrità delle membrane cellulari. È dimostrato un suo ruolo coenziamtico anche nel metabolismo degli ormoni tiroidei.
Il fabbisogno giornaliero di selenio è di 55 μg. Ma l'apporto di selenio varia ampiamente in relazione al contenuto proteico della dieta e il suo assorbimento non dipende solo dalle quantità introdotte, ma anche dalla forma chimica in cui si trova. Non sempre questo elemento è infatti presente in forma biodisponibile. Il contenuto di selenio presente negli alimenti dipende dalla sua presenza nel suolo: la sua presenza nella dieta è quindi variabile da nazione a nazione. L'Italia è una regione selenifera a basso contenuto e quindi l'apporto di questo elemento con la dieta è piuttosto scarso.
Buone fonti alimentari sono comunque in genere le carni, il fegato e i cereali.
La sindrome da carenza comporta cardiopatie, ipertensione, anemie emolitiche, cirrosi, neoplasie e sclerosi multipla.
Quantità eccessive di selenio possono portare a fenomeni di tossicità che si manifestano con disturbi gastrointestinali e irritazioni polmonari.
Cromo (Cr)
Il cromo è un elemento essenziale, in quanto indispensabile per il corretto metabolismo di zuccheri e grassi.
Il suo contenuto nell'organismo generalmente non supera i 6 mg e diminuisce nel corso della vita: questo calo progressivo può spiegare la ridotta tolleranza al glucosio che spesso si osserva tra gli anziani. La carenza di cromo genera, infatti, genera intolleranza al glucosio, elevati valori di trigliceridi e di colesterolo. Sono buone fonti alimentari di cromo il lievito di birra, le carni, il formaggio e i cereali integrali; al contrario i vegetali sono generalmente poveri di questo minerale.
Il fabbisogno giornaliero di cromo varia tra i 50 e i 200 μg. Un'assunzione eccessiva di cromo causa danni alla pelle e ai reni.
Cobalto (Co)
Il cobalto è un elemento indispensabile come costituente della vitamina B12. L'apporto di questo minerale è dunque strettamente collegato a quello della vitamina.
Il fabbisogno è comunque facilmente coperto dalla dieta, essendo molto diffuso nella maggior parte degli alimenti.
Manganese (Mn)
Il manganese è coinvolto nella costituzione di enzimi coinvolti nel metabolismo di proteine e zuccheri ed è indispensabile per il corretto sviluppo delle ossa. Questo minerale si trova in discrete quantità nei cereali e nelle noci, in quantità minori negli ortaggi, mentre è scarso negli alimenti di origine animale.
Il fabbisogno giornaliero varia tra gli 1 e i 10 mg. La carenza di manganese provoca calo di peso e rallentata crescita di barba e capelli; al contrario la sindrome da eccesso comporta crisi ipoglicemiche, ipotensione e anemia ipocromica.
Molibdeno (Mo)
Nell'organismo umano adulto sono generalmente presenti circa 9 grammi di molibdeno, localizzati soprattutto nel fegato. Il molibdeno aiuta la produzione degli enzimi che portano alla formazione di acido urico.
Contenuto nelle frattaglie, nei legumi e nei cereali, solo in casi rarissimi si verificano problemi di carenza.
Il fabbisogno giornaliero è tra i 50 e i 100 μg. Alla mancanza di molibdeno è associata irritabilità, tachicardia, cecità notturna, danni cerebrali e in alcuni casi tumori esofagei.
Un'assunzione eccessiva di molibdeno provoca invece aumento della concentrazione ematica e urinaria di acido urico, oltre a carenza di rame.
Altri sali minerali presenti in minime quantità
Silicio (Si)
Presente solo in tracce nell'organismo, serve per la sintesi di collagene e tessuto connettivo, oltre a essere un costituente importante del tessuto osteoide.
Il fabbisogno giornaliero è 20-50 mg.
Non si conoscono sintomi da carenza nell'uomo, mentre è noto che la prolungata esposizione a elevate concentrazioni di silicio provoca la silicosi, malattia polmonare.
Nichel (Ni)
Attiva alcuni enzimi e facilita l'assorbimento del ferro presente negli alimenti.
Il fabbisogno è sempre coperto dalla dieta e non si riscontrano sindromi da carenza.
Cadmio (Cd)
Può sostituire lo zinco nella carbossipeptidasi conservandone l'attività e può attivare alcuni enzimi.
È introdotto con numerosi alimenti e non si riscontrano patologie legate alla sua carenza.
Vanadio (V)
Ha un ruolo importante nella pompa sodio-potassio e nella produzione di altri enzimi coinvolti nel metabolismo dei principi nutritivi, degli ormoni e del tessuto osseo.
La sua essenzialità è dimostrata per gli organismi inferiori, ma non ancora per quelli superiori.
