La storia di Gabry
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La storia di Gabry
Questa
è la storia di Gaby J., infermiera svizzera nata nel 1954 e
morta a giugno del 2000.
Di seguito riporto, senza alcuna modifica, il racconto
fatto da sua madre, Rose-Laure
Huber.
Divorzia da suo marito il 18 settembre 1996. Il figlio,
allora 15enne, viene affidato a lei. Si intendono bene, e
il figlio resta in contatto con il padre.
Inizio
maggio 1997
Gaby scopre un piccolo nodulo al seno. Va dal suo
ginecologo, che le propone una biopsia, perché non sa di
che tipo di nodulo si può trattare (se benigno o maligno,
ndr). Il 13 maggio viene operata. Alle ore 17 vado
all’ospedale ginecologico Frauenspital (Aarau) e vedo che
le hanno asportato il seno e lei è nel reparto di terapia
intensiva. Le hanno anche asportato i nodi linfatici. Non è
del tutto cosciente, quando una dottoressa arriva e le
spiega la situazione. Il nodulo era maligno e uno,
eventualmente due linfonodi erano colpiti e incapsulati. Le
viene consigliata una chemioterapia e una radioterapia. E’
scioccata, deve confrontare la diagnosi da sola. Secondo
me, le è mancato un supporto psicologico. Quando torno il
giorno successivo, mi dice che non vuole la chemioterapia o
la radioterapia (aveva molta paura di perdere i capelli):
lei vuole farsi curare con iscador (un farmaco usato in
medicina antroposofica, contiene estratti della pianta
Viscum alba, in italiano Vischio, ndr). Il medico di
famiglia la manda da un certo dottor Waldmann, che si
intende di fitoterapia e le prescrive l’iscador. Nello
stesso tempo si sottopone ad una terapia cranio-sacrale
presso un Jürg Burki a Egliswil.
Sembra migliorare. Mangia, è allegra e ottimista. Abbiamo
un contatto regolare, e con la sorella Esther facciamo un
viaggio insieme nel sud della Francia dove passiamo vacanze
bellissime. Facciamo, grazie a dio, tutto quello che
desidera e ci godiamo il periodo di vacanze.
Giugno
1999
Mi viene diagnosticato un cancro al seno, mi operano
nell’ospedale Spital Porrentruy. Gaby mi viene a trovare e
mi chiede se voglio fare la chemioterapia. Le dico: "si".
Lei mi risponde dicendo che “ognuno deve prendere le sue
decisioni, e se è questa la tua strada, devi
continuare”.
Accetto la chemioterapia e nello stesso tempo mi inietto
iscador anch'io. Quando le parlai una volta al telefono, le
chiesi se stava ancora usando l’iscador. Lei mi ha risposto
“si, me lo applico sulla cute perché anche l'iscador è un
veleno”. Lo stesso giorno telefono alla Lukas-Klinik
(Arlesheim) (una clinica antroposofica conosciuta, ndr) e
chiedo se si può applicare l'iscador sulla cute. Mi
rispondono che questo non serve a niente: la dottoressa al
telefono è scioccata da questa notizia. Quando, durante il
corso di quest’anno anno, mi viene nuovamente a trovare, mi
mostra un piccolo nodulo nella regione ascellare. Mi
tranquilizza dicendo che si sarebbe trattato di “un
gonfiore causato da una stasi, Burki lo avrebbe
confermato”. Non le dico niente, però dopo parlo con i
medici (anche con quello che mi forniva i farmaci
omeopatici, oltre che i farmaci della medicina scolastica)
e tutti sono d’accordo nel dire che bisogna fare delle
analisi, perché potrebbe essere di nuovo qualche cosa di
maligno.
A domande caute, anche da parte di mia sorella, risponde
con rimproveri: “noi non la sosteniamo”, e che “lei non ha
bisogno di commenti negativi”. Lei si stava curando adesso
secondo la “Nuova Medicina” (Hamer a quel tempo non ha
registrato ancora il marchio con l’aggiunta del
“Germanica”, ndr) e lei sapeva che avrebbe dovuto prima
risolvere i suoi conflitti, e che lei non aveva ancora
superato il suo conflitto connesso al suo divorzio. Però
dice di essere sulla buona strada. Di conseguenza tentiamo
di essere positivi, e tentiamo di mostrarle le nostre
preoccupazioni. E tentiamo anche di credere che non si
tratta di qualche cosa di maligno, però… le preoccupazioni
ci sono, e ci mangiano!
All'inizio di novembre del 1999, Gaby viene nello Jura (una
regione in Svizzera, ndr) con sua sorella e festeggiamo
insieme il suo compleanno (della sorella). E’ di buon umore
e lei ripete che noi non dobbiamo avere preoccupazioni. E
noi ci lasciamo tranquillizzare molto volentieri!
Verso la metà di novembre mi chiama al telefono e mi
comunica che ha necessità di un po’ di tempo e distanza, e
che lei ora deve concentrarsi sulla guarigione. Dice che
questo (distacco) non ha niente a che fare con i suoi
sentimenti, e che lei ci ama tutti. E che lei, nel futuro,
ci chiamerà di tanto in tanto. Anche mia sorella riceve una
lettera uguale.
Sembra incapace di guidare un’automobile, e ci racconta di
avere un ''braccio gonfo'', e che questo sarebbe necessario
(alla guarigione, ndr).
Credo che in questo periodo abbia seguito una conferenza a
Zurigo e che abbia avuto un consulto a Herisau. Non so chi
la porta li, e non so chi è il suo medico naturale. Nessuno
mi risponde, tutte le “amiche” tacciono o dicono di non
sapere niente! Il suo figlio 19enne la cura, mentre le
“amiche” le portano da mangiare: però a lei non piace più
mangiare, rigurgita tutto, però anche questo sarebbe un
segno della guarigione. Al figlio viene vietato di
informarci o di dire come stanno le cose. Anche al padre
non dice niente. Sono stato io ad avvisarlo quando era il
30 maggio a Rohr: era profondamente scioccato quando la
andò a trovare la sera stessa.
A Natale non vuole vedermi, dicendo che sarebbe andata via
con le amiche per alcuni giorni. Dopo ho saputo che questo
non era la verità, e che lei era incapace di spostarsi.
Un giorno mi racconta di aver incontrato un indiano, che le
avrebbe procurato un farmaco naturale dall'India, e che
avrebbe ripreso a mangiare. E mi dice di far uso della
terapia neurale (medicina alternativa: iniezioni di
procaina secondo Hunecke, ndr) e drenaggio linfatico, e che
tutto sarebbe sotto controllo.
A pasqua le mando un grande pacco con una lepre di stoffa
(lei amava gli animali di stoffa) e soldi, e dolci, con una
lettera, pregandola di andare col figlio in un buon
ristorante. Questo lo racconto per chiarire che lei mi
voleva mostrare di stare bene!
