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Vitamina C e leucemia (Provenienza sconosciuta). Parte 1

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Messaggio Da Ospite Mar 9 Set 2008 - 15:18

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Dosi massicce di ascorbato nel controllo della
mortalità da leucemia
Il Dr. Irwin Stone, che il 18 Novembre ha celebrato il suo 76esimo compleanno, è stato
profondamente impegnato nella ricerca sulla vitamina C sin dal 1934, due anni dopo la sua
scoperta come acido L-ascorbico da parte di Szent-Györgyi. Il Dr. Stone ha pubblicato più di
cinquanta articoli sugli aspetti medici della vitamina C ed è ben noto per il suo importante lavoro
“The Healing Factor - Vitamin C Against Disease” (Il fattore curativo: la vitamina C contro le
malattie), pubblicato nel 1972.
Nel 1912, Casimir Funk, dopo aver riassunto le ricerche sulla nutrizione della fine del
diciannovesimo e gli inizi del ventesimo secolo, propose una nuova teoria sulla causa delle malattie.
Egli postulò che certe malattie potessero essere causate dalla mancanza di certi costituenti essenziali
sconosciuti all’interno dei cibi. Chiamò questi elementi mancanti Vitamine, e ne riconobbe tre
gruppi, a cui assegnò le lettere A, B e C. La Vitamina A era un componente sconosciuto solubile nei
grassi che quando veniva tolto dalla dieta dei topi causava loro seri problemi alla vista. La Vitamina
B appartenava ad un intero gruppo di vitamine, individuate più tardi, che erano solubili in acqua e
quando assenti dalla dieta causavano gravi malattie ai nervi, come la polineurite paralizzante. La
Vitamina C, di composizione e proprietà sconosciute, quando assente dalla dieta si ipotizzava fosse
la causa della malattia fatale dello scorbuto.
Lavori successivi confermarono la correttezza di questa teoria per quanto riguardava le vitamine del
gruppo A e B, ma quando veniva applicata alla vitamina C ed allo scorbuto appariva essere una
grossa semplificazione. Da questo punto in avanti la nostra discussione verrà focalizzata
unicamente sulla vitamina C. Nei 70 anni passati la medicina ha accettato senza riserve i postulati
della teoria della vitamina C ed è stata la cieca accettazione di questa teoria inadeguata che ha
rallentato la ricerca clinica ed ha eretto barriere alle idee circa il suo vasto potenziale terapeutico.
Ventanni dopo che la teoria fu proposta, venne isolato l’acido ascorbico. Questo lavoro fu così
importante che vennero consegnati nel 1937 due premi Nobel, uno ad Albert Szent-Györgyi e
l’altro a Walter Haworth. La sintesi chimica è stata migliorata così tanto che l’acido ascorbico oggi
può essere ottenuto in grandi quantità all’ingrosso a pochi dollari al kg.
Nel 1965-67, dimostrai che lo scorbuto clinico non era solo il semplice disturbo alimentare, la
avitaminosi C, come era considerato da tempo, ma era lo stadio finale di una malattia genetica che
riguarda gli enzimi del fegato. Chiamai questa malattia “Ipoascorbemia” che è causata, negli esseri
umani, dalla presenza di un gene difettoso per la produzione di un enzima epatico, L-gulonolattone
ossidasi. Sono riuscito ad imputare l’origine di questo gene difettoso ad una mutazione avvenuta 55
milioni di anni fa in un primate, progenitore dell’uomo.
La mancanza di questo enzima nel fegato umano produce un errore innato nel metabolismo dei
carboidrati che ci impedisce di sintetizzare nel suddetto organo la nostra dose di acido ascorbico
(Vitamina C). Questa sintesi è comune ed è normale in molti mammiferi che ne producono una
grande quantità ogni giorno. E’ un processo che viene stimolato dallo stress, infatti i mammiferi
quando si trovano in condizioni di stress producono una maggiore quantità di acido ascorbico. La
funzione principale di questa produzione maggiorata di acido ascorbico nell’evoluzione dei
mammiferi è quella di mantenere l’omeostasi durante i momenti di stress biochimico.