Il fabbisogno giornaliero è 10-20 μg.
Re: AMINOACIDI E MINERALI
oligoterapia
Le proprietà benefiche dei minerali furono intuite fin da 5000 anni prima di Cristo.
Anna Paioncini
Le proprietà benefiche dei minerali furono intuite fin dai tempi più remoti; la più nota, cioè l'uso di portare braccialetti di rame al polso per prevenire infezioni, risale almeno a 5000 anni prima di Cristo.
Il termine oligoterapia nacque negli anni '30 dalle ricerche del medico francese Ménetrier, e indica un metodo basato sulla somministrazione di oligoelementi a dosi piccolissime, dell'ordine del milionesimo di grammo.
Le moderne condizioni di vita, l'inquinamento alimentare e atmosferico, inattivano gli oligoelementi naturalmente presenti nell'organismo, bloccando la loro attività enzimatica: occorre quindi introdurre dall'esterno questi biocatalizzatori in modo da riattivare le naturali difese dell'organismo.
Ménetrier individuò quattro tendenze morbose che chiamò diatesi, che vanno curate con oligoelementi specifici.
Nel caso delle allergie da polline la diatesi è la prima, detta "allergica", in cui il soggetto riporta le seguenti caratteristiche:
La risposta dei nostri anticorpi agli elementi allergici avviene con conseguenze nocive, quali la dilatazione e l'aumento della permeabilità dei vasi sanguigni e la contrazione dei bronchi.
L'oligoelemento per eccellenza è il manganese, un potente desensibilizzante nei fenomeni di anafilassi: una dose a settimana, da assumere due mesi prima delle crisi allergiche abituali.
E' sempre opportuno abbinare lo zolfo e il fosforo, che pur non essendo oligoelementi hanno enormi proprietà disintossicanti e desensibilizzanti (zolfo) e antispasmodico in molte patologie ed anche nelle allergie respiratorie (fosforo).
Nella fase acuta associare, sempre a digiuno: manganese, una volta al dì; fosforo, una dose a dì alterni; zolfo, una dose a dì alterni rispetto al fosforo.
Durante la crisi acuta: associare a maganese-zolfo-fosforo un rimedio fitoterapico antiallergico-antinfiammatorio, quale, ad esempio, il Ribes nigrum MG1DH, in 50 gocce, 3 volte al giorno, sempre lontano dai pasti o perlomeno una ventina di minuti prima. In tal caso, è buona norma iniziare il trattamento con il solo Ribes nigrum e dopo 2-3 giorni associare gli oligoelementi, continuando fino alla remissione della sintomatologia.
Ottimi risultati si ottengono se la cura inizia in via preventiva almeno due mesi prima dell'inizio della stagione a rischio e continuando fino alla scomparsa degli allergeni responsabili.
Le proprietà benefiche dei minerali furono intuite fin da 5000 anni prima di Cristo.
Anna Paioncini
Le proprietà benefiche dei minerali furono intuite fin dai tempi più remoti; la più nota, cioè l'uso di portare braccialetti di rame al polso per prevenire infezioni, risale almeno a 5000 anni prima di Cristo.
Il termine oligoterapia nacque negli anni '30 dalle ricerche del medico francese Ménetrier, e indica un metodo basato sulla somministrazione di oligoelementi a dosi piccolissime, dell'ordine del milionesimo di grammo.
Le moderne condizioni di vita, l'inquinamento alimentare e atmosferico, inattivano gli oligoelementi naturalmente presenti nell'organismo, bloccando la loro attività enzimatica: occorre quindi introdurre dall'esterno questi biocatalizzatori in modo da riattivare le naturali difese dell'organismo.
Ménetrier individuò quattro tendenze morbose che chiamò diatesi, che vanno curate con oligoelementi specifici.
Nel caso delle allergie da polline la diatesi è la prima, detta "allergica", in cui il soggetto riporta le seguenti caratteristiche:
- modula le azioni e le reazioni in maniera "iper";
- il suo organismo risponde in modo eccessivo agli stimoli;
- la sua psicofisiologia iperattiva lo porta spesso al nervosismo, all'emotività, ma anche al dinamismo che può assumere il colore dell'ottimismo;
- presenta facilmente turbe di tipo allergico, associate a patologie di tipo osteoarticolare, con algie che migrano da un luogo anatomico all'altro.
La risposta dei nostri anticorpi agli elementi allergici avviene con conseguenze nocive, quali la dilatazione e l'aumento della permeabilità dei vasi sanguigni e la contrazione dei bronchi.
L'oligoelemento per eccellenza è il manganese, un potente desensibilizzante nei fenomeni di anafilassi: una dose a settimana, da assumere due mesi prima delle crisi allergiche abituali.