Il 29 di maggio mi telefona di sera dicendo di volermi
vedere. Io chiedo: “posso venire?” Risponde piangendo: “si,
ma solo tu, non papà, non Gotti o mia sorella” (sono
divorziata da 40 anni, i bambini avevano sempre un contatto
con lui, anch' io, però meno intenso. Il padre amava
moltissimo Gaby). Martedì mattina sono a Rohr, la macchina
piena di alimentari, con cose che ama. Quando arrivo, vedo
la porta aperta. Suonando il campanello non mi risponde
nessuno: entro e la vedo dormendo sul divano: “Oh mio Dio!
Perché permetti questo?”. Esco di nuovo per non dover
gridare. Cos'è successo con la mia bambina bella ed
allegra? Sul divano è steso uno scheletro, quasi senza
capelli, una vecchia donna di novant' anni! Quando si
sveglia, mi sono tranquillizzata un po’. Mi sorride con i
suoi occhi blu, infossati in profonde cavità, e mi
abbraccia. Solo il suo braccio sembra ben nutrito (non
magro, ndr). Il braccio è largo come una coscia. Ha
fortissimi dolori. Quando la lavo, vedo che il lato che è
stato operato è un’unica piaga maleodorante piena di pus
con buchi profondi, fino alla schiena. Tento di bendarla,
avendo paura di causarle dolore.
Dico
che non può andare avanti cosi. Mi risponde: “si, vado in
una casa di riposo, ma non in un ospedale, perché lì mi
uccidono con la morfina. I medici lo sanno ma lo fanno lo
stesso!”. Mi metto in contatto col medico di Rohr e lui mi
riceve. Mi dice: “non posso dire niente, lei cosa pensa che
abbia?” Io dico: “cancro”, e lui mi risponde “si, nella
fase terminale”. Lui potrebbe solo effettuare una terapia
neurale, perché lei avrebbe rifiutato tutte le altre
terapie. E una casa di riposo non l’avrebbe accettata nelle
sue condizioni di salute. Dico che ci vuole la Spitex (non
so cosa sia, probabilmente un ricovero ospedaliero, ndr).
Mi risponde che in questo caso dovrei contattare il suo
vecchio medico di famiglia, e che lui dovrebbe iniziare
questo processo (parte non molto chiara, ndr). Il medico al
telefono rifiuta, dicendo che lei non lo avrebbe permesso,
e che lui non si sarebbe più occupato di lei. Sono
disperata, rendo nervoso il medico e sono nervosa anch' io.
Così, ogni mattina vado a Rohr e tento di aiutare in
qualche modo la mia bambina. Il venerdì mattina, quando
arrivo, grida a causa dei dolori dicendomi però che il
medico (della terapia neurale) sarebbe venuto nel
pomeriggio. Nella notte era caduta nel bagno contro la
vasca da bagno, per mancanza di forze. Non può stare a
letto e non può stare sul divano, perche non ha più un solo
grammo di grasso in tutto il corpo. Nel pomeriggio arriva
sia il medico, sia la terapeuta che esegue il massaggio
linfatico. Noi la convinciamo a ricoverarsi in una clinica
per stabilizzarsi, e che dopo sarebbe potuta andare in una
clinica di riabilitazione. Dal momento che aveva forti
dolori, acconsente. Alle 15 arriva l'ambulanza e viene
ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale
Spital Aarau. Lì sono molto gentili, le dicono però che
solo la morfina avrebbe potuto far diminuire i suoi dolori,
solo la quantità minima che sarebbe servita. Alle 21 viene
trasferita in una stanza normale, e posso rimanere accanto
a lei. Vedo che adesso può dormire. Rimango a Rohr. Sabato
mattina telefono per vedere se ha bisogno di qualche cosa.
E lei è molto eccitata e mi dice: “mamma, sto molto bene,
non ho più dolori, mi hanno dato un letto speciale
meraviglioso. Non penso di dover stare a lungo qui, quando
ripartiamo per il sud della Francia ?” Rispondo: “appena
possibile, quando ti sentirai meglio, partiremo, te lo
prometto”.
Ognuna racconta una bugia all'altra. Non lo so se era
davvero così convinta, forse non mi voleva far preoccupare.
E io non ho la forza di non mentirle. Qui, in questo
reparto, dove sono i malati di cancro, le infermiere sono
fantastiche! Tentano di far diminuire i dolori fisici e
dell'anima, e si vede che hanno una formazione
professionale in psicologia. Ogni desiderio viene reso
possibile.
La domenica parlo con i medici e chiedo se posso tornare un
giorno a casa. Mi rispondono che sarebbe potuto andare
avanti così per qualche tempo, e che posso andare a casa:
loro mi avrebbero avvisato, se lo stato di salute fosse
peggiorato.
Gaby mi dice: “certo che puoi rimanere il lunedì a casa,
martedì sono sicuramente ancora qui”. Ride e dice: “non mi
manderanno a casa così facilmente”. La domenica vado nello
Jura, lavoro il lunedì a Basilea, telefono all'ospedale:
tutto è come prima. Prego di dire a mia figlia che sarei
tornata martedì mattina. Nella serata un temporale nella
svizzera occidente: niente telefoni, neanche telefonini!
Nella notte, alle 12 mi raggiungono dicendomi che mia
figlia era morta alle 21:30. Non mi fu concesso di essere
vicino alla mia figlia nelle sue ultime ore. Però il suo
ex-marito era lì fino alle 21. Lo ha salutato con un gesto
della mano, ma aveva problemi con la respirazione. Neanche
lui ha notato il peggioramento. Grazie a Dio non ha
sofferto ancora per molto tempo.
Ho vietato di mostrala dopo la morte - lo shock sarebbe
stato troppo forte, vedendola. Le ho detto addio a nome di
tutti. Così tutti la ricorderanno com’era.
Quando, prima del funerale il giorno 9 giugno 2000, torno
nel appartamento di Gaby, prendo due libri di Hamer.
Leggendo capisco molte cose: Iscador e veleno, i medici che
uccidono e cosi via. Non c’è da meravigliarsi perché la
gente che crede a questo ciarlatano abbia tanta paura degli
ospedali. Trovo una fattura per un esame TAC di gennaio
2000. Lei doveva ben conoscere il suo stato di salute: era
piena di metastasi.
Non lo so se Gaby sarebbe sopravissuta con la
chemioterapia, ma una cosa la so: non avrebbe dovuto
sopportare dolori orribili e sarebbe morta in un modo più
umano. E sopratutto avrebbe sentito il nostro amore e il
nostro aiuto. Avremmo fatto tutto per lei - se solo ce lo
avesse lasciato fare!