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A causa di questa mancanza, l’uomo, attraverso tutta la sua evoluzione, è stato privato di questo
importante meccanismo di protezione che ha invece aiutato gli altri mammiferi. Dal momento che
l’acido ascorbico è essenziale ad ogni organismo per la propria sopravvivenza, questo gene
difettoso è la ragione per cui noi umani abbiamo bisogno di una fonte esterna di acido ascorbico o
vitamina C. Per le sue molteplici funzioni nei processi vitali, l’acido ascorbico è necessario non solo
per correggere questo difetto genetico ma anche, in elevate quantità giornaliere, per correggere
l’ipoascorbemia cioè i sintomi dello scorbuto subclinico, vale a dire mancanza di vitamina C. E’
stato soltanto negli ultimi 50 anni che abbiamo sviluppato la tecnologia per correggere questo errore
innato del metabolismo che ha afflitto l’uomo ed i suoi antenati per i passati 55 milioni di anni. Fino
a questo punto l’acido ascorbico e la vitamina C sono stati usati come sinonimi; ma dal momento
che non è una vera vitamina dei mammiferi ma piuttosto un metabolita del fegato, da qui in avanti
verrà utilizzato solo il nome di “acido ascorbico”.
Questo gene difettoso è comune a tutta l’umanità, quindi l’ipoascorbemia cronica è attualmente la
nostra malattia più diffusa e la base di tutti i problemi medici più importanti. Può essere
semplicemente corretta con l’assunzione quotidiana di grandi quantità di acido ascorbico – diversi
grammi al giorno.
Ma cosa c’entra tutto questo con l’uso dell’acido ascorbico nel trattamento della leucemia ?
Innanzitutto questi nuovi concetti di genetica stabiliscono una base scientifica per l’uso di dosi
massicce di acido ascorbico. La malattia genetica detta ipoascorbemia non può essere corretta
completamente consumando unicamente cibi freschi. La frazione di acido ascorbico presente nei
cibi è così bassa che sarebbe fisicamente impossibile consumare quotidianamente il peso dei cibi
freschi necessari per avere la quantità di grammi richiesta di tale sostanza. Il nostro apparato
digerente non è semplicemente attrezzato per questo. Noi siamo costretti ad assumere supplememti
nutrizionali sia quando ci consideriamo in buona salute, che quando siamo soggetti alla malattia.
La normale reazione biochimica allo stress per un mammifero è l’aumento della produzione di
acido ascorbico da parte del fegato nel tentativo di bilanciare gli effetti negativi dello stress e
mantenere l’omeostasi biochimica. A causa del gene difettoso, l’uomo è incapace di produrre acido
ascorbico nel suo fegato, così ogni ulteriore sforzo diminuisce le scorte di questa vitale sostanza, già
usualmente basse nel suo corpo. Quindi qualunque tipo di stress, non seguito da un rimpiazzo di
acido ascorbico, rende solo più grave l’ipoascorbemia cronica del paziente. Questa condizione è
quella che precedentemente è stata chiamata cronica, scorbuto subclinico, ed è stata ritrovata nel
cancro, nelle malattie cardiache ed in molte altre patologie. Quando un paziente muore di cancro, di
malattie cardiache o di altre malattie fatali, è la situazione di grave ipoascorbemia cronica o
scorbuto subclinico al momento della morte che gli ha impedito di sopravvivere!
L’uomo ha vissuto la sua esistenza con questi livelli minimi di acido ascorbico per così tanto tempo
che la medicina ha considerato questi livelli come normali, fino alla comparsa dello scorbuto clinico
franco. E possibile che lo scorbuto subclinico cronico, che è esistito nel paziente sin dall’infanzia,
sia un fattore che contribuisca allo svilupparsi della leucemia. Questi livelli cronicamente bassi di
acido ascorbico, potrebbero iniziare il processo di proliferazione dei globuli bianchi nel sangue,
avviando il processo leucemico. Mentre questo discorso potrebbe essere speculativo, è un dato di
fatto che i malati di leucemia hanno livelli patologicamente bassi di acido ascorbico nel loro plasma
sanguigno. Non è solo lo stress biochimico della malattia leucemica che abbassa i livelli di acido
ascorbico nel plasma, ma anche il volume abnorme dei globuli bianchi nel sangue che stana e
rimuove il restante acido ascorbico da esso. Questi globuli bianchi, che assorbono selettivamente
dal sangue fino a 40 volte più acido ascorbico dei globuli rossi, fanno un “ottimo lavoro” nel
rimuovere ogni traccia di acido ascorbico dal sangue, inglobandolo al loro interno e non rendendolo
più disponibile ai tessuti.
Prosegue.....


Ultima modifica di Ricky il Mar 9 Set 2008 - 15:20 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Ospite Mar 9 Set 2008 - 15:19

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Il fatto che non ci sia più acido ascorbico disponibile nel sangue priva i tessuti del corpo di questo
metabolita importantissimo ed essenziale. La sintesi del collagene, per mantenere la forza dei
tessuti, dei vasi e dei capillari sanguigni, dipende da un adeguato apporto di acido ascorbico nel
sangue. Quando il sangue è in carenza di acido ascorbico si arresta il processo di produzione del
collagene e si indebolisce il meccanismo di rinforzo dei tessuti, dei vasi e dei capillari sanguigni
con il risultato dell’insorgenza di emorragie.