E' sempre opportuno abbinare lo zolfo e il fosforo, che pur non essendo oligoelementi hanno enormi proprietà disintossicanti e desensibilizzanti (zolfo) e antispasmodico in molte patologie ed anche nelle allergie respiratorie (fosforo).
Nella fase acuta associare, sempre a digiuno: manganese, una volta al dì; fosforo, una dose a dì alterni; zolfo, una dose a dì alterni rispetto al fosforo.
Durante la crisi acuta: associare a maganese-zolfo-fosforo un rimedio fitoterapico antiallergico-antinfiammatorio, quale, ad esempio, il Ribes nigrum MG1DH, in 50 gocce, 3 volte al giorno, sempre lontano dai pasti o perlomeno una ventina di minuti prima. In tal caso, è buona norma iniziare il trattamento con il solo Ribes nigrum e dopo 2-3 giorni associare gli oligoelementi, continuando fino alla remissione della sintomatologia.
Ottimi risultati si ottengono se la cura inizia in via preventiva almeno due mesi prima dell'inizio della stagione a rischio e continuando fino alla scomparsa degli allergeni responsabili.
Re: AMINOACIDI E MINERALI
OLIGOELEMENTI
che cosa sono gli oligoelementi, che cosa è e a che serve l'oligoterapia,oligoelementi come catalizzatori, funzioni biologiche degli Oligoelementi, Diatesi 1allergica, Diatesi 2 iporeattiva,Diatesi 3 disreattiva distonica, Diatesi 4 anergica, Sindrome da disadattamento, preparati oligoterapici, campo di azione degli oligoelementi,alluminio, bismuto, calcio, cobalto, ferro, fluoro, fosforo, sodio, litio, magnesio, manganese, manganese-cobalto, manganese-rame, potassio, rame. rame-oro-argento, selenio,zinco,zinco-nichel-cobalto, zinco-rame,zolfo
che cosa sono gli oligoelementi, che cosa è e a che serve l'oligoterapia,oligoelementi come catalizzatori, funzioni biologiche degli Oligoelementi, Diatesi 1allergica, Diatesi 2 iporeattiva,Diatesi 3 disreattiva distonica, Diatesi 4 anergica, Sindrome da disadattamento, preparati oligoterapici, campo di azione degli oligoelementi,alluminio, bismuto, calcio, cobalto, ferro, fluoro, fosforo, sodio, litio, magnesio, manganese, manganese-cobalto, manganese-rame, potassio, rame. rame-oro-argento, selenio,zinco,zinco-nichel-cobalto, zinco-rame,zolfo
Polonovski. " Gli oligoelementi sono quelle sostanze che senza partecipare essi stessi, producono reazioni le quali, in loro assenza o non verrebbero prodotte o necessiterebbero di condizioni molto spesso di difficile realizzazione"
In ogni essere vivente vi sono una serie di elementi chimici, spesso in quantità minime, indispensabili per la vita, l'Ossigeno, il Carbonio, l'Idrogeno, l'Azoto, il Fosforo, lo Zolfo, il Cloro, il Calcio, il Potassio, il Sodio, il Magnesio, compongono il 99% dei minerali presenti nell'organismo e necessari per la sopravvivenza, meno dell'1% dei minerali sono costituiti da Iodio, Arsenico, Bromo, Cobalto, Ferro, Rame, Nichel, Zinco, Manganese, Alluminio, Cromo, ma sono anche questi estremamanete indispensabili ai processi metabolici. Nonostante siano in quantità tanto ridotte, una sia pur minima carenza di questi minerali traccia induce dapprima patologie FUNZIONALI ovvero metaboliche, endocrine, neurovegetative, e a lungo andare , anche organiche.I Minerali plastici come il Fosforo, il Calcio e lo Zolfo, intervengono nelle struturazioni del citosceletro, ma a livello cellulare ci s ci sono anche altri metalli sotto forma di metallo-proteine che ritroviamo nella mioglobina e nella emoglobina pr il ferro, ceruloplasmina per il Rame, carbopeptidasi , anidrasi carbonica e deidrogenasi per lo zinco, adenosina, enolasi e trifosfatasi per il manganese ed il magnesio, ed altri ancora. In realtà gli oligoelementi si coniugano con la parte proteica, apoenzimatica di ogni fermento, condizionandone attività e specificità di legame. Tali mimerali incrementano i processi metabolici, che per loro assenza prolungata nel tempo, tendono a deprimersi e a decadere. Un minerale traccia, anche se presente potrebbe essere bloccato o da sostanze chelanti o da modificazioni fisico-chimiche. Per riattivare un enzima, occorrono pochissime unità atomiche da 1 a 10 e le quantità attive degli oligoelementi sono dell'ordine di un bilionesimo di grammo
cosa è e a cosa serve l'oligoterapia
Gli oligoelementi sono i catalizzatori delle funzioni biologiche dell'organismo, il termine "Oligos" deriva dal greco e significa poco, sono presenti in quantità infinitesimali in tutti gli organismi viventi, nelle piante, negli animali, nell'uomo. Si impiega in dosi infinitesimali, ossia non ponderali, la dose giornaliera varia varia da qualche milligrammo a milionesimo di grammo
(l'uso di braccialetti di rame per prevenire le infezioni e combattere i reumatismi, risale a 6000 anni prima di Cristo, successivamente furono scoperte le proprietà antinfettive dell'aArgento, o quelle sedative del Magnesio)
Sono dei "BIOCATALIZZATORI", ovvero aiutano, attivano, le reazioni chimiche e metaboliche indispensabili alla vita. La loro carenza induce alterazioni strutturali e fisiologiche, somministrati a giuste dosi prevengono e guariscono gli stati di carenza., e il loro impiego aiuta a ripristinare le funzioni deficitarie dell'organismo. Si integrano, in quanto naturali all'organismo e non sono come i farmaci di sintesi che sostituiscono parzialmente un funzionamento deficitario, i farmaci vengono abitualmente eliminati attraverso gli organi emuntori., mentre gli oligoelementi entrano nel tessuto cellulare riportando il corpo allo stato di equilibrio funzionale.