Rose-Laure Huber
è la storia di Gaby J., infermiera svizzera nata nel 1954 e
morta a giugno del 2000.
Di seguito riporto, senza alcuna modifica, il racconto
fatto da sua madre, Rose-Laure
Huber.
Divorzia da suo marito il 18 settembre 1996. Il figlio,
allora 15enne, viene affidato a lei. Si intendono bene, e
il figlio resta in contatto con il padre.
Inizio
maggio 1997
Gaby scopre un piccolo nodulo al seno. Va dal suo
ginecologo, che le propone una biopsia, perché non sa di
che tipo di nodulo si può trattare (se benigno o maligno,
ndr). Il 13 maggio viene operata. Alle ore 17 vado
all’ospedale ginecologico Frauenspital (Aarau) e vedo che
le hanno asportato il seno e lei è nel reparto di terapia
intensiva. Le hanno anche asportato i nodi linfatici. Non è
del tutto cosciente, quando una dottoressa arriva e le
spiega la situazione. Il nodulo era maligno e uno,
eventualmente due linfonodi erano colpiti e incapsulati. Le
viene consigliata una chemioterapia e una radioterapia. E’
scioccata, deve confrontare la diagnosi da sola. Secondo
me, le è mancato un supporto psicologico. Quando torno il
giorno successivo, mi dice che non vuole la chemioterapia o
la radioterapia (aveva molta paura di perdere i capelli):
lei vuole farsi curare con iscador (un farmaco usato in
medicina antroposofica, contiene estratti della pianta
Viscum alba, in italiano Vischio, ndr). Il medico di
famiglia la manda da un certo dottor Waldmann, che si
intende di fitoterapia e le prescrive l’iscador. Nello
stesso tempo si sottopone ad una terapia cranio-sacrale
presso un Jürg Burki a Egliswil.
Sembra migliorare. Mangia, è allegra e ottimista. Abbiamo
un contatto regolare, e con la sorella Esther facciamo un
viaggio insieme nel sud della Francia dove passiamo vacanze
bellissime. Facciamo, grazie a dio, tutto quello che
desidera e ci godiamo il periodo di vacanze.
Giugno
1999
Mi viene diagnosticato un cancro al seno, mi operano
nell’ospedale Spital Porrentruy. Gaby mi viene a trovare e
mi chiede se voglio fare la chemioterapia. Le dico: "si".
Lei mi risponde dicendo che “ognuno deve prendere le sue
decisioni, e se è questa la tua strada, devi
continuare”.
Accetto la chemioterapia e nello stesso tempo mi inietto
iscador anch'io. Quando le parlai una volta al telefono, le
chiesi se stava ancora usando l’iscador. Lei mi ha risposto
“si, me lo applico sulla cute perché anche l'iscador è un
veleno”. Lo stesso giorno telefono alla Lukas-Klinik
(Arlesheim) (una clinica antroposofica conosciuta, ndr) e
chiedo se si può applicare l'iscador sulla cute. Mi
rispondono che questo non serve a niente: la dottoressa al
telefono è scioccata da questa notizia. Quando, durante il
corso di quest’anno anno, mi viene nuovamente a trovare, mi
mostra un piccolo nodulo nella regione ascellare. Mi
tranquilizza dicendo che si sarebbe trattato di “un
gonfiore causato da una stasi, Burki lo avrebbe
confermato”. Non le dico niente, però dopo parlo con i
medici (anche con quello che mi forniva i farmaci
omeopatici, oltre che i farmaci della medicina scolastica)
e tutti sono d’accordo nel dire che bisogna fare delle
analisi, perché potrebbe essere di nuovo qualche cosa di
maligno.
A domande caute, anche da parte di mia sorella, risponde
con rimproveri: “noi non la sosteniamo”, e che “lei non ha
bisogno di commenti negativi”. Lei si stava curando adesso
secondo la “Nuova Medicina” (Hamer a quel tempo non ha
registrato ancora il marchio con l’aggiunta del
“Germanica”, ndr) e lei sapeva che avrebbe dovuto prima
risolvere i suoi conflitti, e che lei non aveva ancora
superato il suo conflitto connesso al suo divorzio. Però
dice di essere sulla buona strada. Di conseguenza tentiamo
di essere positivi, e tentiamo di mostrarle le nostre
preoccupazioni. E tentiamo anche di credere che non si
tratta di qualche cosa di maligno, però… le preoccupazioni
ci sono, e ci mangiano!
All'inizio di novembre del 1999, Gaby viene nello Jura (una
regione in Svizzera, ndr) con sua sorella e festeggiamo
insieme il suo compleanno (della sorella). E’ di buon umore
e lei ripete che noi non dobbiamo avere preoccupazioni. E
noi ci lasciamo tranquillizzare molto volentieri!
Verso la metà di novembre mi chiama al telefono e mi
comunica che ha necessità di un po’ di tempo e distanza, e
che lei ora deve concentrarsi sulla guarigione. Dice che
questo (distacco) non ha niente a che fare con i suoi
sentimenti, e che lei ci ama tutti. E che lei, nel futuro,
ci chiamerà di tanto in tanto. Anche mia sorella riceve una
lettera uguale.
Sembra incapace di guidare un’automobile, e ci racconta di
avere un ''braccio gonfo'', e che questo sarebbe necessario
(alla guarigione, ndr).
Credo che in questo periodo abbia seguito una conferenza a
Zurigo e che abbia avuto un consulto a Herisau. Non so chi
la porta li, e non so chi è il suo medico naturale. Nessuno
mi risponde, tutte le “amiche” tacciono o dicono di non
sapere niente! Il suo figlio 19enne la cura, mentre le
“amiche” le portano da mangiare: però a lei non piace più
mangiare, rigurgita tutto, però anche questo sarebbe un
segno della guarigione. Al figlio viene vietato di
informarci o di dire come stanno le cose. Anche al padre
non dice niente. Sono stato io ad avvisarlo quando era il
30 maggio a Rohr: era profondamente scioccato quando la
andò a trovare la sera stessa.
A Natale non vuole vedermi, dicendo che sarebbe andata via
con le amiche per alcuni giorni. Dopo ho saputo che questo
non era la verità, e che lei era incapace di spostarsi.
Un giorno mi racconta di aver incontrato un indiano, che le
avrebbe procurato un farmaco naturale dall'India, e che
avrebbe ripreso a mangiare. E mi dice di far uso della
terapia neurale (medicina alternativa: iniezioni di
procaina secondo Hunecke, ndr) e drenaggio linfatico, e che
tutto sarebbe sotto controllo.
A pasqua le mando un grande pacco con una lepre di stoffa
(lei amava gli animali di stoffa) e soldi, e dolci, con una
lettera, pregandola di andare col figlio in un buon
ristorante. Questo lo racconto per chiarire che lei mi
voleva mostrare di stare bene!