La nostra prima linea di difesa contro le infezioni, la fagogitosi, è anch’esso un processo dipendente
dalla presenza di acido ascorbico. Fagogitosi significa inglobare e digerire i batteri invasori nel
flusso sanguigno e nei tessuti da parte dei globuli bianchi. In condizioni normali, con una buona
quantità di acido ascorbico nel sangue, ogni ferita o batterio che penetra nei tessuti attrae nell’area
orde di globuli bianchi e loro si mettono immediatamente all’opera assimilando e digerendo i batteri
ed i materiali estranei. Nel processo di fagogitosi, il numero di batteri inglobati e digeriti è
direttamente correlato ai livelli di acido ascorbico nel sangue. Quando questi livelli sono bassi, o
addirittura assenti, la fagogitosi si interrompe ed i batteri crescono e si riproducono nei tessuti, si
sviluppa così una piena infezione.
Non c’è da meravigliarsi che le cause prime di morte dei leucemici siano l’emorragia e l’infezione
piuttosto che la malattia neoplastica in sè. Questo è un fatto statisticamente accertato. Sia la
mancaza di resistenza alle infezioni che alle emorragie sono sintomi patognomici dello scorbuto. I
leucemici soffrono di una ipoascorbemia non corretta o grave scorbuto cronico subclinico oltre che
di leucemia; ed essi avrebbero necessità di assumere alte dosi di acido ascorbico, dosi di parecchi
grammi al giorno, per vincere questa grave ipoascorbemia. Se riuscissimo ad impedire la loro morte
a causa della manifestazione dello scorbuto, si scoprirebbe che la leucemia in sè non sarebbe, dopo
tutto, una malattia così grave e fatale.
Sono stati effettuati molti tentativi di curare la leucemia con dosi di acido ascorbico. Comunque,
gran parte di questo lavoro, mostra la grande influenza della teoria della vitamina C nel disorientare
i medici che hanno affrontato l’argomento. Eccettuato un caso storico, la totalità dei medici
ricercatori ha utilizzato bassi dosaggi di acido ascorbico, dell’ordine dei 100-200 fino a 900
milligrammi al giorno. Con questi bassi dosaggi sono stati ottenuti risultati clinici incerti e variabili.
Nell’unico caso registrato in cui venne raggiunta una completa regressione della leucemia
mielogenica ed il suo mantenimento, al paziente vennero somministrati dai 24 ai 42 grammi (da
24.000 a 42.000 milligrammi) di acido ascorbico al giorno.
Permettetemi di aggiungere alcuni dettagli di questo caso che la storia ci dice essere avvenuto nel
1954. Il paziente era un uomo di 71 anni dirigente negli affari petroliferi a cui all’inizio era stata
diagnosticata una cirrosi epatica provocata dall’alchool ed una policitemia. Precedentemente aveva
sviluppato i sintomi di una miocardite reumatica cronica e arteriosclerotica. Fu ricoverato in
ospedale e superò un grande calcolo di acido urico nella vescica, e qualche mese più tardi gli venne
diagnosticata una leucemia mielogenica cronica. Aveva anche un piorrea non curabile ed i suoi
rimanenti 17 denti furono estratti con un’operazione. Fino a questo punto la storia era indicativa di
un grave scorbuto cronico subclinico, ma appariva chiaro che a nessuno interessava guardare la
quantità di acido ascorbico presente nel paziente. Apparentemente di propria iniziativa, iniziò ad
assumere acido ascorbico nelle quantità comprese tra 24 e 42 grammi al giorno (da 24.000 a 42.000
milligrammi/giorno), perchè, come ci riferisce la cronaca, “Egli affermava che si sentiva molto
meglio quando assumeva questi grandi dosaggi”. Il resoconto medico continuava “Il paziente
sottolineava continuamente il suo senso di benessere e nel mentre continuava la sua professione
lavorativa. In un paio di occasioni, su mia insistente richiesta, l’acido ascorbico fu interrotto per fare
un esperimento. Entrambe le volte la sua milza si ingrossò fino al bordo del bacino diventando
molle e molto sensibile, la temperatura corporea arrivò a 38,3 °C e lui si lamentava di un malessere
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e di una stanchezza generale. Il suo fegato si ingrossò della larghezza di un dito e divenne molle e
molto sensibile. Quando venne ripresa l’assunzione di acido ascorbico questi segnali e sintomi
migliorarono notevolmente, la sua temperatura corporea si normalizzò in sei ore. Il paziente
continuò su questo regime per più di un anno e mezzo; morì all’età di 73 anni di decompensazione
cardiaca acuta preceduta da una grave crisi di diarrea epidemica (probabilmente causata da un
avvelenamento alimentare). E’ stato notato che “Al momento della morte la sua milza era compatta,
non molle, situata all’altezza dell’ombelico, e non aumentò le sue dimensioni (per un anno e
mezzo)”. Il report si concluse con queste parole “L’assunzione di elevate dosi di acido ascorbico è
sembrata essere di fondamentale importanza per il benessere del paziente”. E’ inconcepibile che
nessuno si sia mai preoccupato di seguire queste indicazioni o si sia mai preso la briga di provare
questa innoqua terapia su qualcuno dei migliaia di casi di leucemia che compaiono ogni anno.