La CATALISI, deriva dal Greco "Katalysis" e significa dissoluzione, consiste nell'accelerazione di una reazione chimica tramite la presenza di una sostanza che pur partecipando alla reazione stessa, non viene né consumata, né trasformata nel corso di detta reazione. Sono gli enzimi che fungono da catalizzatori delle reazioni chimiche necessarie alla vita umana, ed essi per funzionare correttamente, hanno necessità degli oligoelementi
Per ATTIVITA' CATALITICA degli OLIGOELEMENTI, si intende la capacità dei mimerali traccia di attivare importanti enzimi nel nostro organismo, che entrano nelle reazioni chimiche fungendo da catalizzatori, accelerandone di migliaia di volte la velocità. Proprio dalla CHELAZIONE "blocco", degli oligoelemeti nel nostro organismo cosa che comporta la cessazione totale o parziale delle attività presiedute dagli enzimi, deriverebbe infatti, il blocco di talune reazioni chimiche, causa di patologie funzionali. L'esempio classico classico è quello del rame come oligoelemento, la cui presenza è indispensabile all'assorbimento del Ferro per combattere le anemie.
La dose infinitesimale degli oligoelementi è assolutamente PRIVA DI TOSSICITA'.
Gli attuali metodi di coltivazione, e soprattutto i concimi chimici, depauperano i prodotti alimentari di vitamine e di minerali, ed anche di conseguenza di oligoelementi, i quali agiscono sul "terreno" , non solo sul sintomo, ma soprattutto sulle cause profonde della malattia, risolvono le cause tissutali e metaboliche, rinforzano le difese immunitarie, sono un supporto terapeutico sostanziale e indispensabile, come integrazione totale alla terapia fitoterapica, .e ad altre terapie naturali.
Si utilizzano sia per aiutare a superare alcune tendenze patologiche funzionali, squilibri, che caratterizzano alcuni tipi di persone, ed anche possono essere usati per intervenire sul singolo disturbo che si presenta. L'uso corretto degli oligoelementi porta a dei cambiamenti reali, ed essendo le DIATESI (predisposizioni) reversibili si può passare da uno stato di anergia, che è quello più grave, ad uno stadio di salute migliore. Lo scopo dell'oligoterapia è quello di ristabilire le funzioni metaboliche bloccate, attraverso la somministrazione di attivatori di pronto impiego e di elevata bio-disponibilità. L'azione è regolatrice ed equilibratrice e si adatta e si applica all'insieme del caso clinico nei suoi elementi psichici e fisiologici.
L'oligoterapia riconosce come tendendeze patologiche, dette Diatesi Funzionali tre terreni che vengono definiti con il nome o le loro associazioni in Manganese-Cobalto, in Manganese-Rame, in Oro-Argento-Rame.
L'Oligoterapia nasce nel 1894 con Gabriel Bernard il quale scoprì che gli elementi traccia nel nostro organismo non erano delle impurità, ma erano essenziali sia pure in minime quantità, alle funzioni metaboliche del nostro organismo, nel 1920 Sutter utilizzava un preparato a base di Manganese e Rame, per curare l'eczema e l'asma bronchiale, negli anni '30 Menetrier introduce in forma regolare l'uso degli oligoelementi in terapia definendola OLIGOTERAPIA CATALITICA , ed il suo modello biologico prevede l'inserimento nell'organismo di microquantità in soluzione gluconata, con assorbimento perlinguale o parenterale, per il trattamento dei DISTURBI FUNZIONALI, in contrapposizione ai disturbi lesionali. Fa seguito il Picard che ha fornito contributi eccezionali di sperimentazione con gli oligoelementi in vari campi della medicina.