Il 29 di maggio mi telefona di sera dicendo di volermi
vedere. Io chiedo: “posso venire?” Risponde piangendo: “si,
ma solo tu, non papà, non Gotti o mia sorella” (sono
divorziata da 40 anni, i bambini avevano sempre un contatto
con lui, anch' io, però meno intenso. Il padre amava
moltissimo Gaby). Martedì mattina sono a Rohr, la macchina
piena di alimentari, con cose che ama. Quando arrivo, vedo
la porta aperta. Suonando il campanello non mi risponde
nessuno: entro e la vedo dormendo sul divano: “Oh mio Dio!
Perché permetti questo?”. Esco di nuovo per non dover
gridare. Cos'è successo con la mia bambina bella ed
allegra? Sul divano è steso uno scheletro, quasi senza
capelli, una vecchia donna di novant' anni! Quando si
sveglia, mi sono tranquillizzata un po’. Mi sorride con i
suoi occhi blu, infossati in profonde cavità, e mi
abbraccia. Solo il suo braccio sembra ben nutrito (non
magro, ndr). Il braccio è largo come una coscia. Ha
fortissimi dolori. Quando la lavo, vedo che il lato che è
stato operato è un’unica piaga maleodorante piena di pus
con buchi profondi, fino alla schiena. Tento di bendarla,
avendo paura di causarle dolore.
Dico
che non può andare avanti cosi. Mi risponde: “si, vado in
una casa di riposo, ma non in un ospedale, perché lì mi
uccidono con la morfina. I medici lo sanno ma lo fanno lo
stesso!”. Mi metto in contatto col medico di Rohr e lui mi
riceve. Mi dice: “non posso dire niente, lei cosa pensa che
abbia?” Io dico: “cancro”, e lui mi risponde “si, nella
fase terminale”. Lui potrebbe solo effettuare una terapia
neurale, perché lei avrebbe rifiutato tutte le altre
terapie. E una casa di riposo non l’avrebbe accettata nelle
sue condizioni di salute. Dico che ci vuole la Spitex (non
so cosa sia, probabilmente un ricovero ospedaliero, ndr).
Mi risponde che in questo caso dovrei contattare il suo
vecchio medico di famiglia, e che lui dovrebbe iniziare
questo processo (parte non molto chiara, ndr). Il medico al
telefono rifiuta, dicendo che lei non lo avrebbe permesso,
e che lui non si sarebbe più occupato di lei. Sono
disperata, rendo nervoso il medico e sono nervosa anch' io.
Così, ogni mattina vado a Rohr e tento di aiutare in
qualche modo la mia bambina. Il venerdì mattina, quando
arrivo, grida a causa dei dolori dicendomi però che il
medico (della terapia neurale) sarebbe venuto nel
pomeriggio. Nella notte era caduta nel bagno contro la
vasca da bagno, per mancanza di forze. Non può stare a
letto e non può stare sul divano, perche non ha più un solo
grammo di grasso in tutto il corpo. Nel pomeriggio arriva
sia il medico, sia la terapeuta che esegue il massaggio
linfatico. Noi la convinciamo a ricoverarsi in una clinica
per stabilizzarsi, e che dopo sarebbe potuta andare in una
clinica di riabilitazione. Dal momento che aveva forti
dolori, acconsente. Alle 15 arriva l'ambulanza e viene
ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale
Spital Aarau. Lì sono molto gentili, le dicono però che
solo la morfina avrebbe potuto far diminuire i suoi dolori,
solo la quantità minima che sarebbe servita. Alle 21 viene
trasferita in una stanza normale, e posso rimanere accanto
a lei. Vedo che adesso può dormire. Rimango a Rohr. Sabato
mattina telefono per vedere se ha bisogno di qualche cosa.
E lei è molto eccitata e mi dice: “mamma, sto molto bene,
non ho più dolori, mi hanno dato un letto speciale
meraviglioso. Non penso di dover stare a lungo qui, quando
ripartiamo per il sud della Francia ?” Rispondo: “appena
possibile, quando ti sentirai meglio, partiremo, te lo
prometto”.
Ognuna racconta una bugia all'altra. Non lo so se era
davvero così convinta, forse non mi voleva far preoccupare.
E io non ho la forza di non mentirle. Qui, in questo
reparto, dove sono i malati di cancro, le infermiere sono
fantastiche! Tentano di far diminuire i dolori fisici e
dell'anima, e si vede che hanno una formazione
professionale in psicologia. Ogni desiderio viene reso
possibile.
La domenica parlo con i medici e chiedo se posso tornare un
giorno a casa. Mi rispondono che sarebbe potuto andare
avanti così per qualche tempo, e che posso andare a casa:
loro mi avrebbero avvisato, se lo stato di salute fosse
peggiorato.
Gaby mi dice: “certo che puoi rimanere il lunedì a casa,
martedì sono sicuramente ancora qui”. Ride e dice: “non mi
manderanno a casa così facilmente”. La domenica vado nello
Jura, lavoro il lunedì a Basilea, telefono all'ospedale:
tutto è come prima. Prego di dire a mia figlia che sarei
tornata martedì mattina. Nella serata un temporale nella
svizzera occidente: niente telefoni, neanche telefonini!
Nella notte, alle 12 mi raggiungono dicendomi che mia
figlia era morta alle 21:30. Non mi fu concesso di essere
vicino alla mia figlia nelle sue ultime ore. Però il suo
ex-marito era lì fino alle 21. Lo ha salutato con un gesto
della mano, ma aveva problemi con la respirazione. Neanche
lui ha notato il peggioramento. Grazie a Dio non ha
sofferto ancora per molto tempo.
Ho vietato di mostrala dopo la morte - lo shock sarebbe
stato troppo forte, vedendola. Le ho detto addio a nome di
tutti. Così tutti la ricorderanno com’era.
Quando, prima del funerale il giorno 9 giugno 2000, torno
nel appartamento di Gaby, prendo due libri di Hamer.
Leggendo capisco molte cose: Iscador e veleno, i medici che
uccidono e cosi via. Non c’è da meravigliarsi perché la
gente che crede a questo ciarlatano abbia tanta paura degli
ospedali. Trovo una fattura per un esame TAC di gennaio
2000. Lei doveva ben conoscere il suo stato di salute: era
piena di metastasi.
Non lo so se Gaby sarebbe sopravissuta con la
chemioterapia, ma una cosa la so: non avrebbe dovuto
sopportare dolori orribili e sarebbe morta in un modo più
umano. E sopratutto avrebbe sentito il nostro amore e il
nostro aiuto. Avremmo fatto tutto per lei - se solo ce lo
avesse lasciato fare!