Cosa è che non funziona nelle nostre agenzie di governo e nelle associazioni caritatevoli pubbliche
per la lotta al cancro ed alla leucemia visto che essi ignorano tali evidenti risultati? Anche la
comunità medica è negligente perchè questo trattamento è così semplice ed utilizza un prodotto così
comune ed economico come l’acido ascorbico, che ogni singolo dottore potrebbe utilizzarlo poiché
per vederne i risultati non occorrono attrezzature costose nè laboratori nè composti chimici
particolari nè studiosi di biostatistica. La sperimentazione sarebbe disponibile a qualunque medico
proprio in questo momento – non dovremmo aspettare degli anni per un test di controllo a doppio
cieco.
Per questa malattia la necessità di una terapia semplice, efficace e priva di conseguenze è così
importante che nessun suggerimento dovrebbe essere scartato senza prima averlo sperimentato,
anche se le barriere mentali del medico erette da anni di disinformazione gli suggeriscono che non
può funzionare.
Di seguito sintetizzerò brevemente la logica della Teoria Megascorbica per la Leucemia:
La leucemia non è una malattia singola ma una combinazione di malattie neoplastiche del sangue
unitamente ad una grave condizione di scorbuto biochimico. Lo scorbuto può essere alleviato con
l’assunzioni di dosi massicce di acido ascorbico o sodio ascorbato. Il segreto è impiegare da 25 a
100 grammi (da 25.000 a 100.000 milligrammi) o più di ascorbato al giorno (suddiviso in quattro o
cinque dosi), assunti o per via orale o intravenosa o con una combinazione di entrambe. Lo sgravio
del fardello dello scorbuto darà al corpo del paziente un’ opportunità per impegnarsi nella battaglia
contro il processo neoplastico. Si potrebbe provare che senza la grave condizione di scorbuto
biochimico, la leucemia potrebbe essere una condizione non fatale ma relativamente benigna.
Inoltre, l’ascorbato, in queste dosi massicce, è l’unico virucida aspecifico, atossico, conosciuto. Se
la leucemia fosse un’infezione virale, come alcuni lavori vorrebbero dimostrare, allora l’ascorbato
funzionerebbe, non soltanto per interrompere lo scorbuto, ma anche per attaccare il vero agente
infettivo causa di questa malattia.
Concludo la parte scientifica del mio articolo, ma vorrei aggiungere ancora qualche commento.
Questo discorso è basato su una pubblicazione scientifica con titolo simile che scrissi nel 1966. Era
un lavoro che dava una base razionale per applicare la Terapia Megascorbica della Leucemia in un
tentativo di testarla clinicamente. Durante il 1967, lo inviai a tre riviste scientifiche di oncologia e
tre di ematologia in un tentativo di vederlo pubblicato. Fu rifiutato da tutte. Due di queste
riufiutarono la pubblicazione senza nemmeno averla letta. La parola “Ascorbico” nel titolo
5
pregiudicò la valutazione degli editori e dei recensori — essi semplicemente “sapevano” che non
poteva funzionare.
Per anni fino a questo momento si è depositata molta polvere sui miei scritti senza che essi siano
stati di alcun aiuto e mi vado chiedendo quante migliaia di vite avrebbero potuto essere risparmiate
e quanta sofferenza avrebbe potuto essere evitata se gli editori ed i recensori avessero
semplicemente letto l’articolo con mente aperta senza pregiudizi e ne avessero permesso la sua
pubblicazione.
Da: Provenienza sconosciuta.
Attribuito al Dott. Irwin Stone. Probabilmente pubblicato appena dopo la sua scomparsa il 4
Maggio 1984.
[Nota: Sembrerebbe che il Dott. Stone morì dopo che fu preparata la parte introduttiva, così
nell’introduzione si dovrebbe leggere, “
che avrebbe celebrato il suo 76 esimo compleanno il 18
Novembre
1985...”]
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