Gli oligoelementi sono prsenti in concetrazione uguale o inferiore allo 0,01% del peso secco corporeo, sono presenti in tutti i tessuti sani di tutti gli organismi viventi, hanno una concentrazione tessutale relativamente costante, la loro carenza induce alterazioni strutturali e fisiologiche, il loro utilizzo, previene e guarisce le affezioni morbose provocate dallo stato carenziale.
Gli Oligoelementi essenziali sono il Cobalto (Co), il Cromo (Cr), il Fluoro (Fl), il Ferro (Fe), il Manganese (Mn), il Molibdeno( Mo), il Nichel (Ni), il Rame (Cu), il Silicio (Si), il Vanadio (Va)
FUNZIONI BIOLOGICHE DI ALCUNI OLIGOELEMENTI
solo alcuni cenni
solo alcuni cenni
ALLUMINIO , Al
Oligoelemento complementare, regola le funzioni cerebrali
BISMUTO Bi
Oligoelemento complementare, regola le affezioni della gola.poco usato
CALCIO Ca
Oligoelemento essenziale, in caso di rachitismo, carie, fragilità ossea, problemi alle unghie, reumatismi, eczemi
COBALTO, Co
E' l'oligoelemento che fa parte integrante della molecola di Vitamina B12 detta anche cianocobalamina. Una carenza di cobalto compromette la biosintesi della vitamina stessa e ibduce anemia. E' un oligoelemento principale, regola il sistema neurovegetativo
FERRO, Fe
Fa parte integrante dell'EME, un gruppo atomico ferro-porfirinico, presente nell'emoglobina, nella mioglobina, e in numerosi enzimi tipo, Citocromo-ossidale che catalizza la riduzione dell'ossigeno molecolare ad acqua, Perossidale, che catalizza l'ossidazione di sostanze organiche dei perossidi, Catalisi, che catalizza la decomposizione dei perossidi tipo H2 O2.
Trasporta ossigeno alle cellule, è fondamentale nella formazione dell'emoglobina, una sua carenza induce anemai da carenza di ferro.
FLUORO, Fl
Indispensabile nel metabolismo del calcio, indicato nella lassità dei legamenti, rachitismo, distorsioni, strappi muscolari
FOSFORO P
utilizzato nei fenomeni spasmodici e spasmofilici, svolge un ruolo importante nel metabolismo delle ossa, dei lipidi, dei protidi
IODIO, I
usato nelle affezioni tiroidee, garantisce un buon funzionamento della ghiandola tiroidea, aiuta nei disturbi dell'accresciscemento, psichici, circolatori
LITIO, li
Regolatore degli stati di ansia e depressivi, insonnia, disturbi psichici
MAGNESIO Mg
utle nel metabolismo delle cellule nervose, nella irritabilità, nella depressione, nei disturbi cardiaci, ècomplementare del Calcio,
MANGANESE, Mn
E' presente nell'arginasi che permette la trasformazione dell'Arginina in urea, è presente in enzimi che catalizzano il trasferimento del gruppo fosfato e nell'enzima che catalizza la produzione dell'ossigeno nei cloroplasti, ha un ruolo importante in numerosi processi enzimatici, nelo sviluppo osseo, nelle lubrificazioni delle articolazioni, nel corretto utilizzo degli zuccheri, nell'affaticamento generale, nella diminuzione della libido, nell'insonnia, nelle vertigini, nei disturbi artritici.
MANGANESE-COBALTO Mn-Co
Indicato nei disturbi vascolari, cutanei di origine allergica, nei disturbi nervosi
MANGANESE-RAME, Mn-Cu
Combinazione indicata nei casi di disturbi respiratori, intestinali, urinari, nelle lesioni cutanee infettive
NICHEL- COBALTO Ni-Co
Combinazione indicata nei squilibri e disfunzioni delle secrezioni pancreatiche, turbe digestive ed aerofagie
POTASSIO K
impiegato nei disturbi artrosici e del metabolismo idrico, nella stitichezza, nella spossatezza, nei disturbi del ritmo cardiaco, nei crampi e nei disturbi metabolici per eccessiva assunzione di grassi animali, di zuccheri raffinati, di sale.