Rose-Laure Huber
mara- Utente Senior
-
Numero di messaggi : 5443
Età : 52
Località : san mauro
Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: La storia di Gabry
Eccone un'altra......
Nel
2003 la tedesca Carmen si ammalò di un cancro al seno: si
trattava di un carcinoma intradottale.
Rifiutava ogni terapia della medicina scientifica e si
rivolse ad un "Heilpraktiker" (naturopata) di orientamento
Nmg. In seguito è andata in Spagna da Hamer.
Il naturopata le promise una guarigione certa, dopo averla
aiutata ad affrontare una "conflittolisi" hameriana (ovvero
la presunta soluzione del conflitto). Secondo quanto
racconta il suo amico
Erik Stolz
(anche lui un convinto sostenitore di Hamer) Carmen aveva
effettuato "con successo" tale risoluzione.
Ma il tumore al seno, invece, continuava a crescere. Carmen
subì un accidente cerebrovascolare unilaterale. Si tentò
invano di curare il tumore in modo dilettante, con bevande
zuccherate e con applicazioni di ghiaccio (la stessa
"terapia" alla quale è stato sottoposto
V.P.).
Il tumore avanzò fino a raggiungere il dorso. Secondo il
racconto della sorella di Carmen, rilasciato alla
televisione tedesca RBB (trasmissione "Kontraste" del 9
agosto 2007), il tumore stesso e molte metastasi le
provocavano forti dolori.
Carmen morì nel 2005, all'età di soli 33 anni. Secondo il
suo amico e sua sorella, non fu mai curata dalla medicina
scientifica.
Quando si è tentato di discutere di questo caso in un forum
tedesco di aderenti alla Nmg, i contributi venivano
cancellati immediatamente: non era gradita una discussione
Nel
2003 la tedesca Carmen si ammalò di un cancro al seno: si
trattava di un carcinoma intradottale.
Rifiutava ogni terapia della medicina scientifica e si
rivolse ad un "Heilpraktiker" (naturopata) di orientamento
Nmg. In seguito è andata in Spagna da Hamer.
Il naturopata le promise una guarigione certa, dopo averla
aiutata ad affrontare una "conflittolisi" hameriana (ovvero
la presunta soluzione del conflitto). Secondo quanto
racconta il suo amico
Erik Stolz
(anche lui un convinto sostenitore di Hamer) Carmen aveva
effettuato "con successo" tale risoluzione.
Ma il tumore al seno, invece, continuava a crescere. Carmen
subì un accidente cerebrovascolare unilaterale. Si tentò
invano di curare il tumore in modo dilettante, con bevande
zuccherate e con applicazioni di ghiaccio (la stessa
"terapia" alla quale è stato sottoposto
V.P.).
Il tumore avanzò fino a raggiungere il dorso. Secondo il
racconto della sorella di Carmen, rilasciato alla
televisione tedesca RBB (trasmissione "Kontraste" del 9
agosto 2007), il tumore stesso e molte metastasi le
provocavano forti dolori.
Carmen morì nel 2005, all'età di soli 33 anni. Secondo il
suo amico e sua sorella, non fu mai curata dalla medicina
scientifica.
Quando si è tentato di discutere di questo caso in un forum
tedesco di aderenti alla Nmg, i contributi venivano
cancellati immediatamente: non era gradita una discussione
mara- Utente Senior
-
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Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: La storia di Gabry
A volte se penso che quando ero malata il sig. Mo.nd.xx.i mi disse di non farmi operare e di non fare la chemio altrimenti sarei morta,mi viene una rabbia!!!!!!!!
mara- Utente Senior
-
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Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: La storia di Gabry
Non lo sapevo, Mara, che avevi parlato con lui, che ti aveva dato quei consigli. Sul suo forum?
E hanno tentato di dissuaderti con molta forza?
Come è possibile avere delle certezze così incrollabili? Come si può assumersi la responsabilità di un consiglio cos' terribile, così pesante?
Non approvo la supponenza, ed anche l'ignoranza, della medicina ufficiale su certi argomenti, su certe possibilità; ma, alla stessamaniera, non approvo la lggeerzza e superficilità, di più, la terribile arroganza di certi guru....
E hanno tentato di dissuaderti con molta forza?
Come è possibile avere delle certezze così incrollabili? Come si può assumersi la responsabilità di un consiglio cos' terribile, così pesante?
Non approvo la supponenza, ed anche l'ignoranza, della medicina ufficiale su certi argomenti, su certe possibilità; ma, alla stessamaniera, non approvo la lggeerzza e superficilità, di più, la terribile arroganza di certi guru....
Lotty- Forista medio
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Re: La storia di Gabry
Non è proprio così, ti ha detto che avevi poche possibilità, non è la stessa cosa.
Sei libera di pensare che volesse solo farti del male, perchè poi dovrebbe farlo non so.
Come io sono libero di pensare che mio padre ha fatto come te ed'è morto come succede per la maggior parte delle persone che fanno chemio.
In questo forum seguite un vostro percorso, ma non è detto che sia quello giusto, non si può prendere per buona una cura quando sia hanno pochi riscontri positivi e il resto tutti negativi.
Sul forum dei "cattivi" c'è scritto a chiare lettere che la chemio o la radioterapia non sono tollerate, non è mai stato nascosto, perchè arrabbiarsi se viene ricordato?
Sei libera di pensare che volesse solo farti del male, perchè poi dovrebbe farlo non so.
Come io sono libero di pensare che mio padre ha fatto come te ed'è morto come succede per la maggior parte delle persone che fanno chemio.
In questo forum seguite un vostro percorso, ma non è detto che sia quello giusto, non si può prendere per buona una cura quando sia hanno pochi riscontri positivi e il resto tutti negativi.
Sul forum dei "cattivi" c'è scritto a chiare lettere che la chemio o la radioterapia non sono tollerate, non è mai stato nascosto, perchè arrabbiarsi se viene ricordato?