RAME Cu
Oligoelemeto principale, è antinfettivo e stimola le difese organiche, indicato nell'anemia, nell'affaticamento generale, nell'osteoporosi, nei disturbi cutanei, nella perdita dei capelli
RAME-ORO-ARGENTO Cu-Au-Ag
Combinazione essenziale negli stati di affaticamento psico-fisico, depressione, diminuzione della libido, malattie infettive e infiammatorie
SELENIO Se
Stimola il sistema immunitario, ha una azione antiosidante, essenziale per la produzione delle cellule linfatiche, agisce come protettore del sistema cardiovascolare, protegge le cellule dai radicali liberi, può rallentare il processo di invecchiamento
ZINCO
indispensabile per la sintesi di vari enzimi, specie nei disturbi ginecologici
ZINCO-NICHEL-COBALTO, Zn-Ni-Co
Combinazione indicata per i disturbi del metabolismo del glucosio
ZINCO-RAME, Zn-Cu
Combinazione che regola il sistema endocrino, specie nei disturbi degli organi sessuali
ZOLFO
regolatore dei disturbi dermatologici, epatici, artrosici, reumatici e problemi alle vie respiratorie
Molti disturbi ed alcune sindromi patologiche come il reumatismo artrosico, i disturbi psichici, malattie cardiovascolari, potrebbero provenire da una subcarenza alimentare di oligoelementi assimilabili, una carenza di questi elementi traccia è possibile anche se si ha una alimentazione apparentemente equilibrata, questo succede perché negli alimenti esiste una alterazione della composizione che non garantisce più l'apporto corrette di questi elementi.
DIATESI
Re: AMINOACIDI E MINERALI
OLIGOELEMENTI
DIATESI
Le prime due Diatesi sono dette Giovani, o di nascita, essendo il risultato del patrimonio genetico fornito dai genitori esprimono capacità di difesa e di adattamento mentre le ultime due sono di involuzione o vecchie, essendo diatesi verso le quali si evolve come risultato del passaggio degli anni, a seguito del progressivo calo di forza vitale. Condizioni anormali di vita e patologiche possono accelerare il passaggio verso le diatesi vecchie, di involuzione, rappresentando cosi il progressivo decadimento organico e vitale. Con l'utilizzo degli oligoelementi si possono ripristinare le condizioni favorevoli al mantenimento o al ritorno verso la diaresi "giovane", C'è da ricordare che una carenza di vitamine e di oligoelementi può creare delle alterazioni strutturali e fisiologiche fino a rendere favorevole il "terreno" alle malattie.
La carenza di oligoelementi può avvenire da situazioni di stress, da inquinamento ambientale, da abuso di farmaci, da assunzione di cibi poveri di elementi minerali, dall'impiego massiccio di pesticidi e prodotti chimici in agricoltura, l'AMETALLOSI è una carenza di atomi metallici, che comporta uno squilibrio generale e provoca malattie funzionali.Se si corregge quindi questa carenza si riequilibra il metabolismo, si guarisce la malattia funzionale, e si ripristina lo stato armonico di salute Ci sono varie tipi di Medicina oligoterapica, quella trattata in questo sito è quella a dosi infinitesimali, tutte le altre sono di appannaggio di specialisti medici e vanno seguite sotto stretto controllo clinico
1 ALLERGICA Mn, P, Iperattiva
E' detta anche del MANGANESE, le Carateristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO, energico, volitivo, impetuoso, ottimista, fiducioso di sé, nervoso, irascibile, amante delle novità , memoria selettiva, emotivo, passionale Il Comportamento fisico è caratterizzato da astenia, stanchezza, che scompare durante l'attività, è iper-attivo la sera, ha un sonno irregolare. La Predisposizione è alle emicranie periodiche, a allergie agli agenti esterni, alle riniti, alle algie, ai disturbi digestivi o intestinali di tipo nervoso, alla gotta, disturbi mestruali
2 IPOSTENICA Mn-Cu, S, Iporeattiva
E' detta anche del MANGANESE-RAME, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO calmo, ponderato, indifferente, scarsa memoria, metodico, autocontrollato, non passionale, il comportamento fisico è caratterizzato dalla stanchezza di sera e allo sforzo, con mancanza di resistenza, bisogno di riposo, sonno abbastanza buono, come predisposizione alle malattie: fragilità delle vie respiratorie, infezioni, reazioni linfatiche e digestive, artrosi, cefalea, diabete, obesità, artrite.
3 DISTONICA, Mn-Co, Li, Disreattiva
E' detta anche del MANGANESE-COBALTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO ansioso, nervoso, malinconico, depresso, affaticabile, con cattiva memoria, cattiva concentrazione, invecchiamento organico, il comportamento fisico è caratterizzato da stanchezza progressiva agli arti inferiori, disturbi neurovegetativi, circolatori, digestivi, articolari, il sonno è mediocre, soffre di risvegli notturni.