Pinco Pallino- Forista junior
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Re: La storia di Gabry
beh, dire di avere poche possibilità di sopravvivere e dire di non farsi operare altrimenti sarebbe morta, sinceramente non è che in conclusione faccia proprio grande differenza! nel risultato intendo...Personalmente credo che nessuno soprattutto uno che medico non è, si possa arrogare il diritto di dire ciò che uno fa bene o non fa bene fare. Si può consigliare, ma MAI affermare che "se si fa così succederà questo o quello" (ovviamente quando la situazione è dubbia!). Ci sono persone che fanno chemio o/e radio si salvano, altre che muoiono, dipende da tanti fattori di cui tutti noi siamo a conoscenza, ma nessuno è in grado di sapere come andrà a finire in ogni caso. Ciò che conta è conoscere tutte le possibilità sia nel naturale che non, valutare la propria personale situazione e poi ...PERSONLMENTE decidere. Sinceramente dire che un certo tipo di terapia non è tollerato, anche se davanti agli occhi di tutti, può anche fare arrabbiare alla luce di certi risultati... non tollerare di per sè a mio avviso è una forma di dittatura, mentre il rispetto delle scelte dovrebbe essere la principale. Ognuno di noi in certe situazioni e bene che si prenda tutte le dovute informazioni, senza preconcetto alcuno e poi decidere quello che ritiene più giusto, perchè resta comunque il fatto che ognuno di noi è responsabile della propria vita, e qualunque decisione va rispettata anche se questo può significare alla fine... morire...
lalba- Utente Senior
-
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Re: La storia di Gabry
Proprio cosi Lotty,io penso che la scelta della cura sia personale e che nessuno per nessun motivo si debba permettere di dire "se fai quella scelta muori".....pensa se io non avessi fatto la MU ma fossi andata da Simon...e sopratutto non mi fossi fatta operare, come mi era stato consigliato , adesso non sarei piu qui.
Quello che conta è il risultato e non la strada intrapresa.
Se esistessero cure alternative efficaci e meno invasive e distruttive della chemio sarebbe molto meglio.....
Eppoi il mio tipo di tumore è chemio e radio sensibile,se chicchesia si fosse informato e avesse valutato meglio la situazione avrebbe dato altri consigli,e non quelle risposte superficiali.
Sono stata personalmente da Zora a san marino e mi ha detto che nonostante lui fosse contro la chemio l'operato dei miei medici è stato impeccabile.
Sono anche convinta che Hamer non abbia tutti i torti sulla causa dei tumori e concordo anche con Puccio sul fatto che bisogna combattere lo stress ossidativo e cercare di far funzionare il nostro corpo nei migliore dei modi.E qui entrano in gioco gl'integratori e le cure naturali.
Quello che conta è il risultato e non la strada intrapresa.
Se esistessero cure alternative efficaci e meno invasive e distruttive della chemio sarebbe molto meglio.....
Eppoi il mio tipo di tumore è chemio e radio sensibile,se chicchesia si fosse informato e avesse valutato meglio la situazione avrebbe dato altri consigli,e non quelle risposte superficiali.
Sono stata personalmente da Zora a san marino e mi ha detto che nonostante lui fosse contro la chemio l'operato dei miei medici è stato impeccabile.
Sono anche convinta che Hamer non abbia tutti i torti sulla causa dei tumori e concordo anche con Puccio sul fatto che bisogna combattere lo stress ossidativo e cercare di far funzionare il nostro corpo nei migliore dei modi.E qui entrano in gioco gl'integratori e le cure naturali.
mara- Utente Senior
-
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Re: La storia di Gabry
E' stato molto chiaro in quello che ha detto e non solo lui.Pinco Pallino ha scritto:Non è proprio così, ti ha detto che avevi poche possibilità, non è la stessa cosa.
Anche secondo me non voleva farmi del male,ma considero lui una persona superficile e piena di preconcetti....insomma poco intelligente!Pinco Pallino ha scritto:
Sei libera di pensare che volesse solo farti del male, perchè poi dovrebbe farlo non so.
Mi spiace per il tuo papa' e forse hai anche ragione non conosco a fondo la sua storia.Pinco Pallino ha scritto:
Come io sono libero di pensare che mio padre ha fatto come te ed'è morto come succede per la maggior parte delle persone che fanno chemio.
Pinco Pallino ha scritto:In questo forum seguite un vostro percorso, ma non è detto che sia quello giusto, non si può prendere per buona una cura quando sia hanno pochi riscontri positivi e il resto tutti negativi.
Sul forum dei "cattivi" c'è scritto a chiare lettere che la chemio o la radioterapia non sono tollerate, non è mai stato nascosto, perchè arrabbiarsi se viene ricordato?
Qui non si prende niente per buono a parte la volonta' dell'utente,l'unica che ha vero valore.
Per il resto che hai scritto,sai benissimo che non è cosi'.Dai cattivi non si dice solo che la chemio e la radio non sono tollerate ma si attacca anche chi non segue i vostri consigli e continua ad intraprendere la MU....questo a mio parere è grave!
Pero' è giusto che continuiate ad andare avanti la gente deve aprire comunque gli occhi su tante cose.Se togliereste quel modo di fare sareste perfetti!
mara- Utente Senior
-
Numero di messaggi : 5443
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Re: La storia di Gabry
lalba ha scritto:beh, dire di avere poche possibilità di sopravvivere e dire di non farsi operare altrimenti sarebbe morta, sinceramente non è che in conclusione faccia proprio grande differenza! nel risultato intendo...Personalmente credo che nessuno soprattutto uno che medico non è, si possa arrogare il diritto di dire ciò che uno fa bene o non fa bene fare. Si può consigliare, ma MAI affermare che "se si fa così succederà questo o quello" (ovviamente quando la situazione è dubbia!). Ci sono persone che fanno chemio o/e radio si salvano, altre che muoiono, dipende da tanti fattori di cui tutti noi siamo a conoscenza, ma nessuno è in grado di sapere come andrà a finire in ogni caso. Ciò che conta è conoscere tutte le possibilità sia nel naturale che non, valutare la propria personale situazione e poi ...PERSONLMENTE decidere. Sinceramente dire che un certo tipo di terapia non è tollerato, anche se davanti agli occhi di tutti, può anche fare arrabbiare alla luce di certi risultati... non tollerare di per sè a mio avviso è una forma di dittatura, mentre il rispetto delle scelte dovrebbe essere la principale. Ognuno di noi in certe situazioni e bene che si prenda tutte le dovute informazioni, senza preconcetto alcuno e poi decidere quello che ritiene più giusto, perchè resta comunque il fatto che ognuno di noi è responsabile della propria vita, e qualunque decisione va rispettata anche se questo può significare alla fine... morire...
J'adore lalba
Re: La storia di Gabry
Che Xena Mara e anche altri sia qui a testimoniarci che ce l'hanno fatta non può che rendermi felice, anche sul rispettare le scelte nessuno ha niente da dire.
E se a loro si unissero anche molti altri potrei perfino cambiare idea e pensarla come voi.
Ma io ho un difetto, non guardo solo chi guarisce o chi non ce la fa, ma decido sul totale. Senza andare su libri, su forum a tema o iniziare discussioni infinite posso dire senza poter essere smentito che tra tutte le persone ammalate che io conosco se ne salvano una percentuale bassissima con cure tradizionali.
Io vivo in un paesino dove tutti si conoscono, quindi non è che possa avere dati falsati o non documentati, e le persone che si sono salvate non arrivano a 10, TUTTE le altre sono morte oppure stanno combattendo una battaglia inutile.