La predisposizione alle malattie si evidenzia nei disturbi neurovegetativi, circolari, cardiovascolari, nella ipertensione, nelle ulcere, negli spasmi, nella colite nei calcoli, nell'artrosi, nella cefalea
4 ANERGICA, Cu-Au-Ag, Areattiva
E' detta del RAME-ORO-ARGENTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono mancanza di vitalità, depressione, obnubilazione, indecisione, volubilità, mancanza di memoria e di concentrazione, grande rilasatezza, come comportamento fisico si ha stanchezza continua, nessuna autodifesa né fisica né morale, lassitudine generale, insonnia, incubi notturni , angoscia. La predisposizione alle malatttie spesso di tipo degenerativo, come la scoliosi, la febbre, il reumatismo grave, la poliartrite, il blocco linfatico, infezioni acute e recidivanti, degenerazioni tissutali, senilità globale.
SINDROME DA DISADATTAMENTO,
zinco-rame ( apparato genito urinario ), zinco-nichel-cobalto (turbe metaboliche)
Si può trovare associata a qualsiasi Diatesi e spesso riguarda disturbi a livello GENITALE e PANCREATICO e corrisponde alla terapia del ZINCO-RAME, ZINCO-NICHEL.COBALTO.
OLIGOELEMENTI NELLA CURA
Ci sono dei minerali traccia principali che corrispondono alle rispettive diatesi e oligoelementi complementari, i primi sono i rimedi catalici corispondenti per ciascuna diatesi, gli altri si utilizzano a seconda dello specifico disturbo.Attraverso l'anamesi, il medico cerca di individuare la diatesi di appartenenza o predominante, che viene quindi trattata con il rimedio corrispondente. Se necessario verranno associati uno o più oligoelelmenti complementari a seconda delle necessità.
La posologia dipende dai problemi specifici, ma in linea di massima consiste in una dose, 2-4 volte la settimana, diminuendo la frequenza quando si osservano miglioramenti
PREPARATI OLIGOTERAPICI
Le soluzioni prevedono una solubilità mista acqua/grassi, per garantire un buon assorbimento intetsinale, una facile ionizzazione dato che l'acido, derivante dal sale, possiede un coefficiente di dissociazione più elevato.Di solito si impiega l'acido gliconato, primo derivato dell'ossidazione del glucosio, monosaccaride fisilogico per eccellenza, la cui ossidazione spinta produce acido glicuronico, impiegato dal fegato nei processi detossicanti principali. L'organismo scinde con grande facilità i metalli legati all'acido glicuronico, che a sua volta, rinforza il potere detossicante individuale.. La diluizione più largamente usata è la decimale 1D, 1DH, e si somministrano o una fiala al giorno in fase acuta, o una ogni 2-3 giorni in condizioni croniche o per diatesi diatesiche.MODALITA' DI ASSUNZIONE
Per via orale, trattenendo la dose 1-2 minuti in bocca, sotto la lingua, per favorire l'assorbimento attraverso le mucose della bocca, i rimedi vanno assunti il mattino a digiuno o comunque lontano dai pasti, la durata media della terapia è di 3-4 mesi per le prime due diatesi, ma può essere più lunga in particolare per le altre due diatesiCAMPO DI AZIONE DEGLI OLIGOELEMENTI
La cura è essenzialmente sul campo FUNZIONALE e non LESIONALE, ovvero prima che avvenga il passaggio verso il deterioramento dell'organo o della sua funzione, se si interviene prima al momento del disturbo metabolico il disordine può essere preventivamente corretto e si può evitare il passaggio alla lesione.Si impiega nei disturbi allergici, respiratori, infettivi, digestivi, osteo-articolari, dermatlogici, endocrini, distonie neurovegetative, ansia, depressione, astenia, disturbi del sonno e dell'emotività
TOSSICITA'
Non si riscontrano fenomeni allergici o tossici in seguito alla loro assunzione si associano positivamente in associazione all'omeopatia, alla fitoterapia, alla medicina allopatica, la loro prescirzione fa fatta da un esperto per evitare controindicazioniselenio
Dal selenio una prospettiva per la prevenzione dei tumori
L’incremento dell’assunzione di selenio da fonti alimentari o con la supplementazione, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare cancro alla vescica fino al 70%.
Il selenio è un elemento traccia essenziale presente in piccole quantità nell’organismo umano. Il suo ruolo riguarda principalmente la protezione cellulare.
L’accumulo di radicali liberi è un fattore causale delle lesioni cellulari che possono interessare anche gli acidi nucleici (DNA). I radicali liberi, pertanto, sarebbero alla base dei processi di invecchiamento e della formazione dei tumori.
Il nuovo studio pubblicato sull’International Journal of Urology (vol. 13, pp. 1180-1184), riporta ulteriori risultati positivi derivanti dall’assunzione di un minerale il cui utilizzo è già stato associato al rinforzamento del sistema immunitario e alla riduzione del rischio del cancro a prostata, colon e polmoni.