Queste persone guarite poi hanno fatto l'intervento che ha eliminato il tumore, nessuna guarita solo di chemio e di radio, infatti anche i medici quando non si può operare di solito danno il paziente per spacciato infischiandosene dei poteri curativi della chemio.
Poi a questo aggiungo i dati che non posso confermare personalmente presi da internet o da giornali che non fanno che confermare quello che già ho riscontrato personalmente.
Può essere che il mio sia un caso, potete smentirmi dicendomi che da voi la maggior parte delle persone guarisce e poche non ce la fanno?
E' duro da leggere, ma solo in questo modo si può essere in grado di decidere liberamente come dice lalba, non leggendo al giornale o in Tv i successi degli oncologi che dicono "tra 10 anni" sconfiggeranno il Cancro. Di questi 10 anni ne sono passati parecchi, per me anche troppi.
La libertà di scelta è indiscutibile, ma a tutti i costi? Anche sapendo come va a finire?
La vostra reazione è quella che ha avuto anche mio padre con me, io cercavo di spiegarli come stanno le cose, mentre i medici dicevano "va tutto bene", ovviamente ascoltava loro io ormai lo infastidivo. Scegliere tra una persona che ti mette preoccupazioni e una che ti dice belle parole mica è difficile, ma con le belle parole non è guarito, anzi quando alla fine che ha capito cosa succedeva, se vedeva medici si arrabbiava e non li voleva far entrare nella sua stanza, solo che era troppo tardi.
E se a loro si unissero anche molti altri potrei perfino cambiare idea e pensarla come voi.
Ma io ho un difetto, non guardo solo chi guarisce o chi non ce la fa, ma decido sul totale. Senza andare su libri, su forum a tema o iniziare discussioni infinite posso dire senza poter essere smentito che tra tutte le persone ammalate che io conosco se ne salvano una percentuale bassissima con cure tradizionali.
Io vivo in un paesino dove tutti si conoscono, quindi non è che possa avere dati falsati o non documentati, e le persone che si sono salvate non arrivano a 10, TUTTE le altre sono morte oppure stanno combattendo una battaglia inutile.
Queste persone guarite poi hanno fatto l'intervento che ha eliminato il tumore, nessuna guarita solo di chemio e di radio, infatti anche i medici quando non si può operare di solito danno il paziente per spacciato infischiandosene dei poteri curativi della chemio.
Poi a questo aggiungo i dati che non posso confermare personalmente presi da internet o da giornali che non fanno che confermare quello che già ho riscontrato personalmente.
Può essere che il mio sia un caso, potete smentirmi dicendomi che da voi la maggior parte delle persone guarisce e poche non ce la fanno?
E' duro da leggere, ma solo in questo modo si può essere in grado di decidere liberamente come dice lalba, non leggendo al giornale o in Tv i successi degli oncologi che dicono "tra 10 anni" sconfiggeranno il Cancro. Di questi 10 anni ne sono passati parecchi, per me anche troppi.
La libertà di scelta è indiscutibile, ma a tutti i costi? Anche sapendo come va a finire?
La vostra reazione è quella che ha avuto anche mio padre con me, io cercavo di spiegarli come stanno le cose, mentre i medici dicevano "va tutto bene", ovviamente ascoltava loro io ormai lo infastidivo. Scegliere tra una persona che ti mette preoccupazioni e una che ti dice belle parole mica è difficile, ma con le belle parole non è guarito, anzi quando alla fine che ha capito cosa succedeva, se vedeva medici si arrabbiava e non li voleva far entrare nella sua stanza, solo che era troppo tardi.
Pinco Pallino- Forista junior
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Numero di messaggi : 161
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Re: La storia di Gabry
Ti racconto una storia vera ,la storia dei miei amici i genitori di Arianna,forse riusciamo a comprenderci una volta per tutte me lo auguro davvero ,perchè con rammarico ,mi sembrano i soliti dialoghi tra sordomuti ,purtroppo.
Mettiti un'attimo nei panni immaginari di un papà che ha appena scoperto che sua figlia ha un glioblastoma ,ormai sai di cosa parlo ...
domanda:
decideresti per tua figlia di non provare niente di quello che la medicina ti offre perchè le tue conoscenze non ce l'hanno fatta ?
Amare un figlio credo tu sappia cosa vuol dire ....
ecco ...con questa risposta che puoi anche non scrivere ,c'è tutto il significato profondo di cosa vuol dire decidere ,sperare .
Io credo che nessuno possa decidere per gli altri ,mai!
Non si ha il diritto di togliere la speranza influenzando le scelte.
cosa significa la parolo cancro? morte e non influenza stagionale.
se sopravvivi è merito di tante incognite ,di cui la medicina è una di esse tra le tante ,che nessuno può permettersi il lusso di escludere , perchè ogni caso è a sè e non si puo fare mai di tutt'erba un fascio.
Mettiti un'attimo nei panni immaginari di un papà che ha appena scoperto che sua figlia ha un glioblastoma ,ormai sai di cosa parlo ...
domanda:
decideresti per tua figlia di non provare niente di quello che la medicina ti offre perchè le tue conoscenze non ce l'hanno fatta ?
Amare un figlio credo tu sappia cosa vuol dire ....
ecco ...con questa risposta che puoi anche non scrivere ,c'è tutto il significato profondo di cosa vuol dire decidere ,sperare .
Io credo che nessuno possa decidere per gli altri ,mai!
Non si ha il diritto di togliere la speranza influenzando le scelte.
cosa significa la parolo cancro? morte e non influenza stagionale.
se sopravvivi è merito di tante incognite ,di cui la medicina è una di esse tra le tante ,che nessuno può permettersi il lusso di escludere , perchè ogni caso è a sè e non si puo fare mai di tutt'erba un fascio.
Re: La storia di Gabry
La libertà di scelta è indiscutibile, ma a tutti i costi? Anche sapendo come va a finire?
Io non sapevo come sarebbe finita!E anche se fossi finita male mai e poi mai avrei voluto vicino qualcuno che mi scoraggiasse nelle mie scelte.
Che con i tumori si muore ormai lo sappiamo,ne abbiamo persi di amici in questo forum,ma ti faccio la domanda contraria:tu conosci qualcuno che si è salvato facendo cure alternative?Dico che conosci personalmente......se ci fossero ne sarei felice!
mara- Utente Senior
-
Numero di messaggi : 5443
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Data d'iscrizione : 18.05.08
Re: La storia di Gabry
....e ritornando alle letture da Mara proposte ,si ha la visione amara ,
la percezione reale che l'influenza dell'ignoranza travestita da sapienza ,porta all'autodistruzione inconsapevole ,
situazioni che potevano essere evitate forse ....
questo è il risultato della pessima influenza alla scelta .
Purtroppo non tutti abbiamo le armi per decifrare se quello che leggiamo è valido per combattere la nostra malattia .
Quindi è meglio per etica e morale non influenzare con le proprie visioni nessuno.
mancava questo concetto al mio post precedente .
la percezione reale che l'influenza dell'ignoranza travestita da sapienza ,porta all'autodistruzione inconsapevole ,
situazioni che potevano essere evitate forse ....
questo è il risultato della pessima influenza alla scelta .
Purtroppo non tutti abbiamo le armi per decifrare se quello che leggiamo è valido per combattere la nostra malattia .
Quindi è meglio per etica e morale non influenzare con le proprie visioni nessuno.
mancava questo concetto al mio post precedente .
Re: La storia di Gabry
[quote="Pinco Pallino"]Ma io ho un difetto, non guardo solo chi guarisce o chi non ce la fa, ma decido sul totale. Senza andare su libri, su forum a tema o iniziare discussioni infinite posso dire senza poter essere smentito che tra tutte le persone ammalate che io conosco se ne salvano una percentuale bassissima con cure tradizionali.
Io vivo in un paesino dove tutti si conoscono, quindi non è che possa avere dati falsati o non documentati, e le persone che si sono salvate non arrivano a 10, TUTTE le altre sono morte oppure stanno combattendo una battaglia inutile.
Scusa Pinco, non prenderla come polemica, ma ti chiedo: parli del totale dei morti, ma quale totale, quello di un paesino? Non credo sia la maniera giusta di fare statistiche basate su dati reali. Non credo sia solo una mia opinione, ma le statistiche non si fanno su questi presupposti, anche se posso capire che per te siano un punto di riferimento. Ma anche solo la quantità di persone colpite dal cancro dipende da tanti fattori, che tu conosci meglio di me, quali le condizioni ambientali, lo stile di vita, il rischio genetico, etc. e questo può già fare la differenza. Queste stesse condizioni possono addirittura fare la differenza anche fra guarigione o morte.
Ti faccio un es...
quote]
Io vivo in un paesino dove tutti si conoscono, quindi non è che possa avere dati falsati o non documentati, e le persone che si sono salvate non arrivano a 10, TUTTE le altre sono morte oppure stanno combattendo una battaglia inutile.
Scusa Pinco, non prenderla come polemica, ma ti chiedo: parli del totale dei morti, ma quale totale, quello di un paesino? Non credo sia la maniera giusta di fare statistiche basate su dati reali. Non credo sia solo una mia opinione, ma le statistiche non si fanno su questi presupposti, anche se posso capire che per te siano un punto di riferimento. Ma anche solo la quantità di persone colpite dal cancro dipende da tanti fattori, che tu conosci meglio di me, quali le condizioni ambientali, lo stile di vita, il rischio genetico, etc. e questo può già fare la differenza. Queste stesse condizioni possono addirittura fare la differenza anche fra guarigione o morte.
Ti faccio un es...
quote]
lalba- Utente Senior
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Numero di messaggi : 1013
Località : Forlì
Data d'iscrizione : 29.12.07
Re: La storia di Gabry
...la mia zona è fra quelle con più alta percentuale di ammalati di tumore, abbiamo l'inceneritore, i cui fumi e depositi arrivano fino a casa di Mara e oltre, i campi sono trattati con pesticidi, fertilizzanti chimici, diserbanti,etc, hanno addirittura contaminato il biologico sempre per il solito discorso di avidità e speculazioni varie.
Sono circondata da colleghi di lavoro, parenti e amici che sono stati colpiti dalla malattia, io stessa mentre scrivo può darsi ne sono affetta senza saperlo. Alcuni sono morti, per fortuna altri sono vivi, non so dirti se sono "guariti", per me è una parola troppo forte da usare, comunque tutti si sono curati con la medicina tradizionale e l'ausilio dell'alternativa, o solo con la tradizionale, ma in tutta onestà non mi sento di dire nè a favore nè contro questa o quella, non ho la presunzione di sapere il perchè e se le cose stanno effettivamente come sembrano, sarebbero solo le mie opinioni basate praticamente sul nulla...
Sono circondata da colleghi di lavoro, parenti e amici che sono stati colpiti dalla malattia, io stessa mentre scrivo può darsi ne sono affetta senza saperlo. Alcuni sono morti, per fortuna altri sono vivi, non so dirti se sono "guariti", per me è una parola troppo forte da usare, comunque tutti si sono curati con la medicina tradizionale e l'ausilio dell'alternativa, o solo con la tradizionale, ma in tutta onestà non mi sento di dire nè a favore nè contro questa o quella, non ho la presunzione di sapere il perchè e se le cose stanno effettivamente come sembrano, sarebbero solo le mie opinioni basate praticamente sul nulla...
lalba- Utente Senior
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Numero di messaggi : 1013
Località : Forlì
Data d'iscrizione : 29.12.07
Re: La storia di Gabry
...quindi anche solo fra il tuo paese e il mio su che basi porresti la tua statistica? E che dati prenderesti in considerazione? Allarga il discorso a tutte le zone della terra e rispondimi sinceramente e onestamente, saresti in grado di fornire dati veritieri e obiettivi a favore dell'uno contro l'altro? Non è per caso che la o le cure definitive non stanno da nessuna parte, sono solo tentativi. Lo stato non avanzato della malattia e la prevenzione sono le uniche cose certe per ora, il resto da ambo le parti sono tutti esperimenti che giustamente vanno fatti.
Personalmente non so cosa farei nel caso mi venisse, una sola cosa mi sento di dire come es., se mi fossi trovata nella situazione raccontata da Mara, non avrei aspettato di farmi dilaniare dal male in attesa di "superare il conflitto interiore" tanto decantato da Hamer, forse la mia mente non è così speciale da riuscire a sconfiggere il male, la malattia non aspetta certo il miei i ns. tempi mentali di autoconvincimento.
In vista di tutto questo, credo che la ragionevolezza e il buon senso siano la migliore decisione in questo campo ancora così incerto, libera da ogni deleterio integralismo...
Ciao Pinco!
Personalmente non so cosa farei nel caso mi venisse, una sola cosa mi sento di dire come es., se mi fossi trovata nella situazione raccontata da Mara, non avrei aspettato di farmi dilaniare dal male in attesa di "superare il conflitto interiore" tanto decantato da Hamer, forse la mia mente non è così speciale da riuscire a sconfiggere il male, la malattia non aspetta certo il miei i ns. tempi mentali di autoconvincimento.
In vista di tutto questo, credo che la ragionevolezza e il buon senso siano la migliore decisione in questo campo ancora così incerto, libera da ogni deleterio integralismo...
Ciao Pinco!
lalba- Utente Senior
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