Infatti, numerosi studi epidemiologici indicano che la mortalità per questi tipi di tumore è inferiore negli individui che presentano livelli più alti di selenio nel sangue o che ne consumano maggiori quantità con la dieta.
Altri dati indicano che l’incidenza del tumore alla pelle è significativamente più alto nelle zone con bassi livelli di selenio nel suolo.
La dr.ssa Eliane Kellen della Katholieke Universiteit Leuve i i suoi colleghi, hanno portato a termine uno studio caso-controllo di popolazione (178 casi e 362 controlli), a cui sono stati prelevati campioni di sangue per analizzarne le concentrazioni di selenio.
I ricercatori hanno calcolato che il rischio del cancro alla vescica era ridotto drasticamente (70%) nelle persone che presentavano più di 96 mcg per litro di selenio, rispetto a quelle con livelli nel siero minori di 82,4 mcg per litro.
I livelli di selenio nel siero tra 82,4 e 96 mcg per litro sono stati associati al 52% di riduzione del rischio di sviluppare cancro alla vescica.
Ogni incremento di 10 mcg per litro dei livelli di selenio nel siero è stato collegato al 14% di riduzione del rischio di cancro alla vescica, una patologia diagnosticata in oltre 330.000 persone al mondo ogni anno e che colpisce tre volte più gli uomini delle donne.
“Questo studio caso-controllo indica un’associazione inversa tra le concentrazioni di selenio nel siero e il rischio di cancro alla vescica.” hanno concluso i ricercatori.
Le ricerche suggeriscono che i meccanismi attraverso i quali il selenio sembra prevenire il rischio di tumore siano, da una parte, la sua attività antiossidante e, dall’altra, la capacità di prevenire o rallentare la crescita tumorale.
Sono necessarie ulteriori nuove ricerche, in particolare cliniche, per confermare gli incoraggianti risultati ottenuti per approfondire la modalità con la quale il selenio offre protezione all’organismo contro i tumori.
L’incremento dell’assunzione di selenio da fonti alimentari o con la supplementazione, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare cancro alla vescica fino al 70%.
Il selenio è un elemento traccia essenziale presente in piccole quantità nell’organismo umano. Il suo ruolo riguarda principalmente la protezione cellulare.
L’accumulo di radicali liberi è un fattore causale delle lesioni cellulari che possono interessare anche gli acidi nucleici (DNA). I radicali liberi, pertanto, sarebbero alla base dei processi di invecchiamento e della formazione dei tumori.
Il nuovo studio pubblicato sull’International Journal of Urology (vol. 13, pp. 1180-1184), riporta ulteriori risultati positivi derivanti dall’assunzione di un minerale il cui utilizzo è già stato associato al rinforzamento del sistema immunitario e alla riduzione del rischio del cancro a prostata, colon e polmoni.
Infatti, numerosi studi epidemiologici indicano che la mortalità per questi tipi di tumore è inferiore negli individui che presentano livelli più alti di selenio nel sangue o che ne consumano maggiori quantità con la dieta.
Altri dati indicano che l’incidenza del tumore alla pelle è significativamente più alto nelle zone con bassi livelli di selenio nel suolo.
La dr.ssa Eliane Kellen della Katholieke Universiteit Leuve i i suoi colleghi, hanno portato a termine uno studio caso-controllo di popolazione (178 casi e 362 controlli), a cui sono stati prelevati campioni di sangue per analizzarne le concentrazioni di selenio.
I ricercatori hanno calcolato che il rischio del cancro alla vescica era ridotto drasticamente (70%) nelle persone che presentavano più di 96 mcg per litro di selenio, rispetto a quelle con livelli nel siero minori di 82,4 mcg per litro.
I livelli di selenio nel siero tra 82,4 e 96 mcg per litro sono stati associati al 52% di riduzione del rischio di sviluppare cancro alla vescica.
Ogni incremento di 10 mcg per litro dei livelli di selenio nel siero è stato collegato al 14% di riduzione del rischio di cancro alla vescica, una patologia diagnosticata in oltre 330.000 persone al mondo ogni anno e che colpisce tre volte più gli uomini delle donne.
“Questo studio caso-controllo indica un’associazione inversa tra le concentrazioni di selenio nel siero e il rischio di cancro alla vescica.” hanno concluso i ricercatori.
Le ricerche suggeriscono che i meccanismi attraverso i quali il selenio sembra prevenire il rischio di tumore siano, da una parte, la sua attività antiossidante e, dall’altra, la capacità di prevenire o rallentare la crescita tumorale.
Sono necessarie ulteriori nuove ricerche, in particolare cliniche, per confermare gli incoraggianti risultati ottenuti per approfondire la modalità con la quale il selenio offre protezione all’organismo contro i tumori.
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